40 ANNI DOPO VIRGINIA RUZICI
A quel punto, la resa dell'americana è stata evidente. Fino ai festeggiamenti, sobri, in perfetto stile Halep. Dopo il matchpoint è andata ad abbracciare il suo clan: Cahill, i genitori (mamma Tania e papà Stere), tutti. Scene commoventi che però non si sono tramutati in lacrime. L'unico momento in cui gli occhi le si sono inumiditi è stato durante la premiazione, quando gli altoparlanti hanno suonato l'inno rumeno, con il suo sound solenne che rispecchia una storia travagliata. Composto addirittura nel 1848, "Desteapta te, Romane!" ("risvegliati, romeno!") È diventato inno nazionale soltanto nel 1990 dopo la caduta di Ceaucescu. C'era ancora il vecchio dittatore, nel 1978, quando Virginia Ruzici colse uno storico successo che oggi va definitivamente in archivio. Quest'anno, il quarantennale ha significato tanto per il Roland Garros: non solo il successo della Halep, ma anche la semifinale di Marco Cecchinato nel torneo maschile, dopo che Corrado Barazzutti aveva fatto altrettanto nel 1978. Con questo successo, Simona Halep resterà al numero 1 del mondo e la sua carriera potrebbe vivere una svolta. Vincere uno Slam è come entrare in un club, il più ristretto, una specie di iniziazione. Stappato il tappo delle frustrazioni, adesso il suo tennis potrà sgorgare senza più fantasmi né pensieri. È il giusto premio per una giocatrice che si è costruita piano piano, senza contare sulla potenza che ormai ha preso piede anche nel tennis femminile. Certe sconfitte avevano fatto pensare a una maledizione, a un sogno che non si sarebbe mai realizzato. Il coraggio di continuare a crederci, di lavorare sempre di più, è stato premiato in un assolato pomeriggio parigino. Accompagnato da quel “Simona! Simona! Simona!” che difficilmente dimenticherà.
ROLAND GARROS DONNE – Finale
Simona Halep (ROM) b. Sloane Stephens (USA) 3-6 6-4 6-1