22 January 2015

Federer: "Mi sono sentito spiato, serve più privacy"

L'intervista di Roger Federer, che vince in rimonta dopo aver ceduto un set a un ottimo Simone Bolelli. Durante il match anche una discussione con il cameraman ... di MONICA ZANELLI

Federer: "mi sono sentito spiato, serve più privacy"

Traduzione di Monica Zanelli - Foto Ray Giubilo

 

- Ti ha sorpreso il primo set di Bolelli, che non aveva mai vinto un set contro di te? E ti sorprende che non abbia mai battuto un top 10 in 34 match?

“Penso che abbia giocato due buoni set contro di me in Coppa Davis, lo sentivo imporre il gioco da fondocampo, con un buon diritto, una risposta efficace e un rovescio solido con la possibilità di colpire in slice. Non sono stato molto sorpreso a dire la verità. Mi ha sorpreso invece come stesse facendo bene, soprattutto al servizio, ma le condizioni di gioco erano veloci e questo rende più facile servire e più difficile rispondere. Forse non avrei dovuto perdere il servizio ma stava davvero giocando bene da fondocampo. In una situazione del genere subire un break può voler dire perdere il set. Mi sono sentito un po’ sotto pressione nel secondo set, ma sono contento di come ne sono uscito”

- Come va il dito e la vescica?

“Non so se è una vescica, non so cosa sia. Ho iniziato a sentire qualcosa sulla punta del dito dopo il break  e per tre, quattro game è stata una sensazione stranissima. Sentivo il dito intorpidito e gonfio”

- Il fisioterapista non sa cosa possa essere?

“No, non si riesce a vedere nulla, ma è gonfio. Non so cosa sia, ma finché non è niente di grave va bene così”

- Non ti è piaciuto che il cameraman venisse troppo vicino e gli hai detto “è proprio necessario che tu venga così vicino?”.

Non mi è piaciuto perché ci vuole un po’ di privacy. Lì discuto sulle possibili opzioni di gioco e mi sentivo come spiato. Gli ho chiesto se doveva per forza stare così vicino. Evidentemente non doveva, infatti si è spostato più indietro” (sorride)

- Ti senti fisicamente come qualche anno fa o senti che devi adattarti un po’ perché non sei più giovanissimo?

“No, mi sento bene. Non mi sento diverso da quattro anni fa, davvero. Forse faccio più attenzione ai segnali che mi manda il mio corpo. Chiaramente con il passare degli anni vuoi anche sperimentare qualcosa di nuovo, ma non è necessariamente dovuto all’età. Poi anche la mente diventa importante. Quanto desideri essere là fuori? Quanto vuoi giocare e vincere? Perché lo fai ancora? Lo fai per le ragioni giuste? Queste considerazioni diventano più importanti dei vari discorsi sul fisico su cui tutti si concentrano”.

 

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