QUEL DEFICIT VERBALE
Il connazionale Jorge Dias è stato il primo non britannico a dirigere la finale di Wimbledon (quella del 2001, lo storico Ivanisevic-Rafter) e conosce Ramos sin da quando faceva il giudice di linea. Ha subito visto in lui qualità importanti: educazione, buone capacità di comunicazione, spirito di squadra, sapeva ascoltare e gli piaceva imparare. Tuttavia, aveva un problema: un deficit verbale, che in portoghese viene definito “sopinha-de-massa”, termine vagamente dispregiativo per definire chi fatica a pronunciare la lettera “S”. Nel mondo del tennis, poteva esporlo a prese in giro. Per questo, si è sottoposto a un intervento chirurgico e ha dovuto imparare a parlare di nuovo. “Questo episodio dimostra la ferrea volontà di diventare un ufficiale di gara” dice Dias. Tanta costanza è stata premiata: nel 2007 ha arbitrato la finale di Wimbledon tra Roger Federer e Rafael Nadal, quinto titolo consecutivo per la svizzero. Nel corso degli anni, e con l'esperienza, ha sviluppato ottime capacità di comunicazione (non solo verbale) “Ha imparato a interiorizzare i sentimenti e le sensazioni: qualità che, in un match femminile, sono molto importanti. Carlos parla con calma e lentamente, senza cambiare tono di voce, sapendo ascoltare ma con la capacità di interrompere il giocatore, inclinandosi verso di lui per non creare una separazione psicologica, tenendo la mano sul petto. Credo che Carlos abbia fatto del suo meglio per calmare e risolvere la situazione”. Ripescando vecchie dichiarazioni, emerge una cura dei dettagli quasi maniacale: “Cerco di anticipare l'incontro che arbitrerò – diceva – quali sono i giocatori e se ho precedenti ho con loro. Il modo migliore è adattarsi al gioco e inserirsi in un puzzle. Una finale è diversa da un primo turno, che però non deve essere considerato meno prestigioso. Non cerco di essere protagonista come alcuni miei colleghi, non ho né superstizioni e nemmeno routine”. Parlando dei giocatori, Ramos li aveva divisi in due categorie: “esigenti” e “difficili”. “Chi ha un maggiore valore mediatico è più esigente. È difficile perché è meno ragionevole. Non è stupido, ma spesso non gestisce bene la sua autorità e l'esito di alcune situazioni dipende più da lui che da noi”: Frasi profetiche, quasi un ritratto di alcuni atteggiamenti di Serena Williams. E aveva ben chiare anche le differenze tra uomini e donne. “Se un uomo pensa che hai sbagliato, ti etichetta come un cattivo arbitro. Se succede a una donna, pensa che tu abbia qualcosa contro di lei. La loro reazione è di natura più personale”.