NEW YORK DA INCUBO A PARADISO
Aveva fatto belle cose a Londra e a Melbourne (a Parigi no, ma la terra non sarà mai sua amica): a New York, tuttavia, “l'ignoranza” si era scontrata con mille paure, quella voglia di spaccare il mondo nella città dove è nata il 6 dicembre 1991. Si è trasferita presto in California e si definisce una “Californian Girl” a tutti gli effetti, ma NY resta casa sua. In otto partecipazioni, tuttavia, aveva raccolto quattro eliminazioni al primo turno e altrettante al secondo. Non c'era una ragione tecnica, se non qualcosa dentro la sua testolina. Quest'anno ha detto addio a Craig Kardon, suo coach da un paio d'anni, affidandosi alle cure di Pat Cash. Scelta coraggiosa, “ignorante”, vista la scarsa esperienza del “pirata” nelle vesti di allenatore. Eppure ha pagato. Coco si è scrollata di dosso le paure ha sta giocando un torneo fantastico, sublimato da una partita che profuma di libidine: ha ricacciato in gola alla Pliskova le sue dichiarazioni, e l'ha disarcionata dalla leadership mondiale. Adesso, il torneo dei suoi sogni è sempre più vicino. È lo stesso torneo dove nove anni fa si è presa il titolo junior, da wild card, senza perdere un set. Coco ha trovato la giusta alchimia tra il suo tennis, il suo team e – soprattutto – la gente di New York. In questi giorni le abbiamo visto mettere in scena delle esultanze degne di Hulk Hogan, leggenda del wrestling, forse il più carismatico di tutti i tempi. Coco non raggiungerà la sua popolarità, ma sta cercando in tutti i modi di prendere il cuore degli americani. “Era da tanto che volevo fare bene a New York, è un torneo extra-speciale per me. Da piccola non seguivo molto il tennis, ma lo Us Open era l'unico torneo che davvero conoscevo insieme a Wimbledon. Per me è il torneo più importante e lo resterà per sempre”. La Pliskova ha commesso un grave errore strategico nello stuzzicare l'american pride di Coco e ne è stata travolta. L'onda della Vandeweghe sta travolgendo tutto e tutti, nella Grande Mela. Potrebbe essere la volta buona, perché la sapienza di Pat Cash potrebbe aiutarla a non disunirsi nelle fasi finali, come troppo spesso le era accaduto in passato. E poi, nella sua mente, l'Arthur Ashe Stadium è diventato un Colosseo, un'arena dove ogni mezzo è lecito. Proprio come nel wrestling.
US OPEN 2017 – Quarti di Finale Donne
Coco Vandeweghe (USA) b. Karolina Pliskova (CZE) 7-6 6-3