UN LIBRO SUL COURTSIDING
Fedele alla sua policy, la Tennis Integrity Unit non svela le tecniche scelte per individuare e catturare questi soggetti. Nel suo articolo, AP ipotizza che vengano utilizzate strategie investigative tradizionali, come la schedatura dei “sospetti” e il riconoscimento tramite le telecamere a circuito chiuso. Qualche anno fa, durante l'Australian Open, fu arrestato un ragazzo britannico (Daniel Dobson) che aveva un dispositivo speciale nascosto nei pantaloni per trasmettere in via istantanea i punteggi dei match in corso, senza mai staccare lo sguardo dal campo. Ciò che impressionò, in quel caso, è che lavorava per un'agenzia (la londinese Sporting Data Limited) e non per un privato. Sullo stile dei vita dei courtsider è stato addirittura scritto un libro: l'autore è uno di loro, Brad Hutchins, che qualche tempo fa ha scritto “Game, Set, Cash! Inside the Secret World of International Tennis Trading”. A suo dire, è un lavoro divertente. “Siamo consapevoli di operare in una zona grigia, ma ne vale la pena”. Gli esperti sostengono che i courtsiders ottengono i risultati in tempo reale, in modo da poter giocare su un match prima che i punteggi vengano aggiornati dagli stessi giudici di sedia o compaiano nelle TV di tutto il mondo, dopo il fisiologico ritardo dei feed televisivi. Conoscere in anticipo il risultato significa poter scommettere su un match in base alle quote in vigore al punto precedente. La pratica non è illegale, ma è ritenuta vietata perché comporta un vantaggio sugli altri scommettitori che non è basato sulle abilità. Le agenzie di scommesse hanno creato un enorme giro d'affari su giocate di ogni tipo: ormai si può scommettere sul singolo game, su quanti giochi durerà un set o quanti games saranno intascati da un singolo giocatore. In certi casi, si può addirittura giocare sul singolo punto.