Marco Caldara
15 September 2018

Quattro ore e 43' per accendere la speranza

In 118 anni di storia gli Stati Uniti sono riusciti una sola volta a rimontare da 0-2 in Coppa Davis, nel lontano 1934 sull'erba del Centre Court di Wimbledon. Un'impresa che contro la Croazia resta lontana anni luce, ma è ancora possibile grazie al successo in doppio di Mike Bryan e Ryan Harrison, passati su Dodig/Pavic dopo cinque set e quasi cinque ore. A Cilic, domenica, il primo match-point.
84 anni. È il tempo trascorso dall’unica volta in cui gli Stati Uniti sono riusciti a rimontare uno svantaggio di 2-0 in Coppa Davis, in quasi 120 anni di storia. Era il turno decisivo della prima fase dell’edizione 1934, che sull’erba del Centre Court di Wimbledon promosse gli Shields, Wood, Lott e Stoefen a giocarsi la finale al Challenge Round, contro i britannici campioni in carica. Per regalarsi una nuova finale, in un tennis così diverso che la vera Coppa Davis ha deciso di mandarla in pensione, gli americani dovranno replicare l’impresa riuscita all’epoca contro l’Australia. Un compito che resta lontanissimo, visto che Steve Johnson dovrebbe fare un’autentica impresa contro Marin Cilic, e Frances Tiafoe qualcosa di molto simile contro Borna Coric, ma sulla carta è ancora possibile, grazie al punto che a Zara ha permesso alla nazionale di Jim Courier di accorciare sull’1-2. Merito di Mike Bryan e Ryan Harrison, coppia arrangiata all’ultimo minuto a causa del forfait di Jack Sock, bravi a lasciare Ivan Dodig e Mate Pavic con un pugno di mosche in mano al termine di una battaglia furibonda. Sulla terra del Sportski Centar Visnjik è finita 7-5 7-6 1-6 6-7 7-6, col tie-break del quinto set a rompere 4 ore e 43 minuti di equilibrio, dopo che i croati erano tornati a sperare di chiudere i conti grazie a un terzo set che ha acceso la loro partita, fino a quel momento di marca americana. È stato il parziale con meno pathos del match, ma è servito a dar coraggio ai padroni di casa, rimasti con la mente al 5-3 e set-point del primo, ribaltato e vinto dagli States con un parziale di 4 giochi a 0. Nonostante qualche problemino d’intesa, normalissimo visto che non giocavano insieme da oltre un anno, Dodig e Pavic (al rientro in nazionale dopo cinque anni d’assenza e discussioni col capitano Zeljko Krajan) hanno giocato meglio nel quarto set e si sono guadagnati il quinto, ma il terzo tie-break di giornata ha premiato gli ospiti, tenendo in vita fino a domenica la corsa alla finale.
CILIC PRONTO A CHIUDERE I CONTI
La volontà di capitan Jim Courier di convincere il 40enne Mike Bryan a tornare in nazionale a due anni dall’addio si è rivelata azzeccata, anche perché il gemello di Bob – fermo da mesi per un problema all’anca – ha ritrovato di recente lo smalto dei tempi migliori. In primavera si era detto parecchio scettico all’idea di giocare senza il fratello, ma si è ricreduto grazie ai risultati, visto che con Sock ha vinto il titolo sia a Wimbledon sia allo Us Open, tornando a trionfare in uno Slam a quattro anni dall’ultima volta e salendo di nuovo in testa al ranking mondiale. Il migliore in campo è stato lui, bravo a traghettare al successo un buon Harrison. Non si può considerarlo uno specialista, ma uno Slam in doppio l’ha vinto pure lui (Roland Garros 2017) e ha spesso fatto la differenza col servizio, semplificando il compito del compagno. Nel momento della verità, al tie-break del quinto set, sono stati semplicemente più solidi e attenti, conquistando nel primo punto un vantaggio mai più restituito. A onor del vero il mini-break è tornato indietro a causa di un doppio fallo dello stesso Harrison, ma tre errori di fila degli avversari li mandavano sul 5-2. Una precisa volée stoppata di Mike Bryan firmava il 6-4, prima che un brutto diritto di Harrison consegnasse un’altra chance ai rivali, vanificando il primo match-point e pareggiando il totale di punti: 192 per parte. Mai come stavolta è stato decisivo un solo punto in più, l’ultimo, deciso da una gravissima incomprensione fra i due croati. Harrison ha risposto come ha potuto alla seconda di Dodig, ma invece di chiudere la volèe Pavic ha lasciato scorrere la palla, affidandola al compagno. Peccato che Dodig non fosse pronto: sulla palla non ci è mai arrivato e il match ha avuto un epilogo difficile da digerire, anche se l’economica della sfida cambierà difficilmente. Domenica mattina alle 11 in campo ci sarà Marin Cilic, prontissimo a consegnare alla Croazia la terza finale della sua storia.

CROAZIA VS STATI UNITI 2-1
Sportski Centar Visnjik, Zara, terra rossa indoor
Borna Coric (CRO) b. Steve Johnson (USA) 6-4 7-6 6-3
Marin Cilic (CRO) b. Frances Tiafoe (USA) 6-1 6-3 7-6
M. Bryan/Harrison (USA) b. Dodig/Pavic (CRO) 7-5 7-6 1-6 6-7 7-6
Marin Cilic (CRO) vs Steve Johnson (USA) domenica
Borna Coric (CRO) vs Frances Tiafoe (USA) domenica
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