Meglio di Caratti, Furlan, Fognini e Sanguinetti

Da quando si sono ritirati i Moschettieri degli anni 70, l'Italia aveva raggiunto appena quattro piazzamenti nei quarti di uno Slam. Quello di Marco Cecchinato vale più di tutti per la qualità degli avversari battuti e il grado di sorpresa generato. Ma questo torneo può ancora scrivere un (bel) pezzo di storia.

Quarti di finale in un torneo del Grande Slam. Per qualcuno è routine, per altri è un obiettivo, per altri ancora è un miraggio. Per il tennis italiano al maschile, da quarant'anni è una mezza chimera. L'exploit di Marco Cecchinato ha fatto gridare al miracolo perché non ci siamo abituati, ci sembra di toccare vette inesplorate. In effetti è così: secondo l'ATP, è soltanto il nono azzurro dell'Era Open a centrare l'obiettivo. In realtà è l'ottavo, perché Martin Mulligan – al di là di una tardiva naturalizzazione – era australiano. E allora il siciliano si aggiunge ad Adriano Panatta (il più forte, con ben sei presenze), Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Cristiano Caratti, Renzo Furlan, Davide Sanguinetti e Fabio Fognini. Ma da quando i Moschettieri degli anni 70 si sono ritirati, e il mondo è diventato a colori, e poi digitale, prima del 3 giugno 2018 soltanto quattro volte avevamo piazzato un giocatore tra i “Last Eight”. Nella speranza che Fognini possa rinverdire i fasti del Roland Garros 1973 (quando Panatta e Bertolucci centrarono i quarti), è corretto – e incredibile – dire che il percorso di Marco Cecchinato è migliore rispetto a quelli che l'hanno preceduto. E allora vale la pena un rapido ripasso dei (pochi) momenti di gloria Slam vissuti dall'Italia da quando la Generazione d'Oro ha appeso la racchetta al chiodo.

AUSTRALIAN OPEN 1991, CRISTIANO CARATTI
Il talento di Acqui Terme aveva 20 anni e spiccioli quando si presentò a Melbourne, da numero 101 ATP. Ebbe un tabellone incredibile, al punto che avrebbe centrato la semifinale senza affrontare neanche un top-100. Ai primi tre turni affrontò tre giocatori la cui memoria si è persa negli archivi: Broderick Dyke David Engel e Glenn Layendecker. Negli ottavi vinse una battaglia di cinque set contro Richard Krajicek, ma l'olandese era ancora un ragazzino, numero 114 ATP. Nei quarti perse i primi due set contro Patrick McEnroe, rimontò ma si arrese al quinto. Ancora oggi, resta il risultato più vicino alla semifinale. Dopo quel risultato, Caratti avrebbe vissuto un anno e mezzo d'oro fino a raggiungere la 26esima posizione. Perso il contatto con i migliori, non li avrebbe più agganciati. I più severi sostengono che non abbia adattato il suo tennis allo scorrere del tempo. Lui, dalla sua tana in Texas, ritiene che più di qualche avversario aveva sviluppato forza e resistenza sospette. Ha chiuso la sua carriera con 72 vittorie nel circuito.

+ Broderick Dyke (178) 62 36 64 63
​+ David Engel (118) 36 62 63 64
+ Glenn Layendecker (146) 64 64 57 46 75
+ Richard Krajicek (113) 63 64 67 36 64
- Patrick McEnroe (114) 76 63 46 46 62

MEDIA RANKING AVVERSARI BATTUTI: 138,75


ROLAND GARROS 1995, RENZO FURLAN
Fatta la pace con la Davis, a cui aveva rinunciato l'anno prima per il match contro la Spagna (chissà come sarebbe stato trattato oggi: mollò perché non gli era piaciuto il clima trovato a Firenze nel 1993, contro l'Australia), Ha vissuto i due anni migliori nel 1995 e nel 1996. A Parigi ebbe un ottimo tabellone, battendo il sudafricano Ondruska (da cui avrebbe perso in Davis), il doppista David Rikl e il brasiliano Meligeni, che avrebbe raggiunto la semifinale quattro anni dopo. Negli ottavi, sullo Chatrier, giocò un match di grande intelligenza contro il braccio d'oro di Scott Draper, che all'epoca era considerato una grande promessa ma era pur sempre il numero 135. Oggi, lo ricorda soltanto qualche feticista del rovescio a una mano. Onestamente, perdere contro uno di questi quattro sarebbe stata una delusione. Battere Bruguera, campione in carica, sarebbe stato un miracolo. Renzo non andò oltre una dignitosa resistenza. Con 223 vittorie, 2 titoli ATP e qualche settimana tra i top-20, resta uno dei più grandi del nostro tennis recente.

+ Marcos Ondruska (123) 64 46 62 63
+ David Rikl (157) 64 64 67 46 75
+ Fernando Meligeni (79) 63 76 75
+ Scott Draper (135) 75 61 76
- Sergi Bruguera (7) 62 75 62

MEDIA RANKING AVVERSARI BATTUTI: 123,5


WIMBLEDON 1998, DAVIDE SANGUINETTI
Il best ranking di Davide (n.42) non rende giustizia alla qualità che sapeva esprimere. Il suo problema era l'incostanza. Giocava benissimo, ma poi incappava in lunghi periodi senza vittorie. Il suo gioco piatto ben si adattava all'erba: aveva bisogno del colpo di fortuna, arrivato nel 1998. Davide sfruttò un ottimo tabellone, superando Van Herck (attuale capitano della Davis belga), il terraiolo Squillari e un giovane Voltchkov, specialista un po' acerbo. Tre anni dopo, il bielorusso sarebbe andato in semifinale. Affrontare Francisco Clavet negli ottavi era come pescare un... 5 al Superenalotto. E così, nei quarti, trovò un Krajicek che nel frattempo era diventato grande. Sconfitta netta ma senza rimpianti: semplicemente, l'olandese era più forte. È curioso che ci si ricordi di quel risultato, visto che Sanguinetti ha vissuto settimane ancora migliori, come i due titoli ATP nel 2002 (Milano e Delray Beach), le tante vittorie contro i più forti e l'ottavo allo Us Open 2005, tecnicamente più valido. Ma tant'è.

+ Johan Van Herck (84) 67 61 61 20 rit.
+ Franco Squillari (78) 61 63 62
+ Vladimir Voltchkov (218) 36 61 57 62 61
+ Francisco Clavet (36) 76 61 64
- Richard Krajicek (14) 62 63 64

MEDIA RANKING AVVERSARI BATTUTI: 104


ROLAND GARROS 2011, FABIO FOGNINI
Talento e genio, ma anche tanta sregolatezza. Questo si pensava di Fabio Fognini nel 2011, quando aveva appena compiuto 24 anni. Non era ancora al top, ma aveva già mostrato sprazzi di eccellenza: le vittorie contro Istomin e Robert erano già routine, mentre quella in rimonta contro Garcia Lopez aveva un certo valore tecnico. Molti ricordano l'ottavo contro Albert Montanes, giocatore sottovalutato perché bruttarello ma in realtà forte e dotato di un buon tocco, allora numero 38 ATP. Fabio si infortunò e fu epica, tra decine di falli di piede e un match che non voleva terminare mai. Vinse 11-9 al quinto e rinunciò a sfidare Djokovic perché la coscia faceva troppo male, al punto da dover saltare Wimbledon. Si pensava che quel quarto sarebbe stato il primo di una discreta serie: da allora, il più forte italiano degli ultimi quarant'anni ha raccolto “soltanto” tre ottavi (Australian Open 2014 e 2018, Us Open 2015), peraltro con vittorie di un certo peso, su tutte quella contro Rafa Nadal a New York, probabilmente la più bella singola vittoria di un azzurro in uno Slam. Oggi spera di crearsi un'altra chance.

+ Denis Istomin (58) 64 62 62
+ Stephane Robert (140) 62 61 60
+ Guillermo Garcia Lopez (33) 46 63 63 61
+ Albert Montanes (38) 46 64 36 63 11-9
- Novak Djokovic (2) WO

MEDIA RANKING AVVERSARI BATTUTI: 67,25


INCREDIBILE: CECCHINATO È IL MIGLIORE
L'excursus storico certifica come il percorso di Cecchinato sia superiore a tutti, sia per la sorpresa generata che per la portata degli avversari battuti. Se è vero che la media-ranking dei gli avversari battuti da Fognini era migliore (67,25 contro 76), Cecchinato ha battuto due giocatori che sembravano fuori portata, il n.11 Pablo Carreno Busta e il n.9 David Goffin. Degli exploit citati, gli altri match vinti “contro-classifica” sono stati quelli di Sanguinetti contro Clavet e di Fognini contro Garcia Lopez e Montanes. Con tutto il rispetto, quelli di Cecchinato valgono molto di più. In particolare, considerando un background decisamente povero: in carriera ha vinto appena 12 partite ATP (erano 4 prima di Budapest, Davis compresa, oggi sono già 16). Per questo, sorprende la personalità con cui ha superato Copil dopo due set da incubo, non ha dato scampo a Trungelliti (eroe dei primi giorni del torneo, peraltro in un match piuttosto teso) e poi ha tenuto il palcoscenico contro Carreno Busta e Goffin. Per intenderci, due che l'anno scorso hanno giocato le ATP Finals. Un risultato di portata storica che il siciliano ha meritato col gioco, frutto di un lavoro e di un miglioramento impressionante. Meritato. Negli ultimi 25 anni ci sono stati giocatori che avrebbero meritato in misura maggiore il piazzamento. Ma non è certo colpa di Cecchinato se i vari Seppi, Canè, Camporese, Gaudenzi e gli stessi Volandri e Starace abbiano fallito dove lui ha tirato dritto. Anzi, è un merito doppio. Chissà che queste statistiche non si possano aggiornare, magari nei prossimi giorni. Ma la storia, intanto, è stata fatta.

+ Marius Copil (94) 26 67 75 62 10-8
+ Marco Trungelliti (190) 61 76 61
+ Pablo Carreno Busta (11) 26 76 63 61
+ David Goffin (9) 75 46 60 63
VS. Novak Djokovic (22)

MEDIA RANKING AVVERSARI BATTUTI: 76

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