"NON VOLEVO CHIUDERE CON UN INFORTUNIO"
A Parigi ha estromesso Elina Svitolina, disinnescando tutte le armi che a Roma sembravano letali. 6-3 7-5 condito da tanti colpi vincenti e sigillato da un rovescio in rete dell'ucraina, che peraltro ha sciupato diverse occasioni nel secondo set. “Dovevo essere aggressiva e spingere appena ne avevo l'occasione, altrimenti lei mi avrebbe aggredito alla mia prima palla un po' più corta. È il mio stile, non ho adottato particolari accorgimenti”. Per lei, era la prima volta al terzo turno di uno Slam. “Sono riuscita a non pensarci fino alla fine del secondo set. Per tutto il match l'ho vissuta come se fosse un match normale. Per fortuna ho tenuto lontani i cattivi pensieri”. La vita può cominciare a 30 anni (Mihaela li ha compiuti lo scorso 4 maggio), anche nel tennis, ma per farlo ci vuole qualità. Se ce l'hai, la puoi mischiare con la maturità. E allora il fattore sorpresa può mettere in crisi anche le più forti, quelle che non l'avevano mai vista. “Ci può stare, ma al giorno d'oggi con TV e Youtube puoi studiare lo stile di ogni avversaria – sostiene la Buzarnescu – non so se sentano pressione, ma con l'esperienza che hanno non credo che abbiano problemi”. I problemi li crea lei, con un tennis che lascia a bocca aperta. Ma la vita è strana, beffarda. Non tutti hanno l'obbligo di emergere a 20 anni. Si possono prendere sentieri strani, alternativi, magari pieni di buche e bucce di banana. “Quando sono stata ferma per oltre due anni ho avuto parecchi pensieri negativi, ma se adesso sono qui vuol dire che non ho mollato. Ho sempre detto che non avrei voluto terminare la carriera con un infortunio”. Le hanno chiesto se possono chiamarla “Dottoressa” in virtù del suo dottorato di ricerca: Mihaela, da persona modesta e intelligente, ha detto quattro volte no. “No, no, no, no....”, salvo poi aggiungere che. “Voglio dire, so che è un dottorato ma... non so”. Anziché rincitrullirsi nella mediocrità dilagante, non si è limitata a studiare ma ha anche imparato le lingue. Oltre a padroneggiare con disinvoltura l'inglese (“Ho iniziato a studiarlo all'asilo”), parla correttamente anche francese e spagnolo. “Beh, mi piace imparare le lingue”. E allora, non temete. Potete chiamarla Dottoressa. La strada per poter utilizzare un altro sostantivo è ormai spianata.