Marco Caldara
31 October 2017

Da Parigi a Parigi, finalmente Cuevas

Dopo 5 mesi e dieci sconfitte di fila, Pablo Cuevas torna a vincere una partita, battendo Khachanov a Bercy. Dopo un brillante inizio di 2017, l’uruguaiano non superava il primo turno addirittura dal Roland Garros. “Ho faticato a ritrovare il ritmo e la concentrazione dei primi mesi, e la fiducia se n’è andata”. Si è risvegliato nell’ultimo torneo utile.
La striscia di sette primi turni consecutivi con cui Paolo Lorenzi ha chiuso la stagione è la peggiore della sua carriera, ma nel 2017 del circuito ATP c’è anche chi ha fatto peggio. Si tratta di Pablo Cuevas, che proprio in extremis è riuscito a lasciarsi alle spalle una terribile serie di dieci sconfitte di fila, superando il primo turno al Masters 1000 di Parigi-Bercy. Curioso che la sua striscia di KO fosse iniziata proprio nella capitale francese, al terzo turno del Roland Garros, dove a fermarlo fu Fernando Verdasco. Il 6-2 6-1 6-3 a favore del mancino spagnolo sembrava un risultato molto severo, specie per lo splendido rendimento che l’uruguaiano aveva tenuto nei Masters 1000 sulla terra battuta, sfiorando la semifinale a Monte Carlo e raggiungendola a Madrid. Invece, non è stato nulla in confronto a ciò che è successo dopo, con una serie interminabile di sconfitte iniziata senza un vero perché, dopo una prima metà di stagione decisamente brillante, impreziosita anche dal titolo nel suo feudo di San Paolo e dai quarti di finale sul cemento di Indian Wells. La striscia negativa si è aperta all’ATP 250 di Bastad, con il sorprendente KO contro Henri Laaksonen, ed è terminata solo oggi pomeriggio, a poco meno di cinque mesi dall’ultimo successo. A renderla ancora più dolorosa c’è il fatto che Cuevas ha perso 9 volte su 10 con avversari di classifica peggiore, e le sconfitte sarebbero potute anche diventare di più se il sudamericano non avesse saltato a piedi pari la stagione sull’erba, su cui ha vinto appena sei partite in carriera (quattro delle quali nello stesso torneo, Nottingham 2016). Stesso discorso per i forfait ai Masters 1000 di Montreal e Cincinnati, ai quali ha rinunciato per stare vicino alla moglie dopo la nascita della seconda figlia.
QUESTIONE DI FIDUCIA
“Non riesco più a trovare il ritmo e la concentrazione della prima metà di stagione – diceva qualche settimana fa al quotidiano uruguaiano Referí –, dopo il Roland Garros mi sono dovuto fermare una settimana per un problema fisico, e da quando ho ripreso la racchetta in mano non ho più trovato la stesa continuità”. Fortunatamente, ora è tutto dimenticato e la gioia dopo il diritto steccato da Karen Khachanov nel loro match parigino la dice lunga sulle tante difficoltà che Cuevas ha dovuto masticare negli ultimi mesi. Dev’essere terribile viaggiare da un torneo all’altro ed essere fuori dai giochi già nei primi due o tre giorni, per cinque lunghi mesi. “Perdere in continuazione è terribile – aveva continuato –, perché uno si allena e fa le cose regolarmente, ma poi quando scende in campo non riesce a dare una svolta alla situazione. Nel tennis basta poco per perdere una partita, ma quando diventano sempre di più la fiducia se ne va e rialzarsi è sempre più difficile”. Il doppio gli ha dato una mano a restare sereno, grazie alla finale ad Amburgo e ai titoli a Kitzbuhel e Vienna (dopo quelli di inizio stagione a Rio De Janeiro e Monte Carlo), altrimenti avrebbe continuato a fare e disfare le valigie in continuazione. Ma per un giocatore che ha dimostrato di poter ambire a un posto stabile fra i primi 20 del mondo, quello è non è altro che un passatempo, per tenersi allenato e gonfiare il portafoglio. Ciò che conta è solo il singolare, e anche se la lunga serie di KO resta, a gravare su morale e classifica, almeno Cuevas è riuscito a chiuderla prima delle vacanze. E contro Albert Ramos Vinolas avrà subito la possibilità di vincere di nuovo. Viste le condizioni in cui si è presentato a Bercy, chiudere l’anno con (almeno) gli ottavi sarebbe un miracolo.
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