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Djokovic nell'abisso: KO anche a Miami

Sempre più irriconoscibile, il serbo cede 6-3 6-4 a Benoit Paire e incassa la terza sconfitta consecutiva: non gli accadeva dal 2007. “Ci sto provando, ma non funziona. Vengo da due anni difficili, ma non mi voglio lamentare: c'è chi ha avuto infortuni più gravi dei miei”. Si riprenderà, ma il robot di qualche anno fa sembra definitivamente tramontato.

Undici anni fa, il Miami Open lanciava la stella di Novak Djokovic. Dominando in finale Guillermo Canas, intascava il suo primo Masters 1000. Negli anni, è diventato uno dei suoi tornei preferiti. Lo ha vinto sei volte (record assoluto insieme ad Andre Agassi), le ultime tre consecutive. Se non saprà riprendersi, l'ultima edizione a Crandon Park rischia di essere ricordata come quella in cui la sua stella si è definitivamente offuscata. Senza apparenti reazioni, si è arreso all'esordio a Benoit Paire, numero 47 ATP. Inoltre, Nole aveva un record incredibile contro i giocatori francesi, con 58 vittorie nelle ultime 59 partite (aveva perso solo da Tsonga a Toronto 2014). Neanche la tradizione gli è venuta incontro nel 6-3 6-4 che lo estromette dal secondo Masters 1000 stagionale. Per lui è la terza sconfitta consecutiva: non infilava un filotto così negativo dal 2007, quando perse le ultime cinque partite della sua stagione. Dopo la partita, Djokovic ha parlato con onestà del suo momento di viva frustrazione. Quando una conferenza stampa assomiglia a una seduta di psicanalisi, beh, non è mai un buon segno. “Ci so provando, ma non funziona – ha detto – questo è tutto. Ovviamente non mi sento bene quando gioco così. Vorrei essere in grado di giocare come vorrei, ma al momento è impossibile”. Ha spiegato di aver scelto di giocare a Indian Wells e Miami per rendersi conto se era in grado di giocare una partita. “Amo giocare sul cemento, e volevo mettere insieme un paio di tornei prima che iniziasse la stagione sul rosso”. Se il fisico è pienamente recuperato – e questo non si può sapere – avrebbe potuto essere una scelta interessante, ma adesso rischia di ritorcersi contro l'ex numero 1 del mondo. Perdere in questo modo è umiliante e fa tremare, anzi, crollare la terra sotto i piedi. “Ovviamente non ero pronto” ha sibilato. Djokovic ha basato i suoi successi con due colpi da fondocampo solidi e precisi: oggi gli manca tutto. Potenza, precisione, convinzione. Contro Paire è affogato in un mare di errori gratuiti e ha avuto un solo momento di reazione, quando ha brekkato per la prima volta in francese quando era già sotto 6-3 4-2. Era l'occasione per rovesciare il match, ma non c'è stato niente da fare.

FUTURO INCERTO
“Sai che non puoi essere il giocatore e la persona di prima, allora devi continuare ad allenarti, evolvere, cercare di migliorare il tuo gioco. Negli ultimi due anni ho vissuto circostanze molto impegnative, ma non sono l'unico che vive certi momenti. Voglio dire, esistono infortuni ben più gravi. Insomma, non mi va di lamentarmi di quello che ho vissuto”. La verità è che oggi è una copia sbiadita del giocatore che ha sostanzialmente dominato il tour dal 2011 al 2016. La sensazione è che non sarà facile trovare una chiave per invertire completamente la tendenza. Nel 2010 ci furono un paio di episodi e situazioni che hanno cambiato in meglio la carriera. Ma era più giovane di otto anni e aveva parecchie responsabilità in meno. Più il tempo passa, più diventa difficile immaginarlo dominante come in passato. Si riprenderà, tornerà a vincere qualcosa, ma il Nole d'acciaio rischia di doversi declinare al passato. Nell'immediato, proverà a giocare il Masters 1000 di Monte Carlo, che per lui è un po' l'evento di casa. Ma non ne è sicuro. “Non so cosa attendermi, non mi aspetto niente. In questo periodo sto affrontando diverse sfide, sia nel mio gioco che nella salute. Vorrei capire il tutto e vedere cosa succede”. Insomma, le prossime sessioni di allenamento saranno decisive. “Io adoro il tennis – ha concluso, nel tentativo di lasciare un messaggio di speranza – ci sono molte persone che mi sostengono, specialmente qui. Li ringrazio per il loro sostegno. Purtroppo non sono al livello che si aspetterebbero. Ma va così, e la vita va avanti”. Tornando al Miami Open, la sconfitta di Djokovic fa un favore a Juan Martin Del Potro (vincitore su Haase nell'ultimo match di giornata), suo potenziale avversario negli ottavi e inevitabile favorito della parte bassa: adesso l'argentino sfiderà Nishikori, poi negli ottavi il vincente tra Krajinovic e, appunto, Benoit Paire.

ATP MASTERS 1000 MIAMI – Secondo Turno
Benoit Paire (FRA) b. Novak Djokovic (SRB) 6-3 6-4

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