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Chardy la allena, Pauline vince dopo 10 anni

Piccola favola al torneo WTA di Istanbul: Pauline Parmenter, n.122 WTA, cancella la delusione per la sconfitta in Fed Cup vincendo un torneo dopo dieci anni di digiuno. In finale ha superato Polona Hercog grazie (anche) ai consigli di Jeremy Chardy, in Turchia per giocare il torneo ATP.

Il tennis offre sempre una chance di rivincita. Perdi una partita, ma la settimana dopo puoi riprovarci. Lo sa bene Pauline Parmentier, protagonista di una fiaba tennistica: in appena sette giorni è passata dalle lacrime di disperazione a quelle di gioia. Domenica scorsa piangeva perché, nonostante due buone prestazioni, aveva perso contro Sloane Stephens e Madison Keys in Fed Cup, lasciando la finale agli Stati Uniti. Quando il dritto di Polona Hercog è finito in rete, si è sdraiata sulla terra rossa della Garanti Koza Arena e le lacrime avevano un sapore diverso, di rivincita, di sincera commozione. Pauline Parmentier è “una delle tante”: onesta giocatrice senza un tennis spettacolare e nemmeno quell'avvenenza che, nello star system, garantisce popolarità e qualche contratto in più. Per trovare un esempio le basta restare in patria, a quella Alize Lim che fu scelta come testimonial di Le Coq Sportif nonostante non sia mai andata oltre il n.135 WTA. Anche Pauline veste i capi del “galletto”, ma non hanno mai disegnato un abito per lei, non è mai comparsa in una pubblicità, niente. Negli ultimi anni (Fed Cup a parte) il suo picco di popolarità è arrivato quando si lamentò con gli organizzatori del Roland Garros perché non dedicavano mai alle donne la copertina di “Le Quotidien”, il magazine distribuito giornalmente al pubblico. Eppure è stata top-50 WTA (n.40 nel 2008) e aveva intascato due titoli: Tashkent 2007 e Bad Gastein 2008. Per rendere l'idea di quanto tempo sia passato, entrambi i tornei sono spariti dal calendario. Ma la settimana di Fed Cup ha ridato vigore ai suoi muscoli e alla Istanbul Cup ha vissuto un torneo magico: da numero 122 WTA ha battuto quattro giocatrici meglio piazzate, compresa Caroline Wozniacki nei quarti (per quanto la danese si sia ritirata per un problema all'addominale sinistro). In una finale a mille facce, senza troppo spettacolo, ha battuto Miss Tatutaggio Polona Hercog: anche la slovena andava a caccia del terzo titolo WTA dopo la doppietta a Bastad nel biennio 2011-2012, ma si è arresa 6-4 3-6 6-3.

L'ARMA SEGRETA DI PAULINE
​Nel primo set, dopo cinque break consecutivi, la Parmentier ha tenuto un importante game di battuta che l'ha spinta sul 5-3. Nel secondo è salita 3-1, ma a quel punto la Herbog ha preso a giocare meglio, ancora più aggressiva. Con cinque game consecutivi, l'allieva di Zeljko Krajan (uno che è stato capace di portare Dinara Safina al n.1 WTA) ha prolungato il match ed è andata avanti 2-1 e servizio nel terzo. Ma la Parmentier aveva l'arma segreta, un coach improvvisato: Jeremy Chardy. Proprio lui, il davisman francese, presente a Istanbul (insieme alla madre) per giocare il torneo ATP al via in queste ore. “A che ora giochi domani?” aveva chiesto sabato alla Parmentier. “Alle 17” aveva risposto. “Bene, mi alleno dalle 16 alle 17 così ti vengo a vedere”. Ha fatto di più, perché Pauline l'ha utilizzato come coach improvvisato. “Mi ha aiutato molto perché nel terzo ero un po' stanca. Mi ha detto di mettere intensità sulle gambe, di spingere con il dritto, di spostare in avanti il baricentro. Cose elementari, ma è bello ascoltarle in un momento delicato”. E così è arrivato un successo insperato, quasi fiabesco. E poco importa se la qualità non sia stata un granché, visto che si è imposta tirando appena 7 vincenti a fronte di 27 errori gratuiti. E poco importa se Istanbul è un piccolo WTA International, incapace di attirare pubblico. Per tutto il torneo si è giocato in un clima spettrale, con pochissimi spettatori nonostante un impianto bellissimo e dotato di tetto retrattile. Ci si domanda come abbia fatto, una città così insensibile al tennis, a raccogliere tanti sold out negli anni in cui ospitava le WTA Finals. Da allora, soltanto Roger Federer è stato in grado di riempire l'impianto nell'anno in cui un assegnone lo convinse a giocare questo torneo. Pauline Parmentier lascerà la Turchia con 43.000 dollari in tasca, di cui una buona parte andranno al fisco. Ma non fa niente: ha vissuto un sogno a 32 anni compiuti, quando non ci credeva più, poche settimane dopo l'eliminazione al primo turno di un ITF da 25.000 dollari di montepremi, a Tunisi, contro l'azzurra Anastasia Grymalska. Se non è una favola questa...

WTA ISTANBUL – Finale
Pauline Parmentier (FRA) b. Polona Hercog (SLO) 6-4 3-6 6-3

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