DUE ANNI DI INVESTIMENTI IN FUMO
“Poi sono passata alla Svizzera, ma adesso ho cambiato di nuovo – ha raccontato la Masarova – pensavo da tempo a questo cambiamento. Il motivo è semplice: mi sento più spagnola che svizzera. In casa parliamo in spagnolo, poi ho vissuto qui dai 9 ai 15 anni di età, mi sono identificata con questo paese. Inoltre ci sono sempre venuta, almeno una volta all'anno. Se ci fosse la necessità di giocare una gara a squadre, mi sentirei più rappresentata dalla Spagna. Questo non significa che la Svizzera mi abbia trattato male, anzi. Semplicemente, mi sento più spagnola”. Argomentazioni più o meno convincenti, ma Swiss Tennis non aveva preso bene la decisione. Subito dopo il successo al Roland Garros junior, le avevano concesso una wild card per il torneo WTA di Gstaad. Lei sfruttò l'occasione, arrivando in semifinale. Più in generale, ha ricevuto tutto il sostegno possibile dalla federazione svizzera: sponsor, contributi e la possibilità di allenarsi presso il centro tecnico di Biel. Per questo, il presidente di Swiss Tennis René Stammbach ha denunciato la questione all'ITF, chiedendo almeno il risarcimento dei soldi investiti per la Masarova nel biennio 2016-2017. L'obiettivo era creare un precedente per porre fine alla pratica – scorretta, a dire il vero – di attingere dalle casse di una federazione salvo poi cambiare nazionalità alla bisogna. Negli ultimi due anni, Swiss Tennis aveva contribuito alla crescita della Masarova con investimenti a cinque zeri, senza dimenticare le wild card. Stammbach ha scelto le vie legali per stabilire un principio: se una federazione contribuisce alla crescita di un tennista, gli sforzi devono essere ripagati, anche solo tramite un'indennità. “Un tennista può fare quello che vuole, ma per certi gesti ci vorrebbero delle conseguenze”.