Djokovic, una Davis per rinascere

Il serbo ripone più di una speranza sul weekend di Davis contro la Spagna (priva dei migliori). Vuole testare il gomito e mettere più tennis possibile nelle gambe. “Dopo un inizio di stagione non ideale, è la priorità a prescindere dalle superficie”. Fa i complimenti a Federer e ammette: “Avevo bisogno di riposo, ho passato del tempo con la mia famiglia”.

Era stata la Coppa Davis, sei anni fa, a scatenare la grande ascesa di Novak Djokovic. La vittoria contro la Francia, nella finale di Belgrado, lo esaltò fino a fargli vincere una quarantina di partite di fila nella prima metà del 2011. Oggi Nole sta vivendo uno dei momenti più complicati della sua carriera e, ancora una volta, ha scelto l'Insalatiera per provare a ripartire. Sulla carta, il match non è proibitivo. Si gioca a Belgrado, presso la Aleksandar Nikolic Hall, contro una Spagna rabberciata. Per intenderci, persino la serafica Conchita Martinez se l'è presa con alcuni giocatori per lo scarso attaccamento alla causa. Nole dovrà battere Albert Ramos Vinolas e Pablo Carreno Busta, non esattamente due macchine da guerra (soprattutto il primo, mentre Carreno è nono nella Race stagionale). Insieme a lui, Viktor Troicki, Dusan Lajovic e il capitano-giocatore Nenad Zimonjic. Saltare il torneo di Miami gli è servito a ricaricare le batterie, anche se gli sarebbe piaciuto vincere per la settima volta a Key Biscayne. “Ovviamente avrei voluto esserci, ma non è stato possibile – ha detto Nole nella conferenza stampa pre-draw di Belgrado – però mi sono rigenerato passando un po' di tempo a casa con mia moglie e mio figlio. Trascorrere tempo di qualità con la mia famiglia mi rende molto felice, e non sempre riesco ad averne”. Rigenerato nel fisico e nella mente, almeno a parole, è chiamato a guidare la Serbia verso una semifinale contro la vincente di Francia-Gran Bretagna.

L'ENERGIA POSITIVA DELLA DAVIS
“Giocare sul cemento non è la preparazione ideale in vista della stagione sul rosso, ma visto che sono stato fermo per qualche settimana dopo un avvio di stagione non straordinario, ho bisogno di giocare più partite possibili per tornare sui miei livelli, indipendentemente dalla superficie. E poi la Davis è un evento speciale: si crea un tipo di atmosfera che non si vede nel circuito. Non vedo l'ora di giocare davanti al mio pubblico. Ho sempre tratto energia positiva dalla manifestazione”. Ne avrà bisogno, perché è entrato in una spirale negativa che ormai va avanti dallo scorso Roland Garros, quando ha vinto il suo 12esimo Slam. “Quello che Federer sta facendo nel 2017 è ammirevole e dimostra che un tennista può giocare ai massimi livelli anche alla sua età. Ha avuto qualche alto e basso negli ultimi tre anni, ma dopo lo stop dell'anno scorso è tornato più forte che mai”. Da parte sua, se escludiamo la vittoria a Doha a inizio stagione, Djokovic viene da tre mesi modesti. “Non ho fatto granché a Indian Wells, ho saltato Miami...non posso dire che sia l'ideale. Ho avuto la fortuna di giocare al massimo per sei anni, mentre adesso le cose sono un po' differenti. Avevo bisogno di riposo”. In merito alla sfida del weekend, si è limitato a dire: “La Spagna è una delle nazioni di maggior successo in Davis. I migliori non ci sono, ma non li dobbiamo sottovalutare”. Senza Nadal, Ferrer, Bautista, Verdasco e Lopez, sembra tutto apparecchiato per restituirgli vittorie e morale. Manca soltanto la prova del campo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA