Statistiche web
Riccardo Bisti
15 November 2018

Cilic resta a galla, ma la semifinale sembra un'utopia

Marin Cilic trova il modo per disinnescare il servizio di John Isner: lo brekka per tre volte di fila e porta a casa un successo che lo tiene a galla. Tuttavia, ha bisogno di un miracolo: battere Djokovic e sperare che lo stesso Isner (che non è ancora eliminato) superi Zverev. In quel caso, passerebbe addirittura come primo. Scenario surreale.

C'erano le premesse per l'ennesima prestazione incolore in un torneo che non gli porta fortuna. Prima di scendere in campo mercoledì sera, Marin Cilic aveva raccolto una sola vittoria in dieci partite alle ATP Finals. Con il pensiero – inevitabile – all'imminente finale di Coppa Davis, si pensava che potesse un po' mollare, specie dopo aver perso il primo set contro John Isner. Invece ha raccolto un 6-7 6-3 6-4 che lo tiene a galla, anche se la qualificazione rimane problematica: per assicurarsi il passaggio in semifinale, dovrà battere Novak Djokovic venerdì. Sembra utopia. “Dovevo semplicemente rimanere paziente e concentrato – ha detto Cilic – sento di aver giocato un grande tennis nel secondo e nel terzo set”. Reduce da quattro sconfitte consecutive, è stato aiutato da John Isner, tradito dal servizio nei momenti chiave. Brekkato tre volte, in due occasioni ha commesso doppio fallo sulla palla break. Fatto inusuale, visto che l'americano è il giocatore ad aver annullato più balle break nella storia dell'ATP. Alla vigilia del torneo, aveva una percentuale del 70,5%. In effetti, ha cancellato le prime cinque palle break fronteggiate e si è aggiudicato il primo set al tie-break. Sotto 15-40 nel sesto game del secondo set, ha tirato tre ace consecutivi e ha ricucito il game. Lì è stato bravo Cilic a non disunirsi. Dai e dai, Isner si è fatto travolgere dalla pressione, dalla necessità di fare qualcosa di più, e ha ceduto tre servizi consecutivi a cavallo tra il secondo e il terzo set.

ISNER HA ANCORA UNA CHANCE
In avvio di terzo aveva rimesso in piedi il match, ma nel game successivo c'è stato lo strappo decisivo. “Penso che Marin abbia iniziato a vedere meglio la palla – ha ammesso Isner – forse ho perso qualcosa nei miei colpi, ma lui ha dei meriti”. Come sulla palla break decisiva, che ha sigillato il 2-1 nel terzo set, trasformata con una morbida volèe di rovescio. “Ho sentito di avere il giusto slancio verso la fine del secondo set, e ho iniziato a sentire bene la palla – dice Cilic – in alcuni momenti critici, John ha commesso due doppi falli. Questo ha aiutato, ma io ho cercato di essere paziente e pronto a cogliere le opportunità. Dopo aver perso il servizio nel secondo game del terzo set, ho giocato un ottimo tennis”. Isner lo aveva battuto a Miami, lungo il percorso per vincere il suo primo Masters 1000: la vendetta è arrivata dopo sette mesi, in due ore e quattordici minuti, allargando il divario tra i due: adesso è avanti 8-3 negli scontri diretti. La storia dovrebbe essere diversa contro Djokovic, battuto soltanto due volte in diciotto precedenti. Nonostante la sconfitta nello scontro diretto, la qualificazione di Isner sembra più probabile rispetto a quella di Cilic: l'americano deve battere Zverev in due set e sperare che il croato perda contro Djokovic. Al contrario, Cilic deve sperare nello stesso risultato in Isner-Zverev (vittoria dell'americano in due o tre set) e compiere l'impresa contro Djokovic. In quel caso, passerebbe addirittura come primo nel girone. Stranezze da round robin: una volta all'anno, vanno bene. Sono persino divertenti.

NITTO ATP FINALS – Seconda giornata Gruppo Guga Kuerten
Marin Cilic (CRO) b. John Isner (USA) 6-7 6-3 6-4

© RIPRODUZIONE RISERVATA