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Riccardo Bisti
09 August 2018

Un incidente che si poteva evitare?

In attesa della risonanza magnetica, sembra che l'infortunio alla caviglia di Mihaela Buzarnescu non sia così grave. Pochi minuti prima dell'incidente, la rumena aveva chiesto la sospensione del match perché il campo era bagnato. La giudice di sedia, la stessa che aveva commesso il grave errore a Roma ai danni della Pliskova, aveva detto che si poteva andare avanti.

Sembra che l'infortunio a Mihaela Buzarnescu sia meno grave del previsto. La rumena si è fatta male a Montreal, durante il match contro Elina Svitolina. In svantaggio 4-3 al terzo, è scivolata procurandosi una forte distorsione alla caviglia. Scoppiata in lacrime e subito soccorsa, è uscita dal campo sulla sedia a rotelle. Una mazzata tremenda per una giocatrice che – di fatto – aveva iniziato la carriera soltanto nel 2017, a 29 anni di età. La storia è nota: ottima giocatrice a livello junior, si era persa nei primi anni di professionismo a causa di una serie di problemi fisici, soprattutto alle ginocchia. Persi gli sponsor, Mihaela ha pensato di costruirsi una via alternativa al tennis studiando Scienze Motorie a Bucarest. Si è laureata, poi lo scorso anno ha scelto di riprovarci seriamente con la racchetta, poiché il ginocchio non le faceva più male. È partita una scalata straordinaria, impetuosa, inarrestabile. Il coronamento risale a pochi giorni fa, quando si è imposta al WTA Premier di San Josè, mettendo piede per la prima volta tra le top-20. Ma il destino era dietro l'angolo: sulle prime si era parlato di carriera a rischio, poi di stagione finita. Dai primissimi esami, tuttavia, sembra che l'infortunio non sia poi gravissimo. Qualcuno, in Romania, ha addirittura ipotizzato che “Miki” possa giocare lo Us Open. Difficile. In questa storia, tuttavia, c'è un giallo. Mercoledì si è giocato in condizioni di forte umidità, con vari scrosci di pioggia. Pochi minuti prima dell'infortunio, la Buzarnescu aveva chiesto alla giudice di sedia, la polacca Marta Mrozinska, di sospendere il match perché il campo era scivoloso. La Mrozinska è scesa dal seggiolone per verificare la praticabilità del terreno, e ha stabilito che si sarebbe potuto andare avanti. Pochi minuti dopo, si è verificato l'infortunio della rumena. A differenza della terra battuta, il cemento è una superficie molto sensibile all'umidità: bastano poche gocce di pioggia per rendere un campo molto pericoloso. Col senno di poi è facile parlare: nessuno si sarebbe ricordato dell'episodio se alla Buzarnescu non fosse successo niente.

IL MATCH ANDAVA SOSPESO PRIMA?
Qualche ora dopo l'episodio, la Buzarnescu ha rilasciato alcune dichiarazioni al giornale rumeno “Libertatea”. Era piuttosto nervosa. “Il terreno era bagnato, sono scivolata e la gamba si è bloccata – ha detto – non ho ancora effettuato la risonanza, vedo che tutti stanno dando la loro opinione. Qualcuno pensa che mi sia fatta male perché gioco troppo e sono stanca. È aberrante: sono io a scendere in campo, mica gli altri”. Come detto, ad arbitrare il match c'era la polacca Marta Mrozinska, giudice di sedia che si era già fatta notare in negativo qualche mese fa, agli Internazionali BNL d'Italia, quando commise un grave errore ai danni di Karolina Pliskova, confermando una chiamata clamorosamente sbagliata. La ceca si imbestialì fino a non stringerle la mano e danneggiare la panchina con una racchettata: tutti sanno che la Pliskova prese una maxi-multa, non tutti sanno che anche la Mrozinska fu punita: non l'hanno selezionata né per il Roland Garros, nè per Wimbledon. Tornata ad arbitrare da poco si è resa protagonista di un episodio ancora più grave, visto che avrà delle conseguenze nella carriera della Buzarnescu. Detto che l'infortunio non è forse grave come è sembrato a prima vista, l'episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza. Si può fare qualcosa di meglio? Eugene Lapierre, direttore del torneo di Montreal, ha detto che i soccorsi sono arrivati in campo in appena due minuti e mezzo. Secondo la Svitolina, dovrebbe esserci una maggiore cura dei dettagli: “Né io, né la giudice di sedia sapevamo cosa fare in quei momenti. Capisco che il fisioterapista abbia bisogno di tempo per arrivare, ma se qualcuno ha un attacco cardiaco che si fa? In quei casi bisogna intervenire in un minuto...”. Secondo Lapierre, sarà compito della WTA stabilire se è necessario un medico in ogni partita, o almeno in ogni campo. “Sinceramente non credo che sia necessario: dal momento della storta all'arrivo dei trainer è passato un periodo ragionevole”.

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