NUOVI TESTIMONI, NUOVO PROCESSO (?!?)
In realtà, la sentenza del tribunale di Cremona fornisce un dettaglio leggermente diverso, ma non cambia il principio. Scrivono i giudici (pag.103): “Quanto poi alle due schede denominate da Bruni come Braccio1 e Braccio2, che rappresenterebbero i mezzi predisposti per rendere operativa l'associazione, lo stesso Bruni ha dichiarato che probabilmente non furono mai consegnate a Bracciali né da questi utilizzate, e in senso contrario non può valere la circostanza che per tre volte in tre anni e mezzo la scheda Braccio2 agganciasse la stessa cella dell'utenza privata di Bracciali, posto che secondo Bruni quella scheda era utilizzata anche da lui e Sganzerla che, seguendo i tornei, occasionalmente potevano trovarsi nello stesso luogo del tennista”. Detto che 3 volte in tre anni e mezzo rappresentano lo 0,23% del totale, la stessa sentenza spiega il perché dei tre incroci. Ed è un “perché” credibile. Nonostante questo, McLaren ha ritenuto che la scheda fosse nelle mani di Bracciali. Da qui, la scelta di stangare sia lui che Starace. Nella decisione ci sono altri punti di difficile comprensione. Per esempio, esiste l'elementare norma giuridica denominata “ne bis in idem”. Significa che nessuno può essere processato due volte per il medesimo fatto. Se la sentenza di Cremona era un procedimento penale, Bracciali e Starace erano stati giudicati quattro volte dalla Giustizia Sportiva Italiana, con la sostanziale assoluzione di entrambi (soltanto Bracciali ha scontato dodici mesi per violazione dell'articolo 1 del Regolamento di Giustizia: in sintesi, è stato sanzionato per il solo fatto di aver intrattenuto rapporti con Bruni). A Londra si è ritenuto di effettuare un secondo processo soltanto perché c'erano due testimoni nuovi, un avvocato e un consulente. Detto che non si sarebbe trattato di teste chiave, se emergono elementi nuovi va rifatto lo stesso processo, non se ne deve aprire uno nuovo.