15 August 2014

Fognini e Raonic derby a Ferragosto

L’azzurro perde nettamente con il canadese allenato da Piatti e Ljubicic nei “quarti” a Cincinnati. Ma il piazzamento è di prestigio e conferma i progressi del 2014. Suoi e dell’avversario…

Fognini e raonic derby a ferragosto

di Enzo Anderloni

Si erano rimpallati un tweet Fabio Fognini e Ivan Ljubicic, un paio di giorni fa. L’ex n.3 del mondo, coach di Raonic e nostra firma di prestigio, aveva fatto ironicamente notare come fatto eccezionale la partenza “avanti” di Fabio in un match: subito 2-0 nel primo set contro Lleyton Hewitt. Non era il solito Fabio un po’ svogliato all’inizio ( apparentemente) e spesso costretto alla rimonta. “Fogna” gli aveva ribattuto a fine match. Una bella vittoria. E poi quella successiva contro il taiwanese Lu che gli è valsa un prestigioso e ricco quarto di finale nel Masters 1000 di Cincinnati contro Milos Raonic.

Programmato sul Grand Stand per il pomeriggio (italiano) di Ferragosto il match era per me, che lo vedevo via Sky Go dalle colline dell’Alto Monferrato, uno spettacolo da conflitto d’interessi. Tifare Italia come doveroso (e dunque per il nostro pazzo Fogna, incarnazione tennistica della sua Inter…  nella versione dell’era Morattiana) o tifare Il Tennis Italiano (perché Raonic , con Riccardo Piatti e Ivan Ljubicic in panchina  lo sento come uno dei nostri)?

L’andamento della partita mi ha tolto dall’impaccio: troppo bello Raonic, in forma, devastante nei colpi e rapido coi gamboni; troppo brutto Fognini, limitato da un problema fisico (coscia sinistra? Ha parlato a lungo con il trainer...). E’ finita 6-1 6-0 in meno di un’ora rinfrancandomi nella constatazione dei progressi di entrambi.

Milos Raonic, come prevedibile per le sue aspirazioni e il grande lavoro che sta facendo il suo team, arriva sempre pronto agli appuntamenti che contano. E’ n.7 sia nel ranking  Atp  che nella ‘Race to London’ e ancora gli mancano gli Us Open e tutta la stagione indoor. Quarti a Indian Wells, a Miami, a Montecarlo. Semifinale a Roma, quarti al Roland Garros. Semifinale a Wimbledon, vittoria del torneo a Washington, quarti a Toronto. Adesso è in semifinale a Cincinnati. Un rendimento pazzesco.

D’altra parte è il più serio pretendente al n.1 per il futuro e ha, secondo me, il miglior team del mondo (con Riccardo, Ivan e Dalibor Sirola, Claudio Zimaglia, Danilo Pizzorno, Massimo Sartori ecc. ecc.).

Fabio Fognini sta soffrendo in questa sua prima stagione sotto i riflettori, nella Top 20 mondiale, ma anche lui NMM. Non Molla Mai. Tira tante racchette per terra, ti fa impazzire tante volte di rabbia con quel suo atteggiamento del corpo, però è un top player. Gli manca solo di riuscire a dare un po’ meno peso ai social network per fare l’altro grande salto in alto.

Deve continuare a lavorare così e trovare qualcuno che gli nasconda più spesso lo smartphone, specie a caldo, nei dopo-partita. Questa specie di sindrome dell’accerchiamento, “tutti mi criticano, ce l’hanno con me”,  che ogni tanto lo attanaglia, non ha davvero senso. L’unico mondo contro cui deve battersi è quello degli avversari di là dalla rete. Se combatte su ogni palla come sa fare, ad ogni match, ad ogni torneo, l’Italia è con lui. Che vinca o che perda. E se le sue uscite fuori luogo fanno sempre tanto fracasso, è per lo stesso motivo: siamo tutti lì a guardarlo. Come dice l’Uomo Ragno: “Da grandi poteri nascono grandi responsabilità”. Se lo deve mettere bene in testa.

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