Due o tre domande a Sergio Giorgi

Il padre di Camila rilascia un'intervista al Messaggero direttamente da Katowice, dove la figlia sta giocando il torneo WTA. Buona parte delle sue affermazioni si prestano a una replica. Ma ci sono altre domande che restano senza risposta, nella speranza che un giorno arrivi...  

A 24 ore dall'intervista a Sergio Palmieri sul “Caso Giorgi”, il Messaggero ha concesso un'opportunità di replica a Sergio Giorgi. Il papà-coach di Camila non è entrato nel merito di una vicenda legale che sembra ormai inevitabile, ma ha espresso alcuni concetti quantomeno discutibili, specie per chi segue da tempo e con attenzione il percorso suo e della figlia nel circuito mondiale. Qui sotto riportiamo le frasi più significative riferite a Gianluca Cordella, accompagnate da una nostra riflessione.

 

"Io ho perso una figlia: saltare le Olimpiadi o pagare 300.000 euro di multa per me sono solo cavolate. L'importante è che Camila sia serena. Non c'entrano ranking e soldi. C'entrano i figli. E io faccio tutto ciò che mi è possibile perché Camila stia bene"

 

Sul primo punto ha ragione: sopravvivere a un figlio è la peggiore tragedia possibile per un genitore. Proprio per questo, ci si domanda perché debba tenere spesso un atteggiamento scomposto, sia con la figlia che con chiunque non gli vada a genio. Crediamo alla sua sincerità quando dice che fa il possibile per fare stare bene la figlia: tuttavia abbiamo qualche riserva sul fatto se urlarle contro sia la cosa migliore. Le testimonianze sono tante: oltre a quella di Sergio Palmieri espressa il giorno prima, abbiamo anche quella di Pablo Arraya, ex ottimo giocatore peruviano che ha ospitato i Giorgi per qualche settimana nella sua accademia. Altre fonti sostengono che ci sarebbero stati litigi tra padre e figlia durante alcuni allenamenti, col padre uscito dal campo salvo poi ricomparire uno o due giorni dopo. Altri ancora hanno confidato che, in almeno un'occasione, Camila sarebbe entrata in campo quasi sull'orlo del pianto dopo un litigio con il padre.

 

"Se vuole giocatore i tornei e fare punti per il ranking giochiamo. Se vuole fare altro, facciamo altro"

 

Questa affermazione fa il paio con un'altra che ripete spesso: “Se Camila volesse smettere di giocare domani, non ci sarebbero problemi”. Sergio ha sempre sostenuto che la figlia amava la Fed Cup perché le piace lo spirito di gruppo. Al contrario, lui non ha mai avuto una buona opinione di questa manifestazione. Adesso, delle due l'una: o non era vero che Camila ama così tanto la Fed Cup (un'incomprensione con Barazzutti non pare sufficiente per dire addio a una competizione che si gioca così volentieri...o no?), oppure nei fatti di questi giorni c'è davvero lo zampino del padre.

 

"Se hanno Barazzutti in casa che dicono sia un fenomeno, com'è che non emerge più nessun talento? Io ho portato senza un soldo una ragazzina al numero 30 del mondo con un livello di gioco altissimo e con un potenziale che purtroppo è ancora in parte inespresso per colpa di problemi extra-campo. Loro quanti maestri hanno? Mille? Duemila? Allora come mai Burnett, Caregaro e compagnia non emergono? Poi magari Palmieri ha ragione e adesso vengono fuor dieci top-ten italiane...mi tiro fuori dai giochetti: "Chi allena meglio, chi allena peggio..."

 

Su Barazzutti c'è un equivoco: il capitano di Davis e Fed Cup non ha alcuna responsabilità nella crescita dei giovani azzurri. Anzi, lo stesso “Barazza” ha detto che non gli dispiacerebbe avere un ruolo più attivo su Tirrenia. La responsabilità tecnica dell'alto livello è stata dal 2004 al 2010 di Renzo Furlan, poi di Eduardo Infantino (connazionale di Sergio Giorgi). Vedremo cosa succederà nel prossimo quadriennio. Quando parla di aver portato sua figlia al numero 30 WTA senza un soldo...beh, diciamo che negli Stati Uniti c'è qualcuno che non la pensa esattamente così. I paragoni con Burnett e Caregaro sono quantomeno poco eleganti: non è certo una colpa nascere senza l'esplosivo talento atletico e tecnico di Camila Giorgi. Tra l'altro, facendo determinati paragoni, Sergio Giorgi fa esattamente quello che dice di rifuggire: il giochetto “Chi allena meglio, chi allena peggio...”

 

"Stare lontani dalla federazione per me è un fatto positivo. Per questo sono molto rilassato, anzi, direi che sono proprio contento"

 

Non la pensava così quando ha firmato il maxi-accordo con la FIT. E poi, avrebbe detto queste cose se la Federazione avesse accettato la richiesta di non convocazione per Spagna-Italia, peraltro rinunciando a un punto cardine del contratto?

 

"Di come finirà questa vicenda sinceramente non mi interessa proprio. Che possono fare? Ammazzarmi, tagliarmi una gamba? Non credo..."
 

Fatichiamo a comprendere il senso dell'ultima frase. Al massimo, la FIT può rivalersi nelle sedi più opportune per far rispettare i punti di un contratto regolarmente sottoscritto. Sergio Giorgi è perfettamente legittimato a disinteressarsi alla vicenda, anche perché è seguita dagli avvocati. Se però dovessero imporgli di pagare una determinata cifra, beh, dovrebbe almeno mettere mano al conto corrente.

 

Sergio Giorgi ha detto queste cose da Katowice, dove la figlia è impegnata nel locale torneo WTA. Nel tardo pomeriggio di mercoledì, Camila ha centrato un posto nei quarti battendo la russa Ekaterina Alexandrova col punteggio di 4-6 6-2 6-4. A dispetto del ranking non straordinario dell'avversaria (n. 264) si tratta di un buon successo, poiché la Alexandrova ha sfoderato un'ottima prestazione. Nei quarti ci sarà la vera prova del nove contro Kirsten Flipkens, avversaria dal tennis molto ostico per gli schemi di Camila. Non a caso, ci ha perso due volte su due. Dovesse batterla, sarebbe davvero un buon successo. Tornando al caso Fed Cup, e più in generale al fenomeno Giorgi, siamo sinceramente dispiaciuti dal fatto che papà Sergio non voglia in alcun modo parlare o rilasciare interviste con noi, poiché ci sarebbero tanti punti da chiarire. Ad oggi, ci sarebbero tante domande da fargli. Eccone alcune, nella speranza che un giorno abbia voglia di chiarire tutto punto per punto.

- Di chi è stata l'idea di chiedere la non convocazione per Spagna-Italia?

- Di chi è stata la decisione di dire no anche dopo il tempo extra stabilito dalla FIT per evitare di arrivare allo scontro?
- Ritiene di aver commesso qualche errore nella gestione della figlia? Se sì, quali?

- Tornando alla vicenda dei debiti contratti negli Stati Uniti, potrebbe fornire dettagli e documentazioni sulle “tre cause” vinte? Chi erano i presunti creditori che hanno perso queste tre cause?

- Dopo il distacco con la FIT, ha pensato di scegliere di giocare con un'altra Federazione, pur sapendo che non potrà più giocare in Fed Cup? Se sì, a quali nazioni ha pensato?

- Ha detto a Sergio Palmieri di avere già a disposizione una nuova sede di allenamento. Dove? Con l'ausilio di chi?

Ci sarebbero poi tante altre curiosità, che però riguardano i rapporti personali di Sergio e Camila con altri personaggi del tennis. Scriverle qui sarebbe poco elegante. Se un giorno avremo la possibilità di parlare con lui, saremo ben lieti di porgliele.  

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