Bordighera all'avanguardia con Danilo Pizzorno

Da un paio d'anni il tecnico piemontese, unico professionista italiano della videoanalisi a lavorare nel mondo del tennis, opera anche sui campi del club ligure, il più antico d'Italia

Bordighera all'avanguardia con danilo pizzorno

È il più antico circolo d’Italia, ma guai a pensare che non sia al passo coi tempi. Anzi, da circa due anni il Bordighera Lawn Tennis Club è una delle pochissime strutture in Italia a potersi avvalere dell’importante servizio di videoanalisi, una delle tecniche più innovative presenti nell’ambito sportivo. A fornirla il torinese Danilo Pizzorno, da tempo membro del team di Riccardo Piatti. Nel 2005 ha abbandonato il lavoro di maestro per dedicarsi a tempo pieno a questa nuova attività, ed è così diventato l’unico professionista italiano della videoanalisi a operare del mondo del tennis. “Era una cosa che avevo in testa da tempo - spiega - e sono riuscito a unire la passione per l’immagine al tennis, il mio lavoro. L’avvento della tecnologia digitale mi ha dato una grossa mano: nel 2001 ci voleva una settimana per montare un video di pochi minuti, mentre ora lo si fa in tempo reale”. Nello specifico il lavoro di Pizzorno si divide in due fasi: la raccolta dei dati, effettuata con una webcam, e l’analisi delle immagini. “Filmiamo i giocatori da varie angolazioni e tutto viene poi archiviato in un sistema chiamato Dartfish, grazie al quale possiamo rivedere i movimenti in slow motion. Una soluzione che permette di analizzare i colpi nel dettaglio e offre una visione chiara della situazione. Si capisce subito dove è il problema, si parte con un progetto per correggerlo, e al termine del percorso si verificano i miglioramenti tramite la comparazione delle immagini”.

Per ogni giocatore preso in analisi è presente un archivio storico, che comprende le immagini da quando abbiamo iniziato a seguirlo. Questo permette a noi di fare meno errori in futuro, e in più di sapere già come operare su altri giocatori, in quanto nel complesso le cose da correggere sono quasi sempre le stesse”. Due le utilità principali del servizio, sperimentato da Pizzorno anche su giocatori del calibro di Djokovic, Ljubicic, Seppi e Fognini. In primis permette al giocatore di vedere coi suoi occhi dove sbaglia e capire come può correggere l’errore, risultando più diretto rispetto al messaggio verbale dell’allenatore. In secondo luogo, aiuta il coach a prendere conoscenza di quegli aspetti del movimento che a occhio nudo possono sfuggire. “Si riesce ad andare sempre nel particolare, mettendo in risalto delle cose che altrimenti scapperebbero, anche se l’aiuto dell’occhio umano non va trascurato. Diciamo che l’ideale è un mix tra occhio e video”. Ma ci vuole anche una buona conoscenza del tennis, altrimenti tante cose possono sfuggire anche al rallentatore. “La mia è una figura di supporto. Tramite la tecnologia segnalo al coach determinate cose, ma poi spetta a lui, in base alle caratteristiche dei singoli atleti, valutare come lavorarci”.

Ufficio Stampa

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