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Riccardo Bisti
31 October 2018

Batosta Next Gen: arriva il forfait di Shapovalov

Il più atteso dal pubblico non sarà alla Fiera di Milano-Rho. Si dice esausto, motivazione che difficilmente gli eviterà 25.000$ di multa. Il suo forfait peggiora il ranking medio dei sette ammessi di diritto rispetto all'anno scorso. L'atmosfera sarà bella, ma giustifica i costi non esattamente popolari dei biglietti?

A parte il dovuto rispetto per il beneficiario Hubert Hurkacz, le Next Gen ATP Finals hanno incassato un colpo durissimo, il peggiore possibile: non ci sarà Denis Shapovalov. Se è vero che sarebbe stato il numero 2 del draw alle spalle di Stefanos Tsitsipas, il canadese era il giocatore più atteso. Motivo? L'immagine qui sopra è sufficiente per descrivere il grado di spettacolarità che Denis è in grado di offrire, e che aveva mostrato lo scorso anno, quando si arrese ad Andrey Rublev in semifinale. In barba ai regolamenti che definiscono “obbligatoria” la partecipazione, Shapovalov ha chiuso il suo rapporto con il torneo con una dichiarazione di tre righe. “Ho avuto un lungo anno di competizione in giro per il mondo e mi dispiace cancellarmi dalle Next Gen ATP Finales. Lo scorso anno è stato un boom, diverso da ogni torneo che abbia mai giocato. Mi mancheranno i fantastici spettatori di Milano e competere contro i migliori giovani del tour”. Non c'è dubbio che Shapovalov sia stanco, ma il suo forfait è il primo scricchiolio di una manifestazione che l'anno scorso aveva goduto di una promozione sfrenata, forse esagerata. Senza l'effetto novità, le Next Gen Finals rischiano di andare incontro a un ridimensionamento che sarà contenuto soltanto dall'impressionante prize money in palio. La sola partecipazione garantisce 52.000 dollari: vittoria dopo vittoria, il baby vincitore può guadagnare 407.000 dollari. Numeri alla mano, è l'unica differenza tra questo torneo e gli ATP 250, almeno in termini di partecipazione. Se il vincitore di un “semplice” torneo ATP non arriva a guadagnare 100.000 dollari (lordi), chi si aggiudica l'esibizione milanese può arrivare a intascarne il quadruplo. Il forfait di Shapovalov è tremendo anche sul piano numerico: la media ranking dei sette qualificati di diritto, infatti, peggiora rispetto all'anno scorso mentre con il canadese sarebbe stata migliore. Ecco i due scenari (dai quali, ovviamente, è esclusa la wild card italiana).

NEXT GEN FINALS 2017
Andrey Rublev 35
Karen Khachanov 44
Denis Shapovalov 49
Borna Coric 51
Jared Donaldson 54
Hyeon Chung 55
Daniil Medvedev 63
MEDIA RANKING: 50,14

NEXT GEN FINALS 2018
Stefanos Tsitsipas 16
Alex De Minaur 33
Frances Tiafoe 44
Taylor Fritz 49
Andrey Rublev 76
Hubert Hurzkacz 79
Jaume Munar 80
MEDIA RANKING: 53,85
Hubert Hurkacz, ultimo ammesso alle Next Gen Finals 2018

SHAPOVALOV VERSO UNA MULTA?
Sia pure con la presenza di un top-20 (che l'anno scorso non c'era), le cose peggiorano. Peccato, perché con Shapovalov la classifica media dei sette qualificati sarebbe stata 46,71. In linea di massima, il livello non è troppo diverso dagli ATP 250 di medio livello. Prendendo uno dei tornei più “deboli” del 2018, Quito (che peraltro è morto, sostituito a Cordoba), la media ranking delle prime sette teste di serie era 51,85. L'idea di far giocare i migliori Under 21 non è malvagia, ma deve esserci la consapevolezza che si tratta di un torneo “ad alto rischio”. Ci sono annate buone e altre meno buone. Il 2018 è così così: se Tsitsipas e De Minaur sono ottimi nomi, chi spiegherà al pubblico che Andrey Rublev era n.35 l'anno scorso e quest'anno si è qualificato con una classifica che l'anno scorso lo avrebbe tenuto fuori? In altre parole, ci sono tante variabili di cui tenere conto. Sarà interessante vedere vedere la risposta del pubblico, dopo che lo scorso anno avevano assistito al torneo 22.453 spettatori in otto sessioni di gioco. Il bilancio economico fu in passivo: vedremo se quest'anno le cose miglioreranno. Indubbiamente i prezzi dei biglietti non sono troppo popolari: si va da un minimo di 22 euro per la “piccionaia” nella sessione diurna del primo giorno fino ai 121 per i posti migliori per le finali di sabato 10 novembre (il programma scatterà alle 19). L'abbonamento per i cinque giorni di gara costa 365 euro. Sia pur considerando il contorno suggestivo e le tante novità tecnologiche, non sono certo alla portata di tutti. Più in generale, nell'aria si respira la sensazione che il torneo non sia troppo sentito dai diretti interessati: i giocatori. Se Shapovalov fosse stato davvero interessato, avrebbe trascorso una settimana in più in Europa senza parlare di generale “stanchezza”. Sarà interessante sapere – ammesso che ce lo dicano – se l'ATP ha ritenuto “valide” le ragioni del forfait. Qualora non lo fossero, Shapovalov dovrebbe pagare una multa di 25.000 dollari. Leggendo l'articolo 4.03.D del Rulebook ATP, le uniche motivazioni che possono evitare la multa sono “un infortunio in buona fede” oppure una qualsiasi ragione che costituisca “buona causa”. Difficile pensare che le motivazioni addotte gli eviteranno la multa, comunque una goccia nel mare dei suoi guadagni stagionali (quasi un milione e mezzo nel solo 2018). Per ragioni contrattuali, il torneo resterà in Italia fino al 2021: è un dato di fatto che la seconda edizione non vedrà il numero 2, così come il numero 1 delle qualificazioni italiane. Sperando che le rinunce siano finite qui.

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