EVENTO DA RILANCIARE
Dopo una trentina d'anni, dunque, l'ex “Lipton” abbandonerà l'isolotto di Key Biscayne a causa dell'ostruzionismo della famiglia Matheson, un tempo era proprietaria della zona. In virtù di un accordo siglato nel 1993, i Matheson hanno ancora voce in capitolo su qualsiasi modifica nell'aria e uno di loro, Bruce, si è messo di traverso. A nulla sono serviti corsi, ricorsi e battaglie legali intraprese da IMG, peraltro forte di un progetto di ampliamento approvato da un referendum che aveva dato oltre il 70% di consensi (vedi foto qui sopra). Da quando ha ristrutturato lo stadio, Ross sta cercando di ospitare più eventi possibili: non solo football, ma anche calcio e adesso tennis. La sua proposta è costruire una struttura nell'immenso parcheggio fuori dallo stadio, mentre il campo centrale troverebbe spazio all'interno. Come detto, l'accordo metterà fine a una storia nata nel 1987 e che ha vissuto edizioni e partite straordinarie. Senza ricorrere a frasi di facciata, IMG ha ammesso che senza una struttura migliore non saranno più in grado di offrire il montepremi necessario per il Miami Open. In una nota, il sindaco di Miami ha spiegato come sarà risolto il contratto che avrebbe tenuto il torneo a Key Biscayne fino al 2023: in cambio della risoluzione anticipata, il torneo pagherà 1,3 milioni di dollari alla Contea e si impegna a rimanere nella zona di Miami per 20 anni. In questo momento, il Miami Open rappresenta una spesa per la contea: il passaggio all'Hard Rock Stadium, non il massimo dal punto di vista paesaggistico, dovrebbe consentire di mettere in ordine i conti.