Fognini e la lotta a corsi e ricorsi storici

Centrando gli ottavi a Parigi, l'azzurro fa ricordare che l'Italia non piazzava due elementi negli ottavi dal magico 1976. Ma Fabio ha nelle sue corde qualcosa in più, magari una semifinale che manca da 40 anni. Adesso sfida Cilic e punta a dare una gioia a Franco Davin, vittima di un furto. Ma che ha già vinto il Roland Garros da coach.

Con 222.000 euro in tasca, si possono comprare tante cose. E crediamo che Fabio Fognini sarà ben contento di fare un bel regalo a coach Franco Davin, che alla vigilia del torneo è stato vittima di un incredibile furto. Intendiamoci: capita di vedersi scippare il portafoglio con i vari documenti... ma non nello spogliatoio principale del Roland Garros, laddove la sicurezza dovrebbe essere massima. È successo al coach argentino, che però ha potuto esultare – grazie a Fabio – sui gradoni dello stadio intitolato a Suzanne Lenglen, la “Divina”. In tutta sincerità, c'è stato poco di “divino” lungo i cinque set che hanno permesso a Fabio di battere Kyle Edmund (6-3 4-6 3-6 6-4 6-4) e artigliare gli ottavi del Roland Garros. È la seconda volta in carriera, la quinta in assoluto in uno Slam (ce ne sono due all'Australian Open e una a New York), ma si può sperare di andare oltre. Il prossimo avversario sarà Marin Cilic, numero 4 del mondo e numero 3 del tabellone. Avversario ostico, ma negli ottavi si può trovare di peggio, soprattutto sull'amica terra battuta. Fabio dovrà giocare meglio di quanto abbia fatto al terzo turno, in un match imbruttito dallo stile di Edmund. L'efficacia è fuori discussione – non si va in semifinale a Melbourne per caso – ma l'eleganza è un'altra cosa. I suoi gesti sono bruttarelli, l'aspetto da Pel di Carota non lo aiuta.

ATTACCAMENTO AL PUNTEGGIO
Però è stabile tra i top-20, con merito. Sta addirittura davanti a Fognini, che però ha molto più talento di lui. Lo ha dimostrato nel primo set, quando ha raccolto cinque giochi consecutivi dall'1-3 al 6-3, senza farsi distrarre dai soccorsi a uno spettatore che si era sentito male sugli spalti. Nel secondo, Fabio entrava in un tunnel di errori. Andava sotto 5-1, rimontava fino al 5-4 quando il britannico chiedeva un medical time out. Una furbata, secondo Fognini. Può darsi, anche se Kyle rispecchia ogni stereotipo del “bravo ragazzo”. Poco importa: Fabio si disuniva, e qualche pasticcio di troppo rimetteva il match in equilibrio. Quando Edmund intascava anche il terzo set, si materializzavano i pensieri peggiori. Ma chi lo conosce, e ne sa interpretare i gesti, aveva ancora vive speranze. Non c'erano scorie negative nel suo comportamento. Si incitava dopo aver intascato un punto importante, non si lasciava andare ad atteggiamenti negativi, che spesso sono autodistruttivi. “Fogna” non è certo un menefreghista, ma non sempre mostra il suo attaccamento al punteggio. Stavolta lo ha fatto, mettendo in pratica la cosa più furba da fare: tenere duro, aspettando il passaggio a vuoto di Edmund. La storia tennistica del britannico, ancora giovane, è già chiara: fatica a chiudere le partite, si fa prendere dal panico nel momento clou. E così, il quarto e il quinto set hanno avuto un andamento-fotocopia: break per Fabio quando Edmund ha servito sul 4-5. In mezzo, Fognini ci ha messo alcune fantastiche giocate di tocco, con la smorzata e alcuni recuperi da urlo. Il fisico non è al 100%, ma risponde ancora bene. E ha conquistato il pubblico.

COME 42 ANNI FA
I francesi non sono così generosi con noi, ma conoscono il tennis. E il talento di Fognini è indiscutibile. Stavano scaldando le corde vocali per sostenere Gael Monfils, ma hanno addirittura improvvisato il coro “Fabio! Fabio!”. Contava il risultato, e il risultato è arrivato. Per battere Marin Cilic ed eguagliare il risultato di sette anni fa (un quarto di finale che non aveva nemmeno potuto giocarsi), dunque, avrà bisogno di più qualità e – perché no – l'aiuto dei francesi. Nel frattempo, i giornali gonfiano il petto ricordando che era dal mitico 1976 che l'Italia non aveva due rappresentanti negli ottavi al Roland Garros. Vero, ma i risultati che contano sono altri. E soltanto cinque mesi fa avevamo Seppi e lo stesso Fognini tra i “Last 16” all'Australian Open. Sarebbe facile lanciare lo slogan “ora o mai più” parlando del Roland Garros di Fognini. In effetti, la strada fino alla semifinale è complicata ma non tremenda. Solo in quel caso sarebbe opportuno titolare parlando di corsi e ricorsi storici. È importante fare un passo alla volta, magari con lo stimolo in più di dare una gioia a Franco Davin. Che poi a ben vedere, ha già vinto il Roland Garros. Correva l'anno 2004 ed era l'allenatore di Gaston Gaudio. Ma anche questo è un ricorso storico.

ROLAND GARROS Uomini – Terzo Turno
Fabio Fognini (ITA) b. Kyle Edmund (GBR) 6-3 4-6 3-6 6-4 6-4

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