UNA MARCIA IN PIU'
”E' fantastico aver raggiunto questo obiettivo – ha proseguito – io provo a prendere un torneo alla volta, senza pensare al passato. Ovviamente vincere regala fiducia, ho esperienza nel giocare le finali, ma ogni volta è una nuova sfida”. Nel primo set c'è stato un vivo equilibrio, anche se la Svitolina è sempre stata in vantaggio. Per due volte ha preso un break di vantaggio e per due volte si è fatta riprendere. Al nono game, tuttavia, è arrivato lo strappo decisivo. “Dopo il primo game mi sentivo molto stanca e sapevo che avrei dovuto dare tutto perché Caroline sbaglia poco – racconta la Svitolina – per spingerla all'errore gratuito devi impegnarti duramente. Per questo è stato un sollievo vincere il primo set, poi nel secondo ho giocato sempre meglio”. A parte il punteggio, il secondo set ha offerto una serie di game equilibrati, ma era come se alla Wozniacki mancasse una marcia in più, quella decisiva. Fino alla quarta-quinta viaggiava bene, ma non aveva cilindrata a sufficienza. Al contrario, le accelerazioni della Svitolina erano ben più efficaci. A ben vedere, l'esito è stato molto simile a quello della finale di Dubai, quando Elina si era imposta 6-4 6-2. Ripensando alla partita, la Svitolina ha detto di aver cercato di non pensare al fatto che fosse una finale. “Devi avere un piano chiaro e preciso: ho imparato molto dalla finale di Dubai, direi che mi ha aiutato a gestire i nervi e restare calma nei momenti importanti”.