TENNIS ROZZANO
Una decina di giorni fa, con
una lunga intervista alla direttrice sportiva Amanda Gesualdi, vi abbiamo raccontato la decisione del Tennis Rozzano, piccolo club alle porte di Milano, di non affiliarsi più alla Federazione Italiana Tennis dopo 40 anni. L’hanno definita “
una passività sportiva, economica ed emotiva” nel bilancio dell’attività del club, stanchi dei continui aumenti nelle tasse e di una politica in cui da tempo non si riconoscono più. La scelta può essere condivisa o meno, ma la presa di posizione merita comunque rispetto (e attenzione). Specialmente in un ambiente, quello dei club e dei maestri, che ricalca a pieno la più grande passione degli italiani: lamentele tante, azioni poch(issim)e.
I PRIMI PASSI DI FOGNINI-DAVIN
È vero, è presto, ma fin qui la nuova partnership fra Franco Davin e Fabio Fognini non ha restituito chissà quali risultati. Anzi. Nei primi due tornei sulla terra battuta l’azzurro ha vinto solamente un match, e a Rio de Janeiro ha gettato alle ortiche una grossa occasione per centrare una semifinale da 180 punti. Contro Albert Ramos aveva vinto 9 volte su 10, mentre in Brasile ci ha perso nettamente, in un match scivolato via senza un vero perché. La vittoria contro Feliciano Lopez in Australia aveva subito illuso, poi si è scoperto che lo spagnolo aveva qualche fastidio alla schiena, l’azzurro lo sapeva e per questo ci ha messo un’attenzione extra. Sarebbe bene usarla più spesso.
MATTEO BERRETTINI
È l’unica nota positiva dell’avvio di stagione dei giovani italiani. Nel (suo) primo torneo dell’anno ha vinto un ben frequentato Futures da 25.000 dollari in Svizzera, e al Challenger di Bergamo ha infilato due buone vittorie contro pronostico, portando la bandiera italiana ai quarti di finale. La lunga pausa del 2016 l’ha aiutato a mettere massa nella parte superiore del corpo, restituendogli un rovescio sempre più competitivo. Magari non ancora per sfondare, ma il livello è diventato molto interessante: il servizio supera i 220 all’ora, il diritto fa male e l’atteggiamento è quello giusto. Da inizio anno ha già scalato un centinaio di posizioni e di questo passo entrerà a breve fra i primi 300, visto che non ha alcun punto da difendere da qui a settembre. Non sarebbe una sorpresa trovarlo nelle qualificazioni degli Slam europei.
LA SCHIAVONE NEGLI STATES
L’ha confessato lei stessa a metà febbraio, in un’intervista con Daniele Azzolini per il quotidiano Avvenire: il futuro prossimo di Francesca Schiavone non sarà in Italia. A fine 2017, dopo l’addio al tennis giocato, la milanese si trasferirà a Miami per “
insegnare tennis ai ragazzini”. Una decisione che fa rumore e fa sorgere una domanda: possibile che in Italia non abbia trovato una soluzione in grado di soddisfarla? Curioso. Anche perché negli ultimi anni la Federazione Italiana Tennis aveva palesato a più riprese la volontà tenersi stretti i propri migliori ex giocatori, come dimostrano i casi di Santangelo, Galimberti, Garbin, Volandri e Camerin. Certo, non è da escludere che ci abbiano provato (o lo faranno) anche con lei…
IL PUBBLICO DI BERGAMO
Sarà che è il primo della stagione, o l’ingresso gratuito, o i 12 anni di storia, o l’ottima organizzazione, o un palazzetto che – malgrado sia molto vecchio – offre una visuale splendida da ogni angolo, ma il Challenger di Bergamo continua a confermarsi uno degli appuntamenti top del calendario italiano. Un torneo da oltre 20.000 spettatori nell’arco della settimana, con finale (di nuovo) sold out e giocatori che restano sorpresi di trovare così tanta gente sin dal primo turno. L’atmosfera è degna del circuito maggiore.