Federer è in tempo, Del Potro è in ritardo

Un break per set è sufficiente a Roger Federer per aggiudicarsi l'atteso match contro l'argentino. Rapido negli spostamenti, ha spesso trovato il lato sinistro dell'avversario, fulminandolo col dritto. Adesso sfida Roberto Bautista Agut. Si è giocato in uno stadio pieno, con un clima degno di una finale.

Tanti appassionati, a partire dai numerosi latinos in tribuna, speravano che Juan Martin Del Potro potesse fare match pari contro Roger Federer. Non è andata così, forse perché è ancora in ritardo di condizione, di sicuro perché lo svizzero ha ritrovato antiche sensazioni. Si spiega così il 6-3 6-4 con cui Federer ha centrato gli ottavi al Miami Open, infilando la quindicesima vittoria su sedici match stagionali. Anche Del Potro, dunque, finisce tra i giocatori sconfitti nel magico avvio 2017 di King Roger, dopo che si era già preso gli scalpi di Wawrinka, Nishikori e Nadal. Il match è durato un'ottantina di minuti e si è subito capito chi era il più forte. Sin dai primi colpi, Federer ha provato a restare lontano dal dritto di “Delpo”, inchiodandolo sul lato sinistro. Da parte sua, l'argentino cercava di sparare il dritto non appena ne aveva l'occasione. Federer sciupava due palle break sul 3-2, ma quella buona arrivava all'ottavo. Il match si decideva sul 5-3, quando Del Potro aveva quattro chance per tornare in partita, ma non ne sfruttava neanche una. Anche nel secondo, un break era sufficiente a Federer per andare in fuga. Sul 4-3, Del Potro aveva l'ultima chance per tornare in partita ma non la sfruttava (ottima prima di Federer, risposta lunga). E così Roger poteva sigillare la sua firma autograta sulla telecamera, sorridente e sollevato. “Ero io a spingere di più, il destino del match era soprattutto sulla mia racchetta – ha detto – mi piace questo modo di giocare”.

DUE IMPEGNI DI FILA PER ROGER
Da parte sua, Del Potro è comunque soddisfatto. “Ho fatto del mio meglio, ma lui ha giocato bene sulle palle break. Credo che sia stata l'unica differenza del match”. Non è andata proprio così, visto che 19 punti di differenza (70 a 51) sono un divario importante. E poi Roger ha tirato molti più dritti vincenti di lui. Al di là dello spettacolo in campo, gli spalti sono stati all'altezza. Vuoto nei primi giorni, il Centrale di Crandon Park si è riempito in ogni ordine di posti, con il tifo equamente suddiviso tra i sostenitori di Federer (con l'inconfondibile logo “RF”) e quelli dell'argentino, armati di bandiere e magliette della nazionale di calcio. “E' vero, c'è stata una splendida atmosfera – ha detto Federer – ho giocato con il bel tempo, con un grande avversario e un grande pubblico. Avrei potuto desiderare di più?”. Secondo Del Potro, la chiave del gran momento attuale di Federer sta nel gioco di gambe. A suo dire, si muove meglio di prima a questo gli consente di essere più aggressivo con un colpo, il rovescio, già molto incisivo. Il prossimo avversario di Federer sarà Roberto Bautista Agut (n.14 del draw), che ha tolto di mezzo Sam Querrey. Per lui sarà un test interessante, poiché tornerà a giocare due match in giorni consecutivi dopo un po' di tempo. “In questo momento non ci sono molto abituato, spero che il mio corpo sia pronto”. Intanto mette altro fieno in cascina per un'ipotetica leadership mondiale che, giorno dopo giorno, è sempre meno un miraggio e sempre più un traguardo concreto.

ATP MASTERS 1000 MIAMI
Roger Federer (SUI) b. Juan Martin Del Potro (ARG) 6-3 6-4

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