Marco Caldara
07 December 2016

Djokovic-Becker: un addio lungo sei mesi

In un’intervista con Sky Sports UK, Boris Becker ha parlato della fine della collaborazione con Djokovic, confermando che dopo il successo a Parigi è cambiato qualcosa. “Nella seconda metà della stagione Novak ha passato in campo meno tempo di quanto avrebbe dovuto. Un successo come il suo va costruito di continuo”. Secondo “bum bum”, il serbo tornerà presto numero uno. A patto che…

UN AVVENTURA DURATA 1.083 GIORNI
L'ARRIVO DEL "GURU" PEPE IMAZ
Era chiaro che si fosse rotto qualcosa, tanto che l’annuncio dell’addio fra Boris Becker e Novak Djokovic non è stato una sorpresa. La super collaborazione è finita dopo tre anni e una valanga di risultati, che hanno messo a tacere gli scettici sulle qualità di coach del tedesco, e permesso al campione serbo di tornare numero uno del mondo e completare il Career Grand Slam. Tuttavia, il loro rapporto non è stato solido a sufficienza per superare i primi problemi, giunti dopo il titolo al Roland Garros, sesto (e ultimo) Slam del sodalizio. È stata una liberazione, e pareva il passaggio cruciale verso il Grande Slam, invece è diventato un punto di non ritorno. Prima Wimbledon, poi le Olimpiadi, quindi lo Us Open e tanti altri tornei, in cui Djokovic è parso irriconoscibile e il rapporto è andato via via logorandosi. Basta aggiungerci l’ingresso nel team di Pepe Imaz, e il probabile ultimatum di Becker (si parla di un “o io o lui”, ma non ce n’è conferma), ed ecco come si è arrivati all’addio di martedì. Djokovic si è limitato ai social, come da prassi recente, mentre Becker ha rilasciato anche un’intervista agli amici di Sky Sports UK, con i quali ha lavorato in passato come opinionista, prima di prendere di nuovo la racchetta in mano per rispondere alla chiamata di Djokovic. “È stata una cavalcata incredibile – ha detto “bum bum” –, in tre anni ricchi di successi. Ovviamente ci sono un paio di sconfitte che mi piacerebbe cancellare, ma se qualcuno tre anni fa mi avesse previsto tutti i risultati che abbiamo raggiunt, ci avrei messo la firma. L’addio è frutto di un processo, una scelta così non arriva dalla mattina alla sera”. Fra le frasi pronunciate dal 48enne di Leimen, quella che ha colpito di più riguarda il lavoro degli ultimi sei mesi, diverso da quello al quale i due erano abituati. “Nell’ultimo periodo le nostre mani erano un po’ legate perché non abbiamo potuto svolgere il lavoro che volevamo. Negli ultimi sei mesi Novak non ha trascorso in campo tutto il tempo che avrebbe dovuto, e lo sa. Un successo come il suo non nasce solo premendo un pulsante, né si può semplicemente mostrare ai tornei. Bisogna lavorare costantemente fuori dal campo, perché anche gli altri fanno lo stesso”.
“CONVINTO CHE TORNERÀ AL TOP”
Volontariamente o meno, Becker ha confermato che dal famoso torneo di Wimbledon nella testa di Djokovic è cambiato qualcosa, ma non ha voluto aggiungere ulteriori dettagli. “Secondo quanto ne so io non dovrebbero trattarsi si tratti di problemi personali. Novak è felicemente sposato e ha uno splendido figlio. Ma la professione del tennista è probabilmente quella che richiede più egoismo nel mondo dello sport, e siccome lui è il primo a dare grandissima importanza alla sua famiglia probabilmente gli ha dedicato più tempo rispetto a prima. Non credo ci siano stati dei problemi: conosco sua moglie, è adorabile e lo supporta in tutto ciò che fa. Ma non trascorrono insieme abbastanza tempo. La stessa cosa succedeva a me vent’anni anni prima: è nella natura dell’essere un giocatore di tennis”. Nonostante l’evidente calo della seconda metà dell’anno, che ha permesso ad Andy Murray di recuperargli oltre 8.000 punti e chiudere la stagione da numero uno del mondo, secondo Becker il suo ex assistito resta comunque il miglior giocatore del circuito. “Sono certo che l’aver perso il numero uno della classifica l’abbia ferito, così come perdere la finale dello Us Open contro Wawrinka. Ma credo che, visto che negli ultimi due anni e mezzo aveva avuto pochissime sconfitte, qualche k.o. in più, in un certo modo, possa anche fargli bene. Sono convinto, e sarò il suo primo fan nella prossima stagione, che tornerà al suo livello migliore, recupererà il numero uno e tornerà il dominatore che abbiamo conosciuto. Ma per farcela deve tornare a lavorare, riprendere ad allenarsi tutto il tempo necessario e focalizzare di nuovo la sua attenzione su ciò che lo rende forte”. Insomma, mentre i tifosi di Djokovic si stanno interrogando sul futuro del campione serbo, a giudicare dalle parole di Becker il problema non sembra essere la persona con cui “Nole” si allenerà. Ma il come e il quanto lo farà.
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