Ciao Key Biscayne, ecco cosa ci hai lasciato

L'edizione appena iniziata sarà l'ultima a Crandon Park, nell'isolotto di Key Biscayne. Un breve excursus sulla storia del torneo e una carrellata dei momenti più significativi degli ultimi 30 anni, dall'ubriaco che investì Thomas Muster fino all'iguana entrato in campo. In mezzo, c'è stato veramente di tutto.

A partire dall'anno prossimo, il Rickenbacker Causeway non sarà più preso d'assalto dagli appassionati. Il torneo iniziato in queste sarà l'ultimo Miami Open nella storica sede di Crandon Park: dall'anno prossimo, il torneo si sposterà sulla terra ferma, presso l'ultramoderno Hard Rock Stadium. E allora è giunto il momento di guardarsi indietro e ricordare gli attimi più emozionanti di quello che per anni è stato il “Quinto Slam”. Tutto è nato nel 1980, quando i fratelli Buchholz (Butch e Cliff) hanno avuto l'idea di creare un torneo tutto nuovo, una specie di Wimbledon “invernale”. All'epoca direttore esecutivo dell'ATP (che non aveva ancora preso in mano il circuito maschile), Butch Buchholz ottenne il via libera dopo che Lipton aveva accettato di diventare il title sponsor. La prima edizione si è tenuta nel 1985 a Delray Beach, presso il Rod Laver Tennis Resort. L'anno successivo si è spostato a Boca Raton, uno dei cuori pulsanti del tennis della Florida. Non andò troppo bene, così Buchholz si trovò a cercare una terza sede in tre anni. C'erano tante opzioni: Orlando, o magari la California. Tuttavia, qualcuno insistette per incontrarlo a proporgli Miami come possibile sede. Buchholz era scettico, ma accettò di dare un'occhiata. Vide tre potenziali sedi: Flaming Park, Tropical Park e Ameia Earhart Park. Nessuna di queste lo convinse. Ma appena gli mostrarono Key Biscayne, si innamorò. Gli piaceva l'idea di abbandonare la città attraverso un ponte ed entrare in una specie di paradiso tropicale. “Quando ho visto che a Crandon Park Beach c'era la disponibilità di 5.000 parcheggi, ho capito che era il posto giusto”. Ma i problemi non mancavano: il lembo di terra prescelto per ospitare il torneo era stata una discarica di carburante per auto, per ben 27 anni. Nonostante la situazione non fosse delle migliori, c'era spazio per costruire. E Buchholz non perse entusiasmo. Tuttavia, non sapeva che che sarebbe entrato in un'intricata faccenda politica.

Molti residenti di Key Biscayne erano contrari all'idea di un torneo di tennis, in particolare alla costruzione di un campo centrale da 14.000 posti, immaginando che potesse essere utilizzato per concerti e altri eventi. In quei giorni ci furono accesi consigli comunali, petizioni, manifestazioni anche ridicole (qualcuno gettò del tè nell'oceano per sbeffeggiare Lipton), persino alcune minacce di morte. Tuttavia, Buchholz era convinto che fosse il luogo giusto. E così, nel 1987, il torneo ha traslocato nella sede attuale. Tra gli uomini vinse Miloslav Mecir, mentre in campo femminile una giovanissima Steffi Graf superò Navratilova in semifinale ed Evert in finale. Il torneo è cresciuto anno dopo anno, vivendo un passaggio importante nel 1994, quando fu completato il nuovo campo centrale permanente. Il prima match nel nuovo stadio fu giocato da Kathy Rinaldi (attuale capitana della Fed Cup americana) e Karin Kschwendt. Il resto è storia recente: negli ultimi anni, il torneo è finito sotto pressione dai giocatori per migliorare le strutture e restare al passo degli altri grandi tornei Gli organizzatori hanno lanciato un progetto da 50 milioni di dollari (soltanto soldi privati, senza chiedere aiuto alle istituzioni), il quale ha ottenuto il via libera dagli abitanti della zona tramite un referendum: il 73% dei votanti disse sì. Tuttavia, il torneo ha incontrato la ferma opposizione di Bruce Matheson, la cui famiglia aveva raggiunto un accordo con la Contea negli anni 40 per abbandonare l'isolotto. In cambio, tuttavia, i Matheson avevano ancora voce in capitolo su come sarebbe stato utilizzato il terreno. Ne è seguita un'intensa battaglia legale, tra ricorsi e controricorsi, vinta da Matheson. A quel punto, il torneo ha rischiato di salutare Miami. Quando lo spostamento (o addirittura la vendita) sembrava inevitabile, il proprietario dei Miami Dolphins (squadra di football NFL) Stephen Ross ha proposto di spostare l'evento presso l'Hard Rock Stadium, in modo da mantenere il torneo a Miami. Non è stato semplice districarsi tra mille aspetti legali, ma è finalmente arrivata la fumata bianca. La simbolica posa della prima pietra di qualche giorno fa, alla presenza di Serena Williams, è l'inizio di una nuova era. Ma c'è un pezzo di storia che non può essere dimenticato. Con l'aiuto del Miami Herald, diamo un'occhiata ai 20 episodi più significativi del mitico “Lipton”, che ha ha cambiato diversi nomi nel corso degli anni e oggi si chiama semplicemente “Miami Open by Itaù”.

  1. Il 1 aprile 1989, dopo aver vinto la semifinale contro Yannick Noah, in cinque set, Thomas Muster fu investito da un ubriaco mentre stava recuperando le sue borse nel parcheggio del Bayside Marketplace, nel centro di Miami. All'ospedale scoprì di essersi rotto i legamenti del ginocchio sinistro. Sembrava la fine della sua carriera, invece è tornato a tempo di record. Ivan Lendl vinse il torneo e giocò un'esibizione contro Jakob Hlasek. Fu un'iniziativa degli organizzatori per non lasciare a bocca asciutta gli spettatori: i biglietti per la finale, non rimborsabili, costavano 40 dollari. Al rientro nel tour, Muster fece causa al torneo, a Buchholdz e a General Motors chiedendo un risarcimento milionario. L'accordo fu raggiunto a 700.000 dollari.

  2. Otto anni dopo, battendo in finale Sergi Bruguera, l'austriaco avrebbe finalmente vinto il torneo. “È giustizia” disse durante la premiazione.

  3. Quella del 1989 non è stata l'unica finale a non giocarsi. Nel 1996, Goran Ivanisevic si è svegliato con forti dolori al collo prima di affrontare Andre Agassi. Ci ha provato fino alla fine, ma era ancora dolorante prima del match. È sceso in campo, ma dopo 10 minuti ha alzato bandiera bianca, quando era in svantaggio 3-0 e 40-0. Il pubblico non sapeva niente dell'infortunio e si arrabbiò. Mentre Agassi cercava di calmare gli spettatori, Buchholz chiamò Jim Courier, che aveva una casa nei paraggi. Gli chiese di giocare un'esibizione contro Agassi, a costo di mandargli un elicottero a prenderlo. Courier accettò, i due giocarono un set quando si scatenò un nubifragio. Quel giorno andò proprio tutto male.

  4. Nel 1988, le studentesse della scuola femminile Carrollton School of the Sacred Heart, situata in Coconut Grove, ebbero il permesso di uscire prima per assistere alla semifinale della loro compagna: quel giorno, Mary Joe Fernandez sfidò Chris Evert. Un'ottantina di ragazze fecero un gran tifo, ma non bastò a evitare il 6-2 6-1 finale.

  5. La più famosa raccattapalle nella storia del torneo resterà Stephanie Flaherty: il 20 marzo 1994, frustrato durante il suo match contro Andre Agassi, Boris Becker le lasciò la racchetta per giocare un punto. All'epoca aveva 17 anni e giocava a tennis a discreti livelli nel team Hiealeh Miami-Lake. Rispose al servizio di Agassi e vinse il punto.

  6. Nel 1999 c'è stata la prima finale tra sorelle Williams, la prima tra sorelle dopo 115 anni (nel 1884 Maud Watson vinse Wimbledon battendo la sorella Lillian). All'ingresso in campo, gli altoparlanti intonavano “We Are Family”. Vinse Venus in tre set: dopo la partita, papà Richard salutò tutti dicendo “It's Venus' House!”

  7. Tre anni dopo, Serena si è presa la rivincita sulla sorella salvo poi battere Jennifer Capriati in finale. Fu l'inizio di una serie che la portò a vincere quattro Major di fila, il famoso “Serena Slam”. Salì al comando del ranking e ci rimase per 57 settimane di fila. Sarebbero state molte di più se non si fosse infortunata al ginocchio nel 2003.

  8. Nel 1998, prima della finale tra Andre Agassi e Marcelo Rios, furono distribuite tra gli spettatori bandiere americane e cilene. I più rumorosi erano i cileni, con il loro famoso coro: “Chi-Chi-Chi, Le-Le-Le! Viva Chile!”: Rios vinse in tre set (7-5 6-3 6-4) e divenne il primo numero 1 sudamericano nella storia del tennis, mettendo fine a un dominio di Sampras che durava da 102 setitmane.

  9. Il 2 aprile 2000, Sampras ebbe bisogno di sette matchpoint per battere Gustavo Kuerten in una bellissima finale, durata quattro ore e con i tifosi brasiliani che intonavano cori da stadio.

  10. Nel 2001, Venus Williams cancellò otto matchpoint a Jennifer Capriati prima di batterla 4-6 6-1 7-6. Secondo Tennis Magazine, fu il match femminile più bello dell'anno.

  11. Nel 1998, ancora prima di diventare un sex symbol, la 16enne Anna Kournikova batté quattro top-10 una dopo l'altra: Martinez, Seles, Davenport e Sanchez-Vicario. In finale fu bloccata da Venus Williams, ma quel giorno capì che avrebbe potuto vivere anche di altro...

  12. Al terzo turno del 2001, un 18enne di belle speranze superò Pete Sampras al terzo turno. Si chiamava Andy Roddick e il pubblico rimase impressionato dalla potenza del suo servizio. Un missile a 140 miglia orarie colpì Sampras nella zona inguinale, lasciandolo dolorante per qualche minuto. Dopo la partita, Roddick rifiutò l'etichetta di eroe. “Sono semplicemente un tennista, non sono il presidente o nessun altro. Pete e Andre sono ancora i miei eroi”.

  13. Il 24 marzo 1991, una piccola flotta di sette canoe lanciò una serie di confezioni di tè Lipton nella baia per protestare contro la costruzione del nuovo stadio. Per evitare un disagio ambientale, recuperarono le stesse confezioni qualche ora dopo.

  14. Prima della finale del 1994, Pete Sampras si è sentito male. Semplicemente, aveva mangiato del cibo avariato. Pensò di ritirarsi, ma Agassi accettò di ritardare l'inizio per dare al rivale la possibilità di recuperare. Vinse Sampras 5-7 6-3 6-3, ma si conquistò il rispetto di molti. “Avrebbe potuto intascare molto denaro, ma ha detto che non gli piaceva vincere in quel modo. È un vero professionista” disse Buchholz.

  15. Steffi Graf si è imposta cinque volte a Key Biscayne: l'ultima nel 1996, quando era ancora ben lontana dal diventare la signora Agassi.

  16. Il 1990 fu l'anno dei teenagers. Tra gli uomini vinse il 19enne Andre Agassi (fu il primo di sei titoli), mentre in campo femminile si impose la 16enne Monica Seles.

  17. Nel 2002, Pete Sampras ha giocato il suo ultimo match a Miami, perdendo al terzo turno contro il bombardiere Fernando Gonzalez. Sempre nel 2002, Serena avrebbe vinto il primo dei suoi otto titoli. Quest'anno non diventeranno nove.

  18. Rafael Nadal ha fatto irruzione nel grande tennis proprio a Miami, nel 2004. Con la canotta senza maniche e i pantaloni alla pescatora, vinse contro Roger Federer negli ottavi. Fu il primo episodio della loro straordinaria rivalità. Un anno dopo, Federer si sarebbe preso la rivincita, in finale, rimontando due set di svantaggio e imponendosi al quinto.

  19. Nel 2007, un 19enne serbo di Novak Djokovic si è aggiudicato a Miami il suo primo Masters 1000, battendo Nadal in semifinale e Guillermo Canas in finale. Dopo il successo, si sfilò la sua polo gialla e la lanciò verso il pubblico. “È nata una stella” disse Buchholz. Aveva ragione.

  20. Lo straordinario ritorno di Roger Federer si è completato nel 2017, con una netta vittoria in finale su Nadal. A 35 anni e sette mesi, è diventato il più anziano vincitore del torneo. Curiosamente, Nadal rimane a secco nonostante abbia giocato cinque finali. “Sono felice che siamo entrambi qui e mi è piaciuto giocare contro di te – disse Federer – è qui che è iniziato tutto, nel 2004, quando eri un piccolo ragazzo che stava crescendo e diventando un uomo molto forte. Abbiamo giocato alcuni match epici. Non mi sono piaciuti tutti, ma la maggior parte sono state grandi battaglie".

C'è poi stato un momento di quelli che si possono vivere solo a Miami, o meglio, a Crandon Park. Lo scorso anno, durante il tie-break del terzo set tra Tommy Haas e Jiri Vesely, un iguana è entrato in campo e ha iniziato a correre qua e là, bloccando il match tra le risate del pubblico e dei giocatori. Dopo qualche minuto, gli addetti sono riusciti a catturarlo e accompagnarlo fuori.

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