Marco Caldara
14 November 2018

Scherzetto indiano: ci attende l'erba

Ottenute un paio di deroghe da parte dell'ITF, l'India ha deciso di rispolverare l'erba per il 1° turno della prossima Coppa Davis contro l'Italia. Si giocherà al Calcutta South Club, l'1 e 2 febbraio. Entusiasta capitan Bhupathi: «affrontarli sul cemento sarebbe stato un suicidio, mentre così possiamo sfruttare il fattore campo. Sull'erba abbiamo una chance».
La nuova Coppa Davis dell’Italia partirà sull’erba. Sembrava che la storia recente degli incontri casalinghi dell’India potesse scongiurare l’eventualità di giocare sui prati, invece per il duello con l’Italia in programma l’1 e 2 febbraio 2019 i padroni di casa hanno scelto di tornare alle origini, rispolverando una superficie usata solamente una volta negli ultimi dieci incontri. Decisivo il “sì” ricevuto da parte dell’ITF a un paio di deroghe richieste sui requisiti minimi per organizzare la sfida, che si giocherà al Calcutta South Club, impianto da 17 campi da tennis che festeggerà così l’inizio del centesimo anno d’attività. Secondo le normative ITF, gli impianti che ospitano gli incontri di primo turno del Gruppo Mondiale devono poter accogliere un minimo di 4.000 spettatori, e dietro alla linea di fondo deve esserci uno spazio pari a 27 piedi (8,2 metri). Requisiti soddisfatti in India da solo due impianti outdoor permanenti: il centrale della Delhi Lawn Tennis Association e quello della Maharashtra State Lawn Tennis Association. Tuttavia, entrambe le strutture sono sprovviste di campi in erba, condizione alla quale i vertici della All India Tennis Association (AITA) hanno deciso di dare l’assoluta priorità, per aumentare le proprie chance in una sfida molto complicata. Considerato che anche le due alternative sull’erba al Calcutta South Club, individuate nelle città di Chandigarh e Jaipu, non rispettavano comunque la norma dei 27 piedi, l’AITA ha chiesto un aiuto all’ITF, che ha deciso di chiudere un occhio accettando la candidatura di Calcutta. Di piedi fra la linea di fondo e il termine del campo ce ne sono 21 (6,2 metri), e attorno a uno dei sei campi in erba del club, ricavati uno accanto all’altro in un semplicissimo prato, verranno allestite delle tribune tubolari in grado di accogliere 3.000 spettatori, il 25% in meno di quelli richieste dagli standard ITF.
Mahesh Bhupathi, capitano dell'India
L'ITF NEGA LA MODIFICA ALLE DATE
La Federazione indiana aveva chiesto all’ITF anche una terza deroga, relativa alla possibilità di far disputare la sfida sabato e domenica, invece di venerdì e sabato, ma la richiesta è stata rigettata e l’incontro si disputerà in concomitanza con le altre undici sfide di primo turno, che promuoveranno le vincitrici alla maxi fase finale in programma a novembre alla Caja Magica di Madrid. “Affrontare l’Italia sul cemento sarebbe stato un suicidio – ha detto Mahesh Bhupathi, che dopo l’esperienza fallimentare con l’IPTL è diventato capitano dalla nazionale –, perché hanno sei giocatori nei primi 100 del mondo, quindi dovevamo trovare un modo per sfruttare al meglio il fattore campo, e provare a mettere in difficoltà i nostri avversari. Giocare sull’erba in un periodo di tornei sul cemento può essere la soluzione. Sicuramente è la miglior chance che abbiamo per battere l’Italia: era ciò che volevamo come squadra e siamo contenti che la Federazione si sia impegnata per darci questa opportunità. Ora spetta a noi provare a sfruttarla. Nel Gruppo Mondiale non c’è alcuna avversaria facile, ma sull’erba crediamo di avere una possibilità”. Una mossa impeccabile: con Ramkumar Ramanathan che va a nozze sui prati, al punto da raggiungere quest’anno la finale a Newport a suon di serve&volley, non potevano scegliere meglio. Anche se gli azzurri restano favoriti. Curiosamente, l’Italdavis non gioca sui prati proprio dall’ultima trasferta in India, datata 1985, quando sempre a Calcutta (ma in un altro impianto, Woodburn Park) l’Italia di Cancellotti, Ocleppo e Claudio Panatta si arrese per 3-2 a Vijay Amritraj e Ramesh Krishnan. È stata l’unica sconfitta azzurra in cinque sfide con l’Italia, e ci sono tutti i presupposti perché rimanga tale. Erba o non erba.
© RIPRODUZIONE RISERVATA