I CASI DI BAHAMONDE E CIURLETTI
Ma non è tutto, perché sempre nelle sue dichiarazioni rilasciate a Diario Sintesis, il tennista sudamericano ha detto che in più
la naturalizzazione gli apre la possibilità di ricevere degli inviti per i tornei Challenger. Vista l’età è difficile che la carriera di Gennaro possa ricevere il supporto (economico o di wild card) da parte della Federtennis, e l’augurio è che la sua sia solamente una speranza, visti i precedenti storici non proprio felici. Negli anni scorsi, infatti, partendo da un’idea dell’ex direttore tecnico Edoardo Infantino la Federtennis
aveva naturalizzato due giovani argentini, aprendo i rubinetti e le porte del Centro Tecnico di Tirrenia a Francisco Bahamonde e Andres Gabriel Ciurletti, con l’obiettivo di potenziare il bacino di speranze del nostro tennis. Col senno di poi si può dire che non è andata benissimo: il ventunenne Bahamonde, il cui passaggio sotto il tricolore
aveva scatenato non poche polemiche sia in Italia sia nel suo paese d’origine, ha praticamente abbandonato nell’estate del 2016 l’idea di diventare un tennista professionista, nonostante fosse salito al numero 344 ATP, e da allora se n’è tornato a casa sua a Mendoza e si è iscritto all’Università, solo un anno dopo il via dell’esperienza italiana. Mentre Ciurletti, che con Bahamonde condivideva l’appartamento nella foresteria del Centro Federale, fa ancora parte dei progetti targati FIT e continua ad allenarsi a Tirrenia, ma
a 20 anni è impantanato al numero 1.398 della classifica ATP. Non esattamente quello che ci si augurava nel 2015.