"SAREBBE UNA SCELTA DI PASSIONE"
Lo svizzero ha giocato per cinque volte la finale del Roland Garros: ha vinto quella del 2009, completando il Career Grand Slam, mentre ha perso le restanti quattro contro Rafael Nadal (2006, 2007, 2008 e 2011). Nel 2011, proprio sulla terra ha giocato una delle sue migliori partite: la semifinale parigina contro Novak Djokovic, allora imbattuto da oltre 40 match. Negli ultimi anni, in effetti, non aveva ottenuto granché, anche se sulla terra è arrivato il successo in Coppa Davis, quando lui e Wawrinka batterono la Francia in finale. Giocare sul rosso non sarebbe troppo razionale. Da un lato potrebbe accumulare punti ATP che gli darebbero una mano in classifica, dall'altra rischierebbe di arrivare stanco sull'erba e a corto di energie nella seconda parte dell'anno. Ma allora, perché potrebbe scegliere di tornare sulla terra? “Soltanto perché voglio farlo, è una faccenda esclusivamente di passione”. In effetti, sin da ragazzino, Roger ha giocato parecchio sulla terra. Era lì che giocava presso il circolo “Old Boys” di Basilea. e sempre sulla terra incassò un incredibile 6-0 6-0 contro Reto Schmidli presso il Grüssenhölzli Tennis Center di Pratteln, comune di 15.000 abitanti a due passi da Basilea. Era il 1991. Sulla terra ha giocato il suo primo match nel circuito, a Gstaad nel 1998. I numeri, tuttavia, certificano che da professionista l'ha maneggiata il minimo indispensabile: in 20 anni ci ha giocato “soltanto” 76 tornei ATP, a cui vanno aggiunte 9 serie di Coppa Davis, 3 Challenger (Ginevra 1998, Espinho e Lubiana 1999), 2 tappe del circuito satellite (gli antesignani degli attuali Futures) e uno dei primissimi Futures, a Schwabisch-Hall, in Germania, quando perse da Martin Spottl, ex coach di Mohamed Safwat. Nell'anno in cui ne compirà 38, King Roger potrà permettersi di fare ciò che vuole. Anche contro il mero interesse di classifica.