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Il 1 aprile 1989, dopo aver vinto la semifinale contro Yannick Noah, in cinque set, Thomas Muster fu investito da un ubriaco mentre stava recuperando le sue borse nel parcheggio del Bayside Marketplace, nel centro di Miami. All'ospedale scoprì di essersi rotto i legamenti del ginocchio sinistro. Sembrava la fine della sua carriera, invece è tornato a tempo di record. Ivan Lendl vinse il torneo e giocò un'esibizione contro Jakob Hlasek. Fu un'iniziativa degli organizzatori per non lasciare a bocca asciutta gli spettatori: i biglietti per la finale, non rimborsabili, costavano 40 dollari. Al rientro nel tour, Muster fece causa al torneo, a Buchholdz e a General Motors chiedendo un risarcimento milionario. L'accordo fu raggiunto a 700.000 dollari.
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Otto anni dopo, battendo in finale Sergi Bruguera, l'austriaco avrebbe finalmente vinto il torneo. “È giustizia” disse durante la premiazione.
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Quella del 1989 non è stata l'unica finale a non giocarsi. Nel 1996, Goran Ivanisevic si è svegliato con forti dolori al collo prima di affrontare Andre Agassi. Ci ha provato fino alla fine, ma era ancora dolorante prima del match. È sceso in campo, ma dopo 10 minuti ha alzato bandiera bianca, quando era in svantaggio 3-0 e 40-0. Il pubblico non sapeva niente dell'infortunio e si arrabbiò. Mentre Agassi cercava di calmare gli spettatori, Buchholz chiamò Jim Courier, che aveva una casa nei paraggi. Gli chiese di giocare un'esibizione contro Agassi, a costo di mandargli un elicottero a prenderlo. Courier accettò, i due giocarono un set quando si scatenò un nubifragio. Quel giorno andò proprio tutto male.
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Nel 1988, le studentesse della scuola femminile Carrollton School of the Sacred Heart, situata in Coconut Grove, ebbero il permesso di uscire prima per assistere alla semifinale della loro compagna: quel giorno, Mary Joe Fernandez sfidò Chris Evert. Un'ottantina di ragazze fecero un gran tifo, ma non bastò a evitare il 6-2 6-1 finale.
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La più famosa raccattapalle nella storia del torneo resterà Stephanie Flaherty: il 20 marzo 1994, frustrato durante il suo match contro Andre Agassi, Boris Becker le lasciò la racchetta per giocare un punto. All'epoca aveva 17 anni e giocava a tennis a discreti livelli nel team Hiealeh Miami-Lake. Rispose al servizio di Agassi e vinse il punto.
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Nel 1999 c'è stata la prima finale tra sorelle Williams, la prima tra sorelle dopo 115 anni (nel 1884 Maud Watson vinse Wimbledon battendo la sorella Lillian). All'ingresso in campo, gli altoparlanti intonavano “We Are Family”. Vinse Venus in tre set: dopo la partita, papà Richard salutò tutti dicendo “It's Venus' House!”
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Tre anni dopo, Serena si è presa la rivincita sulla sorella salvo poi battere Jennifer Capriati in finale. Fu l'inizio di una serie che la portò a vincere quattro Major di fila, il famoso “Serena Slam”. Salì al comando del ranking e ci rimase per 57 settimane di fila. Sarebbero state molte di più se non si fosse infortunata al ginocchio nel 2003.
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Nel 1998, prima della finale tra Andre Agassi e Marcelo Rios, furono distribuite tra gli spettatori bandiere americane e cilene. I più rumorosi erano i cileni, con il loro famoso coro: “Chi-Chi-Chi, Le-Le-Le! Viva Chile!”: Rios vinse in tre set (7-5 6-3 6-4) e divenne il primo numero 1 sudamericano nella storia del tennis, mettendo fine a un dominio di Sampras che durava da 102 setitmane.
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Il 2 aprile 2000, Sampras ebbe bisogno di sette matchpoint per battere Gustavo Kuerten in una bellissima finale, durata quattro ore e con i tifosi brasiliani che intonavano cori da stadio.
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Nel 2001, Venus Williams cancellò otto matchpoint a Jennifer Capriati prima di batterla 4-6 6-1 7-6. Secondo Tennis Magazine, fu il match femminile più bello dell'anno.
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Nel 1998, ancora prima di diventare un sex symbol, la 16enne Anna Kournikova batté quattro top-10 una dopo l'altra: Martinez, Seles, Davenport e Sanchez-Vicario. In finale fu bloccata da Venus Williams, ma quel giorno capì che avrebbe potuto vivere anche di altro...
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Al terzo turno del 2001, un 18enne di belle speranze superò Pete Sampras al terzo turno. Si chiamava Andy Roddick e il pubblico rimase impressionato dalla potenza del suo servizio. Un missile a 140 miglia orarie colpì Sampras nella zona inguinale, lasciandolo dolorante per qualche minuto. Dopo la partita, Roddick rifiutò l'etichetta di eroe. “Sono semplicemente un tennista, non sono il presidente o nessun altro. Pete e Andre sono ancora i miei eroi”.
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Il 24 marzo 1991, una piccola flotta di sette canoe lanciò una serie di confezioni di tè Lipton nella baia per protestare contro la costruzione del nuovo stadio. Per evitare un disagio ambientale, recuperarono le stesse confezioni qualche ora dopo.
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Prima della finale del 1994, Pete Sampras si è sentito male. Semplicemente, aveva mangiato del cibo avariato. Pensò di ritirarsi, ma Agassi accettò di ritardare l'inizio per dare al rivale la possibilità di recuperare. Vinse Sampras 5-7 6-3 6-3, ma si conquistò il rispetto di molti. “Avrebbe potuto intascare molto denaro, ma ha detto che non gli piaceva vincere in quel modo. È un vero professionista” disse Buchholz.
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Steffi Graf si è imposta cinque volte a Key Biscayne: l'ultima nel 1996, quando era ancora ben lontana dal diventare la signora Agassi.
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Il 1990 fu l'anno dei teenagers. Tra gli uomini vinse il 19enne Andre Agassi (fu il primo di sei titoli), mentre in campo femminile si impose la 16enne Monica Seles.
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Nel 2002, Pete Sampras ha giocato il suo ultimo match a Miami, perdendo al terzo turno contro il bombardiere Fernando Gonzalez. Sempre nel 2002, Serena avrebbe vinto il primo dei suoi otto titoli. Quest'anno non diventeranno nove.
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Rafael Nadal ha fatto irruzione nel grande tennis proprio a Miami, nel 2004. Con la canotta senza maniche e i pantaloni alla pescatora, vinse contro Roger Federer negli ottavi. Fu il primo episodio della loro straordinaria rivalità. Un anno dopo, Federer si sarebbe preso la rivincita, in finale, rimontando due set di svantaggio e imponendosi al quinto.
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Nel 2007, un 19enne serbo di Novak Djokovic si è aggiudicato a Miami il suo primo Masters 1000, battendo Nadal in semifinale e Guillermo Canas in finale. Dopo il successo, si sfilò la sua polo gialla e la lanciò verso il pubblico. “È nata una stella” disse Buchholz. Aveva ragione.
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Lo straordinario ritorno di Roger Federer si è completato nel 2017, con una netta vittoria in finale su Nadal. A 35 anni e sette mesi, è diventato il più anziano vincitore del torneo. Curiosamente, Nadal rimane a secco nonostante abbia giocato cinque finali. “Sono felice che siamo entrambi qui e mi è piaciuto giocare contro di te – disse Federer – è qui che è iniziato tutto, nel 2004, quando eri un piccolo ragazzo che stava crescendo e diventando un uomo molto forte. Abbiamo giocato alcuni match epici. Non mi sono piaciuti tutti, ma la maggior parte sono state grandi battaglie".
C'è poi stato un momento di quelli che si possono vivere solo a Miami, o meglio, a Crandon Park. Lo scorso anno, durante il tie-break del terzo set tra Tommy Haas e Jiri Vesely, un iguana è entrato in campo e ha iniziato a correre qua e là, bloccando il match tra le risate del pubblico e dei giocatori. Dopo qualche minuto, gli addetti sono riusciti a catturarlo e accompagnarlo fuori.