AL DI LA' DEGLI INGAGGI
Si tratta di un passaggio importante anche sul piano politico. In passato c'era stato qualche attrito tra Brennwald e l'entourage del giocatore: le parti non si erano accordate sull'entità dell'ingaggio e ci fu una viva polemica. Tony Godsick, storico manager dello svizzero, aveva rifiutato l'offerta di Brennwald e chiese una cifra molto elevata, quantificabile tra il milione e mezzo e i due milioni di dollari. Il torneo ripiegò su Rafa Nadal. A risolvere la questione fu Federer in persona, che giocò ugualmente senza nessun contratto, per il solo piacere di giocare nel torneo di casa. “Tutti sanno quanto significhi per me questo torneo. Sono stato un raccattapalle, ho giocato le qualificazioni, ho affrontato Agassi quando ero un junior. Ho vissuto momenti memorabili” aveva detto in un'intervista con il suo biografo Renè Stauffer. L'amore per questo torneo è stato confermato ancora una volta. C'è poi un altro aspetto, ancora più interessante: detto che le cose possono sempre cambiare, questa notizia certifica l'intenzione di Federer di giocare almeno altri tre anni. E' una sorpresa, poiché si pensava (lo pensavamo anche noi...) che chiudere nel 2018, a vent'anni dalla sua prima apparizione contro Andre Agassi, sarebbe stato un modo emozionante per dire addio al tennis giocato, peraltro inaugurando la nuova St. Jakobshalle. Ma l'amore per il tennis e le sensazioni fisiche sono più importanti di queste cose. E così, Roger Federer pensa di allungare ancora un po' la sua permanenza nel mondo del tennis.