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Marco Caldara
27 February 2017

Semaforo azzurro - Febbraio '17

Nuova rubrica per Il Tennis Italiano, sul... tennis italiano. Ogni fine mese, i nostri promossi e i bocciati: giocatori in primis, ma anche club, dirigenti, eventi e non solo. A febbraio ce n'è per tutti i gusti: da Fognini-Davis alla Schiavone che va negli States, il Tennis Rozzano, Barazzutti, Sanguinetti, Berrettini, la Fed Cup fortunata, la nostra Next Gen e tanto altro.

TENNIS ROZZANO
Una decina di giorni fa, con una lunga intervista alla direttrice sportiva Amanda Gesualdi, vi abbiamo raccontato la decisione del Tennis Rozzano, piccolo club alle porte di Milano, di non affiliarsi più alla Federazione Italiana Tennis dopo 40 anni. L’hanno definita “una passività sportiva, economica ed emotiva” nel bilancio dell’attività del club, stanchi dei continui aumenti nelle tasse e di una politica in cui da tempo non si riconoscono più. La scelta può essere condivisa o meno, ma la presa di posizione merita comunque rispetto (e attenzione). Specialmente in un ambiente, quello dei club e dei maestri, che ricalca a pieno la più grande passione degli italiani: lamentele tante, azioni poch(issim)e.

I PRIMI PASSI DI FOGNINI-DAVIN
È vero, è presto, ma fin qui la nuova partnership fra Franco Davin e Fabio Fognini non ha restituito chissà quali risultati. Anzi. Nei primi due tornei sulla terra battuta l’azzurro ha vinto solamente un match, e a Rio de Janeiro ha gettato alle ortiche una grossa occasione per centrare una semifinale da 180 punti. Contro Albert Ramos aveva vinto 9 volte su 10, mentre in Brasile ci ha perso nettamente, in un match scivolato via senza un vero perché. La vittoria contro Feliciano Lopez in Australia aveva subito illuso, poi si è scoperto che lo spagnolo aveva qualche fastidio alla schiena, l’azzurro lo sapeva e per questo ci ha messo un’attenzione extra. Sarebbe bene usarla più spesso.

MATTEO BERRETTINI
È l’unica nota positiva dell’avvio di stagione dei giovani italiani. Nel (suo) primo torneo dell’anno ha vinto un ben frequentato Futures da 25.000 dollari in Svizzera, e al Challenger di Bergamo ha infilato due buone vittorie contro pronostico, portando la bandiera italiana ai quarti di finale. La lunga pausa del 2016 l’ha aiutato a mettere massa nella parte superiore del corpo, restituendogli un rovescio sempre più competitivo. Magari non ancora per sfondare, ma il livello è diventato molto interessante: il servizio supera i 220 all’ora, il diritto fa male e l’atteggiamento è quello giusto. Da inizio anno ha già scalato un centinaio di posizioni e di questo passo entrerà a breve fra i primi 300, visto che non ha alcun punto da difendere da qui a settembre. Non sarebbe una sorpresa trovarlo nelle qualificazioni degli Slam europei.

LA SCHIAVONE NEGLI STATES
L’ha confessato lei stessa a metà febbraio, in un’intervista con Daniele Azzolini per il quotidiano Avvenire: il futuro prossimo di Francesca Schiavone non sarà in Italia. A fine 2017, dopo l’addio al tennis giocato, la milanese si trasferirà a Miami per “insegnare tennis ai ragazzini”. Una decisione che fa rumore e fa sorgere una domanda: possibile che in Italia non abbia trovato una soluzione in grado di soddisfarla? Curioso. Anche perché negli ultimi anni la Federazione Italiana Tennis aveva palesato a più riprese la volontà tenersi stretti i propri migliori ex giocatori, come dimostrano i casi di Santangelo, Galimberti, Garbin, Volandri e Camerin. Certo, non è da escludere che ci abbiano provato (o lo faranno) anche con lei…

IL PUBBLICO DI BERGAMO
Sarà che è il primo della stagione, o l’ingresso gratuito, o i 12 anni di storia, o l’ottima organizzazione, o un palazzetto che – malgrado sia molto vecchio – offre una visuale splendida da ogni angolo, ma il Challenger di Bergamo continua a confermarsi uno degli appuntamenti top del calendario italiano. Un torneo da oltre 20.000 spettatori nell’arco della settimana, con finale (di nuovo) sold out e giocatori che restano sorpresi di trovare così tanta gente sin dal primo turno. L’atmosfera è degna del circuito maggiore.
LA FORTUNA DELL’ITALIA DI FED CUP
Evidentemente i quattro successi dell’Italia di Fed Cup fra 2006 e 2013 hanno convinto gli dei del tennis ad aiutare la nostra nazionale femminile in un periodo molto molto difficile. Per i play-off di aprile, da vincere per non finire in Serie C, le azzurre potevano pescare la Gran Bretagna di Johanna Konta, o la Serbia, o il Kazakhstan, invece l’urna ha regalato (perché di regalo si tratta) Taiwan, la miglior avversaria possibile visto gli screzi fra le giocatrici e la Federazione. E a sorpresa è stata cancellata anche l’incognita di una trasferta in Asia: cambio di sede, si gioca in Italia, sicuramente sulla terra battuta. Ergo, azzurre ancor più favorite. Con la speranza che la sorte non venga mai a chiedere il conto.

LA NOSTRA NEXT GEN
Berrettini a parte, nei primi due mesi dell’anno dai nostri giovani è arrivato poco o nulla, nemmeno un quarto di finale a livello Challenger. Lorenzo Sonego e Gianluigi Quinzi hanno giocato un solo torneo (il secondo ha chiesto una wild card per Bergamo, ma non l’ha ricevuta), mentre Matteo Donati continua a combattere col proprio fisico. L’unico ad aver giocato con continuità è Stefano Napolitano, ma con risultati molto deludenti. Il ventunenne biellese aveva chiuso il 2016 col primo titolo Challenger, lasciando intendere di aver finalmente trovato la chiave per esplodere, invece ha aperto il 2017 con due vittorie in sette tornei. E a Bergamo ha lasciato anche un paio di racchette.

IMG ACADEMY
La notizia è della settimana scorsa: da quest’anno sbarcheranno anche in Italia delle tappe del “Discovery Open Qualifying”, il maxi torneo organizzato dalla IMG Academy di Nick Bollettieri per scovare in giro per il mondo talenti delle categorie under 12, 14 e 16. L’opportunità è interessante, sia per i giocatori (i vincitori voleranno a Bradenton per il Master finale), sia per i club: in primis perché qualsiasi struttura può richiedere di ospitare una tappa, e poi perché ai circoli che la otterranno andrà un voucher del valore di 2.300 dollari (pari ad una settimana di allenamento in IMG), da destinare a un allievo a piacimento.

L’ITALIA AL FEMMINILE
Fra sette giorni Sara Errani uscirà dalle prime 100 del mondo, dopo quasi dieci anni di permanenza. Non se lo merita, ma il ranking – giustamente – non tiene conto di infortuni, scelte e periodi complicati. E così da marzo l’Italia si troverà con solamente due giocatrici nella top-100, un record negativo che non si vedeva da tantissimi anni. A livello statistico conta poco: la romagnola vale abbondantemente le prime 100, e le recupererà appena i problemi fisici saranno risolti, ma il dato fa comunque riflettere. Anche perché Roberta Vinci rischia di uscire dalle prime 30, Camila Giorgi è numero 74 e la Schiavone sta iniziando ad allontanarsi sempre di più. Giusto non attendersi altre quattro top-10 come è capitato – a momenti alterni – nell’ultimo decennio, ma qui non si hanno più nemmeno quattro top-100.
DAVIDE SANGUINETTI
Negli States, Davide Sanguinetti deve aver lasciato un gran bel ricordo a qualcuno. Non si spiega altrimenti la scelta di Ryan Harrison di ingaggiarlo come secondo coach, per le settimane (europee in primis) nelle quali l’head-coach Peter Lucassen non può seguirlo nei tornei del circuito. Fatto sta che, anche se hanno lavorato insieme solamente in Australia, il primo e attesissimo titolo ATP di Harrison è arrivato a poche settimane dalla nuova collaborazione, che di colpo si è fatta molto più interessante, visto che Harrison parla ancora di top-10. Sanguinetti? Al posto giusto nel momento giusto. Promosso.

CLASSIFICHE FEDERALI 2018
Ci sono delle novità interessanti (come i due aggiornamenti nel corso dell’anno) e altre che ai giocatori di club piacciono molto meno. Ma il problema è un altro: il nuovo metodo per la compilazione delle classifiche federali è stato reso noto in torno al 20 febbraio, con oltre un mese e mezzo di 2017 già alle spalle. Era così difficile organizzarsi in tempo?

CORRADO BARAZZUTTI
Ha appena compiuto 64 anni, ma Corrado Barazzutti ma non molla di un centimetro. Dopo la trasferta all’Australian Open è volato a Buenos Aires per la Davis, poi ha dato una mano alla new entry Tathiana Garbin durante la sfida di Fed Cup di Forlì, quindi ha trascorso qualche giorno all’Accademia di San Marino (ufficializzando il suo nuovo ruolo di consulente tecnico della FST) e poi si è trasferito al Challenger di Bergamo, per seguire da vicino tutti i giocatori italiani. Qualcuno – giocatori in primis – lo ritiene fondamentale, mentre altri non vedono di buon occhio la sua longevità in panchina, ma di certo non si può dire che “Barazza” non si dia da fare.

LA SFORTUNA DI KARIN KNAPP
Sulle generalità della tennista italiana più forte di sempre si può discutere, anche se forse lo Us Open di Flavia Pennetta non basta a spodestare dal trono Francesca Schiavone, mentre sul nome della più sfortunata non ci sono dubbi: Karin Knapp. L’altoatesina si è appena sottoposta alla quinta (!) operazione al ginocchio destro, stavolta per un problema all’articolazione femoro-rotulea. Lo stop non dovrebbe essere lunghissimo, visto che si parla di un paio di mesi, anche se in realtà – Australian Open a parte – Karin è ferma da New York. È uscita di nuovo dalle top-100, e ripartire un’altra volta sarà veramente complicato.

STEFANO PISANI
Chi è? Il genio che ha portato Novak Djokovic su Lercio, il celebre sito di notizie goliardiche capace di raccogliere quasi un milione di like su Facebook. Basta il titolo del pezzo: “Malatennis. Denunciato Novak Djokovic: durante i tornei faceva l’ostetrico al Loreto Mare”. 4.000 battute da ridere. Ah, c’è ancora qualcuno che certe notizie le prende per vere. Ma quella non è colpa di Lercio.
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