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Riccardo Bisti
10 October 2017

Australian Open: wild card a rischio per Tomic

Presentata la nuova edizione dell'Australian Open: montepremi record (55 milioni di dollari australiani) e ritorno di Serena Williams. Potenziale caso Tomic: sceso al n.144 ATP, se non dovesse dare segnali di risveglio potrebbero negargli la wild card. Lleyton Hewitt è scontento della sua stagione.

Una celebrazione in pompa magna ha lanciato la prossima edizione dell'Australian Open, in programma nel mitico impianto di Melbourne Park dal 15 al 28 gennaio. Vi abbiamo già segnalato la nuova policy per i biglietti, ma il direttore del torneo Craig Tiley ha toccato diversi argomenti durante una celebrazione patinata, cui hanno preso parte le giovani promesse Destanee Aiava e Jaime Fourlis. Oltre a focalizzarsi sulla presenza di tutti i migliori giocatori in campo maschile, ha annunciato il ritorno di Serena Williams, che ha giocato (e vinto) il suo ultimo torneo proprio a Melbourne Park. “Inoltre le iniziali di sua figlia sono AO” ha scherzato Tiley. C'è poi il solito aggiornamento del montepremi: l'Australian Open 2018 metterà in palio la bellezza di 55 milioni di dollari australiani, con un aumento del 10% rispetto al 2017. I vincitori delle prove di singolare intascheranno 4 milioni a testa. Tra l'altro, sono previste una serie di migliorie all'impianto, vuoi per giustificare l'aumento del costo dei biglietti, vuoi per festeggiare il trentennale dallo spostamento di sede. La prima edizione a Melbourne Park (che allora si chiamava Flinders Park), infatti, risale al 1988. Tra le tante belle notizie, tuttavia, c'è un potenziale “caso” con protagonista Bernard Tomic. Il talentuoso e discusso australiano viene da una pessima stagione, in cui ha raccolto appena 10 vittorie e ben 12 eliminazioni al primo turno. Risultato? È piombato fuori dai top-100 ATP e Tennis Australia ha lasciato intendere che una wild card non è affatto garantita.

SCONFITTE E ATTEGGIAMENTI DISCUTIBILI
Attualmente numero 144, dovrà lanciare segnali importanti negli ultimi tornei dell'anno. La scelta se invitarlo o meno sarà affidata a Lleyton Hewitt (capitano di Coppa Davis) e a Wally Masur (direttore dall'alto livello). Quando hanno chiesto a Craig Tiley cosa succederà se Tomic non chiuderà l'anno tra i top-100, ha detto: “Buona domanda. C'è ancora un po' di tennis prima della fine dell'anno, dobbiamo attraversare un ponte prima di arrivare a questo problema. Ma devono ancora accadere parecchie cose”. Tomic aveva fatto discutere qualche mese fa, quando aveva pubblicamente detto di essersi messo a posto finanziariamente per il resto della sua vita. Cadde anche nel cattivo gusto, dicendo che poteva permettersi di acquistare case e macchine che la maggior parte della popolazione potrebbe soltanto sognare. Qualche settimana dopo, rilasciò un'intervista-verità in cui si raccontò a fondo, senza ritrattare le sue opinioni. Hewitt – che pure aveva lavorato con lui nel 2016 – è rimasto deluso dalla sua stagione e dalla scarsa voglia di allenarsi. Risultato? Non è mai stato convocato in Coppa Davis. Insomma, è possibile che gli australiani debbano fronteggiare un nuovo caso dopo l'ennesima bizza comportamentale di Nick Kyrgios a Shanghai. Curiosamente, poche ore prima del suo discutibile ritiro contro Steve Johnson, Tiley aveva detto che sta giocando il suo miglior tennis e che fa parte di un gruppo di giovani “che sta colmando il divario con i migliori”. Diciamo che è stato sfortunato.

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