Riccardo Bisti
11 October 2017

Fognini condannato... con la condizionale

96.000 dollari di multa e sospensione da due Slam: è la sentenza del Grand Slam Board per i fatti dello Us Open, quando Fabio Fognini insultò pesantemente la giudice di sedia. Ma c'è una postilla: se farà il bravo per due anni, non sarà squalificato e la multa verrà dimezzata. È un precedente pericoloso: cosa bisogna fare per essere sospesi?

A poco più di un mese dai fatti dello Us Open, è arrivata la (finta) stangata a Fabio Fognini. I fatti sono ben noti: durante il primo turno contro Stefano Travaglia, il ligure si era lasciato andare a frasi volgari e sessiste nei confronti della giudice di sedia, la svedese Louise Engzell. Al netto dei precedenti della Engzell con i tennisti italiani, un comportamento inaccettabile che è stato possibile smascherare grazie ai microfoni piazzati a bordocampo. Il comitato dei tornei del Grande Slam intervenne subito, squalificando Fognini dal torneo (era ancora in gara in doppio con Simone Bolelli) e rifilandogli 24.000 dollari di multa. Tuttavia, fu annunciata l'apertura di un ulteriore indagine per capire se Fognini avesse violato un paio di commi dell'articolo IV del Codice di Condotta dei tornei del Grande Slam. Con un breve comunicato, snodato in sei punti, il Board ha illustrato motivazioni ed entità della squalifica.

  1. Fabio è stato ritenuto colpevole di aver violato l'articolo IV.A (massima violazione e comportamento aggravato) e il IV.B (condotta contraria all'integrità del gioco).

  2. In aggiunta ai 24.000 dollari già pagati a Flushing Meadows, dovrà sborsarne altri 96.000. Tuttavia, la sanzione sarà dimezzata se Fabio non commetterà infrazioni analoghe nei prossimi otto Slam.

  3. Fognini è squalificato da due prove del Grande Slam (una di queste deve essere lo Us Open). Tale sanzione, tuttavia, è sospesa. Se Fognini non commetterà infrazioni analoghe negli Slam del 2018 e del 2019, la sfangherà.

  4. Se Fognini dovesse ricadere nello stesso tipo di infrazione, le sanzioni originarie saranno reintrodotte, con l'aggiunta di nuove penalità.

  5. Fognini ha accettato la sentenza e non si appellerà alla decisione. L'azzurro ha espresso rimorso per la sua condotta ed è fiducioso di trovare la condizione necessaria per ridurre la pena.

  6. I proventi delle multe a Fognini, come sempre, saranno destinati al Grand Slam Development Fund, un fondo economico che punta a sostenere lo sviluppo del tennis nelle aree meno sviluppate.

PRECEDENTE PERICOLOSO
L'eredità di questa sentenza è preoccupante: passa il messaggio che un giocatore può commettere infrazioni analoghe senza correre il rischio di squalifiche. E non dimentichiamo che Fognini ha avuto spesso problemi di natura disciplinare, tanto che qualche anno fa aveva rischiato una squalifica da parte dell'ATP perché è arrivato ad un passo dal raggiungere il limite massimo di multe, oltre il quale scatta la sanzione. Insomma, era più che recidivo. Cosa potrebbe pensare un giocatore con meno precedenti di Fognini? Tra l'altro, le sanzioni sopra elencate sono valide soltanto per i tornei del Grande Slam. Per intenderci, se Fabio dovesse cadere in un comportamento simile in un qualsiasi torno ATP o in Coppa Davis, se ne occuperebbero gli enti preposti e la sua partecipazione agli Slam non sarebbe in pericolo. Torna dunque d'attualità una questione mai risolta: la necessità di un “commissioner” che gestisca il tennis al di là delle tante (troppe) sigle che lo compongono. Tra l'altro, da qualche anno i tornei del Grande Slam si sono staccati dall'ITF, stabilendo un comitato e regole proprie. Lo sparpagliamento dei poteri ha certamente dato una mano a Fognini: se ci fosse stata un'unica sigla, probabilmente l'azzurro avrebbe avuto conseguenze disciplinari ben peggiori. Una situazione analoga a quella di Kyrgios: se l'australiano non si fosse sottoposto al “programma di recupero” suggerito dall'ATP dopo il suo comportamento a Shanghai 2016, non avrebbe comunque corso il rischio di non giocare lo Us Open perché la sanzione era esclusivamente ATP. E anche dopo il suo discutibile ritiro di quest'anno, durante il match contro Steve Johnson, se l'è cavata con una sanzione pecuniaria. D'altra parte, il tennis è sempre stato molto tollerante con i tennisti bizzosi. Non capita quasi mai che un tennista venga squalificato durante una partita: quando accade, è perché è successo qualcosa di veramente grave. Persino John McEnroe è stato squalificato soltanto una volta. Al di là di tutte le considerazioni di valore sul caso Fognini, pare chiaro che la sentenza metta in scena un precedente molto pericoloso. E ci domandiamo: cosa deve fare un giocatore per essere squalificato? Sinceramente, non riusciamo a capirlo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA