UNA BANDIERA CHE LUCCICA
Si è portato 5-3, ha sciupato tre matchpoint, si è fatto riprendere, ma sul 6-6 a trovato l'energia per dare l'ultima spallata. Nell'ultimo punto, scavalcava Daniel con un pallonetto in slice, si presentava a rete ma non aveva bisogno di giocare la volèe perché il recupero del brasiliano volava via. Non aveva neanche la forza di esultare più di tanto. Nessun problema: ci hanno pensato i suoi connazionali, dal capitano Raul Viver ai compagni Giovanni Lapentti, Carlos Avellan e Julio Cesar Campozano. Senza dimenticare la leggenda di un paese, il suo cugino Andres Gomez, che era in panchina a fare il tifo, nel palestrone di Porto Alegre, nel centro sportivo dove si allena e gioca la squadra di calcio. “È un'emozione molto grande – disse nell'intervista sul campo, trattenendo una commozione sincera – dopo aver perso il terzo e il quarto set ero molto stanco, ma questo è il bello della Davis. Arrivano energie impreviste dalla squadra e dal Paese. Perso il quarto, mi sono detto che non avrei voluto perdere. Ho avuto tre matchpoint, in uno Marcos ha tirato un passante sulla riga... ma questa partite si vincono con il cuore e con l'appoggio della squadra”. Questa vittoria lo ha convinto a giocare un anno in più, per assaporare il Gruppo Mondiale, annusato soltanto una volta, nove anni prima. “E tutto questo è reso speciale dalla presenza del mio idolo d'infanzia, Andres Gomez, che è qui e mi ha insegnato molto”. Mentre lo diceva, Gomez gli dava un delicato bacio sulla guancia mentre una bandiera dell'Ecuador gli volava sulla spalla, dando ancora più colore a una giornata storica. I brasiliani capirono e concessero il giro di campo all'Ecuador, con tanto di timidi applausi. Perché certe imprese vanno oltre le bandiere e il fattore campo. Lapentti era già una leggenda del tennis ecuadoriano, ma quel giorno ha scolpito il suo nome nell'eternità. Qualche mese dopo, lo avrebbero premiato come “Sportivo Ecuadoriano dell'Anno”. Con la statuetta in mano, disse: "Questo trofeo mi spinge ad andare avanti affinché la bandiera del mio paese continui a sventolare alta e a luccicare in tutto il mondo". Il tutto mentre risuonavano le note di una canzone che è impossibile non imparare a memoria.
Con amor hoy yo quiero cantar,
Sí, señor, a mi lindo Ecuador.
Con amor siempre debes decir,
Por donde quiera que tú estés,
Ecuatoriano soy.