Riccardo Bisti
11 January 2018

Fognini, Davin e la forza della tranquillità

Senza particolari aspettative e forte del lavoro di Franco Davin, il numero 1 azzurro ha approcciato nel migliore dei modi la nuova stagione. È in semifinale a Sydney (“dove avevo sempre giocato male”) grazie a un successo pieno di contenuti contro Mannarino. Adesso sfida Daniil Medvedev.

Franco Davin è un grande allenatore. Ha mostrato certe stimmate sin da ragazzino, quando aveva 16 anni e nell'opulenza degli anni 80 giocava i tornei giovanili in Italia, trascorrendo ore e ore ad allenarsi sui campi più sperduti, mentre i coetanei si dedicavano alla bella vita. Da giocatore ha fatto quello che poteva (n.30 ATP), ma da coach sta mostrando qualità impressionanti. Ha portato Gaston Gaudio a vincere uno storico Roland Garros, poi ha reso Juan Martin Del Potro un top-player, sgrezzando il lavoro del “Negro” Gomez. Oggi sta facendo grandi cose con Fabio Fognini: vedendo giocare l'azzurro al Sydney International, dove ha colto una bella semifinale, è impossibile non pensare alla situazione di partenza. A fine 2016, dopo cinque (buoni) anni con José Perlas, l'azzurro era a un bivio. Andava ricostruito fisicamente, tennisticamente, mentalmente. Sia contro Dolgopolov che contro Adrian Mannarino, il ligure ha mostrato uno splendido stato di forma. La mano di Davin è evidente: Fabio ha liberato il suo talento, non ha paura a mostrarlo, e lo accompagna con un'esuberanza fisica simile a quella dei tempi belli. Contro un avversario difficile come Mannarino si è imposto in tre set, dominando alla distanza, col punteggio di 6-7 7-6 6-2. Una partita che fa venire l'acquolina in bocca per Sydney, ma anche per l'Australian Open. Questo Fognini piace, piace molto. Ma è pur sempre Fognini: in un primo set un po' folle, ha buttato via il tie-break con tre errori consecutivi dal 4-4. Un rovescio largo (e racchetta per aria), un rovescio in rete (con palla scaraventata fuori dallo stadio) e un dritto affossato hanno portato il francese avanti di un set. Scorie di vecchio Fabio, che continueremo a vedere. L'importante è gestirle, circoscriverle, renderle fini a se stesse. Fognini lo ha fatto e questo è molto importante: sotto 7-6 4-2, ha recuperato il break di svantaggio nell'ottavo game, al termine di uno scambio mozzafiato, una quarantina di colpi in cui ha mostrato cuore e polmoni, da mediano di qualità. Però lo ha chiuso da “puntero”, con uno splendido vincente di rovescio.

“SAREI STATO CONTENTO ANCHE IN CASO DI SCONFITTA”
Nel secondo tie-break, Fabio si è preso quello che si era auto-tolto nel primo set (dove pure era stato avanti 4-1 e servizio): lo ha iniziato con un doppio fallo, ma poi lo ha rovesciato con tre vincenti, uno più bello dell'altro: rovescio lungolinea sulla riga, passantino incrociato di rovescio e dritto anomalo in avanzamento. Un set pari, palla al centro. Fosse stato un match di pugilato, Fognini avrebbe meritato la vittoria ai punti. Nel terzo, ha legittimato la sensazione prendendo rapidamente il largo e chiudendo con un ace. Bravissimo. “È stata davvero dura – ha detto a caldo – sono contento perché è la mia prima semifinale in questo torneo, dove peraltro avevo sempre giocato male. Forse è arrivata l'edizione fortunata. Se anche avessi perso sarei stato contento della prestazione. Il primo set è stato folle, l'ho perso nonostante due break di vantaggio, ma mi sentivo molto bene. Sono davvero soddisfatto di come ho giocato”. Intanto si è già assicurato 90 punti ATP e un paio di gradini nel ranking: già certo di presentarsi a Melbourne da numero 25, potrebbe salire al n.21 in caso di vittoria. Sarebbe il quinto titolo ATP, il primo lontano dalla terra battuta. Ma andiamoci piano: come detto qualche riga fa, è pur sempre Fognini. L'incostanza e l'imprevedibilità faranno sempre parte di lui, anche nel corso del singolo match. Ma la base creata da Davin induce all'ottimismo. Il suo prossimo avversario sarà Daniil Medvedev: nel match giocato in contemporanea, sul Campo 1, il giovane russo ha superato Paolo Lorenzi con un doppio 6-3, impedendo una semifinale tutta italiana. Fognini ha vinto l'unico precedente, cinque mesi fa a Cincinnati. Le premesse sono incoraggianti. “I top-10? Quelli sarebbero l'obiettivo finale” sussurrava Davin un anno fa, all'inizio del progetto. Fosse stato per lui, non lo avrebbe neanche detto. Resta complicatissimo, ma se Fabio continua così...

SYDNEY INTERNATIONAL – Quarti di Finale
Fabio Fognini (ITA) b. Adrian Mannarino (FRA) 6-7 7-6 6-2
Daniil Medvedev (RUS) b. Paolo Lorenzi (ITA) 6-3 6-3

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