Non dovesse ottenere grandi risultati da qui a fine carriera, Madison Brengle rischia di passare alla storia per la causa legale intentata a WTA e ITF. La sua denuncia, presentata presso un tribunale della Florida (nella Contea di Manatee) chiede un maxi-risarcimento per i danni derivanti da un'amministrazione “abusiva” del programma antidoping. Secondo la 28enne americana, una serie di problemi fisici sarebbero stati generati dalle continue iniezioni per i test antidoping. Il tutto, nonostante le avessero diagnosticato una rara condizione medica derivante dalle iniezioni. Incuranti del problema (più volte segnalato), i “vampiri” hanno continuato a sottoporla ai prelievi. Tramite un comunicato stampa, l'avvocato Peter R. Ginsberg (legale della Brengle) ha fatto sapere che “le autorità del tennis hanno ignorato le prove della sua condizione, diagnostica in modo professionale, e si sono rifiutate di fornire un sistema alternativo per i test o un sostegno medico. Hanno continuato a sottoporla a test che l'hanno costretta a ritirarsi dai tornei, e che le hanno causato gonfiore e debolezza permanenti nella mano e nel braccio dominante”. L'avvocato non contesta la necessità di effettuare controlli antidoping, ma che gli stessi devono essere effettuati in modo appropriato dal punto di vista medico. “Non bisogna prendere in considerazione solo chi gestisce il tennis professionistico, ma anche i giocatori. Il sistema attuale è dominato dalle autorità, senza nessuna considerazione per i tennisti”. La Brengle ha parlato di “bullismo” e sostiene che tale atteggiamento le abbia causato danni sia fisici che emotivi. Per questo motivo, chiede un risarcimento enorme, ancora da definire, ma “superiore a 10 milioni di dollari”. Nel novembre 2016, alla Brengle (numero 83 ATP) è stata diagnosticata una rara condizione medica, nota come “Complex Regional Pain Syndrome Type I”, causata dagli aghi e foriera di “un forte dolore, oltre a gonfiore, intorpidimento e lividi nelle zone nei pressi dell'iniezione”. La diagnosi è stata confermata da una valutazione medica indipendente, richiesta dalla stessa ITF. I danni sarebbero così gravi che Madison non sarebbe più in grado di colpire una palla da tennis con la forza e la velocità proposte in 10 anni di professionismo. Le sue mani sono gonfie, e spesso il gonfiore si estende anche al braccio.