PAURA DI PERDERE GLI SPONSOR
Secondo la Moore, nello spogliatoio WTA c'è un clima tranquillo, di ampia tolleranza. “Nessuna giocatrice ci ha detto nulla, anzi, ci hanno chiesto la data del matrimonio per eventualmente venirci a trovare”. Su internet esiste un sito, denominato Outsports, in cui sono raccontate esclusivamente le storie di atleti gay. Secondo il fondatore Cyd Zeigler, l'omosessualità è parte integrante del circuito WTA: “Basti pensare a Navratilova, King, Mauresmo, ma anche a Renèe Richards. Però adesso non c'è una giocatrice che faccia un po' da leader. Mi sembra un po' curioso”. La risposta, probabilmente, risiede nel timore di perdere sponsor. Nel suo coming out, Johanna Larsson è stata chiara. Dipendendo da alcune aziende che le permettevano di finanziarsi l'attività, si è tenuta tutto dentro per evitare di essere giudicata e magari perdere certi contratti. Si sfiora questo argomento anche nel film “Battle of Sexes”, uscito in questi giorni: oltre a parlare della mitica sfida tra Billie Jean King e Bobby Riggs, si racconta anche la complicata relazione della King con Marilyn Barnett, sfociata in una causa milionaria che nel 1981 costò qualche sponsor alla WTA. Anche Martina Navratlilova ha raccontato di aver perso qualche contratto dopo essersi rivelata. Ma c'è chi non si preoccupa e vive la propria sessualità alla luce del sole, senza problemi. Se la Corrin è un filo più riservata, la Moore è ben disposta a parlarne. Certo, oggi è più facile rispetto a qualche anno fa, quando l'omosessualità era vista come una malattia e i suoi esponenti come malati da emarginare. La favola di Tara e Conny, prima di convolare a nozze, proseguirà sul campo da tennis. In questi giorni sono impegnate a Stillwater, Oklahoma, sia in singolare che in doppio. Ormai hanno iniziato a vincere e non vogliono fermarsi più. In attesa di coronare un sogno ancora più importante.