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Bollettieri: "Nessuno come Novak"

La cronaca del primo appuntamento piemontese di Nick Bollettieri. Al Match Ball di Bra, il Guru del tennis mondiale si presenta in grande anticipo e con uno straripante desiderio di esternare le proprie idee ... di ANDREA MERLO

Bollettieri: "nessuno come novak"

di Andrea Merlo - foto Getty Images

 

“Dispensa ai tuoi allievi semplici parole di speranza” è la dedica di Nick Bollettieri a un giovane maestro sulla terza di copertina del suo libro “Cambiare il Gioco”. Nel suo primo appuntamento piemontese, al Match Ball di Bra, il Guru del tennis mondiale si presenta in grande anticipo e con uno straripante desiderio di esternare le proprie idee.

 

Alla soglia degli 84 anni Nick pare un giovincello. E' istrionico; prima scherza con alcuni giornalisti, poi saluta il Presidente del circolo Domenico Dogliani e il Sindaco Bruna Sibille con grande calore. Infine si sposta sul campo, da cui si rivolge ai numerosi bambini delle scuole medie braidesi assiepati sulle tribune, accorsi per l'appuntamento.

 

Più che parlare, catechizza. Non segue un filone, è uno spirito libero e non è abituato a essere intrappolato in rigidi schemi sintattici. Divaga assecondando le domande dei giovani studenti, li incita affinchè chiedano, accrescano la propria voglia di conoscere e imparare. Molti dei ragazzi sugli spalti - c'è da immaginarlo -  non avevano sino a oggi un’idea ben precisa dell’importanza che Bollettieri ha rivestito e riveste tutt’ora nella storia del tennis moderno, ma nonostante ciò, il modo di parlare di Nick, il suo gesticolare concitato, li ha conquistati in un batter d’occhio. Il coach ha il sorriso gentile e consapevole, dono dell'esperienza e l'educazione e l'umiltà che solo i grandi riescono a mantenere anche quando sono all’apice.

 

Non si dilunga in aspetti tecnici o tattici, non parla di impatto o rotazioni; la sua è più che altro una lezione di vita, un modus operandi che l'atleta dovrebbe adottare anche al di fuori del campo.


“Molti mi chiedono come faccia ad avere ancora questo spirito e questa voglia di lavorare alla mia età. Io rispondo: innanzitutto prendendomi cura del mio corpo. Io ho ancora lo stesso peso di quando partii militari, molto giovane. Mi alzo prestissimo, alle cinque ogni mattina e faccio ginnastica. Ricordate, avete solo un corpo, dovete averne cura e non trovare scuse per dimenticarvi di lui. Quando la gente mi chiede 'come stai?', io rispondo semplicemente: sto sopra la terra anziché sotto, e già questo è un buon inizio”.

 

Poi, incalzato dalle domande sull’attuale panorama tennistico, si sbilancia e incorona Djokovic, “Non avevo mai visto un tennista che avesse tutti i requisiti di Novak. Ha la tenuta mentale di un grande campione, piedi veloci e una grande tecnica. Forse non vincerà tutti gli Slam che hanno vinto Pete Sampras o Roger Federer, ma dal mio punto di vista lui è stato più forte di loro”. Inevitabile la parentesi sul tennis nostrano, di cui esalta il settore femminile.

 

Stimo molto atlete come la Schiavone e la Errani. Hanno grinta, trovano sempre il modo per migliorarsi, anche quando sono al massimo non si accontentano” poi è arrivata la punzecchiatura sul movimento maschile “I vostri ragazzi hanno buona tecnica ma cercano sempre di auto-compiacersi ( to look good ndr) e questo va a discapito del risultato”.
 Sull'avviamento al tennis ha le idee molto chiare e le espone ai ragazzi come un nonno paziente che racconta una storia ai nipotini. “Non è detto che iniziare a giocare a cinque anni sia un vantaggio rispetto a iniziare a dodici o tredici.

 

L'importante è il metodo e soprattutto lo spirito con cui ci si avvicina alla disciplina. Perdete, ragazzi. Ve lo ripeto, perdete e perdete ancora. Solo imparando a perdere sarete pronti per vincere. Date il vostro meglio senza trovare scuse. Come dico spesso le scuse non pagano le bollette. Le scuse sono il limite più grande per un tennista. Quando un mio giocatore mi dice di aver perso un match, ma di averlo fatto contro la prima testa di serie io gli rispondo che questa è una scusa. Lui deve entrare in campo convinto di poter vincere. Abbiate rispetto del vostro avversario, mai paura. L'educazione alla sconfitta è alla base del successo.”

 

Nick è un fiume in piena e passa poi allo spinoso argomento relativo alle pressioni dei genitori sui giovani tennisti.
Ai genitori dico: io comprendo il vostro affetto ma per il bene dei ragazzi dovete essere realisti. Capire le reali capacità dell'atleta è il miglior modo per farlo crescere senza eccessive pressioni”.
 
Il tour di Bollettieri in terra piemontese prevede, dopo la tappa di Bra, ulteriori incontri a Torino e Saluzzo. Decisamente una giornata stancante, ma siamo sicuri che l'inossidabile Nick sarà più riposato di molti trentenni di oggi.

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