L'articolo era già pronto. Una bella critica al format della Coppa Davis, incapace di radunare i top-players per questo primo turno, con effetti devastanti per l'immagine. Nessun interesse globale, pochissimo per i paesi interessati. D'altra parte, perché uno svizzero dovrebbe fare nottata per seguire Chiudinelli e Laaksonen dopo aver visto Federer vincere in Australia? E perché un britannico dovrebbe fare altrettanto senza Murray? E i croati, gli argentini, persino gli spagnoli? Giusto i serbi hanno riempito l'impianto di Nis, dove Novak Djokovic si è presentato per riprendere confidenza con la vittoria (l'ha trovata, ma per un set e mezzo il givoane Daniil Medvedev lo ha messo in grande difficoltà). Eppure, la cara-vecchia-agonizzante Coppa Davis ci offre sempre qualcosa. La storia del giorno è arrivata dalla Sportska Dvorana Gradski Vrt di Osijek, dove Franko Skugor ha superato Pablo Carreno Busta. Partita epica, chiusa al tie-break del quinto. Non servirà a nulla, perché i croati perderanno lo stesso...ma che storia! Skugor è un gigante di 29 anni che ha avuto una buona carriera junior, ma una serie di infortuni l'ha costretto nelle retrovie, dove è destinato a rimanere. Numero 223 ATP, in carriera aveva battuto un solo top-50 e giocato un solo Slam in tabellone (Wimbledon 2016, dove arrivò ad un passo dal successo su Paire). Privo di Cilic, Coric e Karlovic, il povero Zeljko Krajan l'ha sbattuto in campo contro il quotato spagnolo. Lui ha ripagato con una prestazione coraggiosa, con i contorni dell'epicità. Sotto 3-0 nel quinto, è rimasto a galla e ha cancellato tre matchpoint sul 4-5, spinto dai 2.000 coraggiosi che si sono recati ad assistere a una sconfitta quasi certa (nel secondo singolare, Bautista Agut ha disposto con agio di Ante Pavic). Al tie-break ha lottato, ha tremato, ma alla fine ha infilato il 3 febbraio 2017 tra le date più importanti della sua vita. Una vittoria fine a se stessa, ma che dà un senso al weekend.