Marco Caldara
23 November 2017

Pollicino Goffin, serve un altro miracolo

Toccherà a David Goffin aprire la finale di Lille, contro il suo amico Lucas Pouille. Ci ha perso tre volte su tre, ma stavolta non può sbagliare. È l'unico top-10 in gara: le speranze del Belgio di vincere l'Insalatiera passano quasi tutte da lui. Van Herck sceglie De Loore per il doppio, mentre Noah si prende un bel rischio: fuori Mahut, sarà Gasquet a far coppia con Herbert.
Di miracoli David Goffin ne ha già fatti almeno un paio la scorsa settimana a Londra, battendo prima Rafael Nadal, poi Roger Federer, e arrivando a un set dal titolo alle ATP Finals. Ma gli straordinari per il 26enne di Rocourt non sono ancora finiti. Anzi, il bello viene ora, col peso di una nazione caricato sui suoi 68 chili. Inutile girarci intorno: è vero che Steve Darcis per i tifosi belgi è una sorta di divinità, ma le speranze del piccolo Belgio di conquistare la sua prima Coppa Davis passano tutte dalla Wilson neroverde del numero 7 del mondo. A maggior ragione dopo che il sorteggio, tenuto questa mattina alla Prefecture du Nord di Lilla, ha assegnato a lui il compito di aprire la finale dello Stade Pierre Mauroy contro la Francia, venerdì alle 14 contro il suo amico Lucas Pouille. Nelle sue gambe veloci c’è la stanchezza del Masters, dove all’inizio sembrava a pezzi e poi è risorto, e ci sono anche le tante fatiche accumulate nella sua miglior stagione in carriera, che sembravano averlo svuotato già al termine della tournèe asiatica. Ma c’è anche una fiducia che probabilmente non aveva mai avvertito prima. A Lilla non c’è spazio per le scuse, i se e i ma: è l’unico top-10 in gara nella finale, e il Belgio punta fortissimo su di lui. “Sarebbe meraviglioso chiudere il 2017 vincendo la Coppa Davis – ha detto –, perché è un grande evento e tornare in Belgio con la coppa sarebbe qualcosa di incredibile. Non abbiamo niente da perdere, ma non siamo i favoriti. Si gioca in Francia (anche se il confine dista poco più di una decina di chilometri, ndr), e tutto lo stadio sarà contro di noi. Per questo dovremo dare veramente tutto. Sono felice di scendere in campo per primo: era la soluzione ideale sia per me sia per Darcis, che invece preferisce giocare per secondo. Nella finale di due anni fa (persa in casa con la Gran Bretagna, ndr) ero molto stanco. Stavolta proverò a giocare più rilassato”.
CONTRO POUILLE NON HA MAI VINTO
Per Goffin c’è subito un problema: contro Pouille non ha mai vinto. È più forte lui, e su questo non ci sono dubbi. Tuttavia, si sono affrontati per tre volte e per tre volte l’ha spuntata il francese, sempre nel 2016. Ma niente paura: anche contro Federer aveva sempre perso, e prima di affrontarlo all’O2 Arena aveva addirittura dichiarato di non sapere come fare a batterlo. Il campo ha detto che l’ha imparato in fretta e ci è riuscito, e il favorito sarà lui, capace di vincere quindici degli ultimi sedici incontri di singolare giocati con la maglia della nazionale, perdendo solamente contro Andy Murray nella finale del 2015. In seguito, a provare a rovinare la festa ai 27.500 dello splendido stadio polifunzionale di Lilla, toccherà a Steve Darcis, l’uomo Davis per eccellenza del Belgio, che quest’anno ha vinto 4 partite su 5. Contro di lui Jo-Wilfried Tsonga, numero uno dei francesi, e vero asso nella manica di capitan Yannick Noah. A occhio e croce sembra l’unico in grado di battere Goffin in singolare, ma non dovrà fare scherzi contro un Darcis che a suon di slice e variazioni ha il tennis per fargli fastidio. L’unico precedente fra i due risale addirittura al 2002 (!), quando erano entrambi minorenni, in un Futures in Francia. Il belga si ritirò dopo appena cinque game. “La Francia è favorita – ha ribadito Johan Van Herck, capitano del team belga – anche solo per il fatto che gioca in casa. Ma noi siamo un ottimo team, e nel corso delle ultime stagioni l’abbiamo dimostrato a più riprese. Siamo pronti a sfidarli, e penso che possa venire fuori un week-end molto interessante”.
L’AZZARDO DI NOAH: FUORI MAHUT
Mentre la scelta dei singolaristi ha seguito le previsioni della vigilia, sono arrivate delle sorprese importanti dai doppi. Il capitano belga ha deciso di affidarsi di nuovo a Joris De Loore, singolarista prestato al doppio in nazionale, assente nella semifinale con l’Australia a causa di una piccola operazione al ginocchio, e inizialmente convocato solo come quinto uomo. Il 24enne di Bruges non gioca un match dallo Us Open, ma ha detto di sentirsi al 100% e tanto è bastato a convincere il capitano a sacrificare Arthur De Greef per dare di nuovo spazio a lui, capace di trovare con Ruben Bemelmans un’intesa che nei mesi scorsi gli ha permesso di vincere un paio di doppi molto importanti per la squadra. Tuttavia, la vera notizia riguarda la scelta di Yannick Noah, che ha deciso di assumersi un bel rischio dividendo la coppia Herbert/Mahut, fra le migliori del mondo, per lasciar fuori il secondo e dar spazio in formazione a Richard Gasquet. E pensare che il più a rischio del quartetto sembrava Herbert, che la scorsa settimana si è ritirato dalle ATP Finals per un problema alla schiena. Ma l’allarme è rientrato e lui ha guadagnato la fiducia del capitano, a differenza di Mahut, sempre schierato nei match precedenti ma escluso proprio dal più importante. Una bella doccia fredda. “Ho deciso di scegliere i due migliori singolaristi e i due migliori doppisti – ha detto Noah – e penso che Gasquet ed Herbert si completino a vicenda”. Sarà vero, ma la scelta obbligherà il secondo ad apportare degli aggiustamenti alle sue abitudini, visto che è solito a giocare sinistra, mentre con Gasquet giocherebbe a destra. Magari avrà ragione il capitano, ma alla vigilia di una finale di Davis – ammesso che non ci siano dietro altre ragioni – il rischio pare fin troppo esagerato. Ma questo è Yannick Noah. Prendere o lasciare.
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