È giunto il momento di dare seguito alle parole, alle previsioni, alle dichiarazioni di intenti. L'intera comunità del tennis (non soltanto quella italiana) è convinta che Camila Giorgi abbia nel braccio e nella racchetta un exploit, magari un grande piazzamento in uno Slam. Visto il suo stile e il suo modo di stare in campo, Wimbledon è il torneo sulla carta più indicato. Ha raggiunto gli ottavi sei anni fa e per tre volte il terzo turno, ma può fare di più. Oggi è numero 52 WTA, classifica che non c'entra nulla con il suo talento, così come un palmares che parla di un solo titolo WTA ('s-Hertogenbosch 2015, sempre sull'erba). C'è uno scoglio da superare, poiché in 25 partecipazioni Slam (le ultime 24 consecutive), Camila ha scavallato soltanto due volte la prima settimana. Oltre a Wimbledon 2012, ce l'ha fatta anche allo Us Open 2013. Ma i Championships del 2018, soffocati dal caldo, stanno apparecchiando una tavola molto invitante. Le teste di serie cadono come birilli (11 soltanto al primo turno) e nella zona di Camila si sta aprendo una voragine. Intanto è al terzo turno grazie al successo di routine contro Madison Brengle (n.108 WTA), giocatrice ordinaria che però l'anno scorso aveva fatto qualcosa di speciale, estromettendo Petra Kvitova. Non si è ripetuta contro la solita Giorgi, tanto devastante quanto fallosa. Tra le due c'era un'enorme differenza in termini di qualità, da 6-1 6-1. Invece l'azzurra ha dovuto rimontare un break di svantaggio in entrambi i set (3-1 nel primo, addirittura 3-0 nel secondo). La buona notizia è che non ha mai seriamente rischiato di perdere, tanto da chiudere con un doppio 6-4. Ma ciò che intriga è il futuro, un tabellone che si è fatto più invitante che mai. Un infortunio ha tolto di mezzo Coco Vandeweghe, mentre mercoledì è arrivata la clamorosa eliminazione di Caroline Wozniacki, numero 2 del tabellone e potenziale avversaria negli ottavi. La danese si è arresa a Ekaterina Makarova e vede franare le ambizioni irrobustite nei giorni scorsi con il successo a Eastbourne. Nel percorso, tra l'altro, aveva battuto (nettamente) anche la Giorgi.