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Marco Caldara
17 January 2017

Si vede già la mano di Davin?

AUSTRALIAN OPEN – Fabio Fognini imposta il match contro Feliciano Lopez in maniera diversa rispetto ai due precedenti (persi), e il risultato è una goduria. Schianta l’attaccante spagnolo in tre set, senza appello e senza distrazioni, seppellendolo di vincenti. Una prova che alimenta qualche speranza, e gli regala un secondo turno intrigante con Paire.
Ormai Fognini non ci inganna più: abbiamo imparato tutti a conoscerlo, quindi a non gridare all’allarme dopo un match perso male, proprio come a non intonare canti di gioia dopo un buon successo. Ma è indubbio che risultati come la vittoria al primo turno dell’Australian Open 2017 facciano venire un po’ di acquolina in bocca. L’urna ha offerto al ligure Feliciano Lopez, ventinovesima testa di serie, e sembrava stata poco clemente; lui ha risposto con un 7-5 6-3 7-5 in un paio d’ore, sparando oltre 40 colpi vincenti e bucando lo spagnolo da tutte le parti, come se fosse la cosa più facile del mondo. E così anche la storica nemica Melbourne, dove aveva raccolto sette primi turni in nove partecipazioni, diventa un po’ più simpatica, quasi amica, come quel pubblico del Campo 20 che era tutto schierato per lui. Gli ha dato una spintarella per vincere un match dai due volti. Per uno come Fognini, gli avversari come Lopez sono i più semplici da affrontare dal punto di vista tecnico, perché da fondo campo non c’è paragone, dunque non deve inventarsi chissà cosa. Fabio risponde bene e non ha un lato “attaccabile”, dove si sente meno sicuro. I suoi due fondamentali sono equilibrati e passa benissimo da entrambe le parti, qualità non così comune nel Tour. Allo stesso tempo, però, sono le sfide più complesse mentalmente, perché non permettono distrazioni. Se lui perde il servizio e il rivale prende fiducia, può bastare un break per dire addio a un set. Un po’ come era successo nel 2015 allo Us Open, o lo scorso anno a Wimbledon, nei due precedenti persi. A New York andò k.o. in tre set sprecando una chance forse unica di centrare il suo secondo quarto Slam in carriera, mentre ai Championships andò avanti di due set con grande facilità, ma bastò poco per fargli perdere la bussola. Stavolta invece, grazie a un’impostazione tattica perfetta, Lopez ha raccolto le briciole. Lo spagnolo non era al top per i problemi alla schiena che l'avevano obbligato al forfait ad Auckland, e non ha fatto bene l’unica cosa che dipendeva solamente da lui: servire un buon numero di prime palle. È stato appena sopra al 50% e l’ha pagato dovendo lottare per tenersi a galla in tantissimi game, fino a concedere 28 (!) palle-break. Ma Fognini ha sfoderato una prestazione monstre, di quelle da chiedersi come abbia fatto a perdere nelle altre due sfide.
MANCA 7 MATCH-POINT, MA NON DEMORDE
La chiave è stata un’impostazione tattica diversa, magari studiata insieme al nuovo coach Franco Davin. Invece di cercare di strafare, visto che Lopez da fondo campo fa il punto molto raramente, si è vista la chiara intenzione di Fabio di farlo scambiare il più possibile da là, anche a bassa velocità e specialmente di rovescio, tenendolo lontano dalla rete. Una strategia che ha azzerato le sicurezze del mancino di Toledo, che di conseguenza anche quando è riuscito a presentarsi a rete ha raccolto poco, con un 25 su 47 che per lui sa di catastrofe. L’altra differenza l’ha fatta la continuità. In tutto il match Fognini ha perso la battuta solamente due volte e sempre da situazione di vantaggio. La prima nel secondo game del match, da 1-0 e servizio, prima di allungare di nuovo sul 5-5 con un magnifico passante di rovescio (ne ha tirati una dozzina, e Lopez è forse il giocatore che nel Tour copre meglio la rete). L'altra sul 5-2 e servizio al secondo. Una piccola distrazione gli è costata cinque punti persi di fila da 40-0, ma nel gioco seguente ha strappato di nuovo la battuta al rivale e chiuso il set, spedendo il messaggio che stavolta non sarebbe andata come le altre. Fabio avrebbe potuto ammazzare anche il terzo set già in apertura, invece ha mancato due chance e la battaglia si è allungata, ma con un servizio da 3 punti persi in tutto il set l’azzurro non ha corso alcun rischio. E si è capito subito che sarebbe stata solamente questione di tempo. Sul 5-4 ha fatto le prove generali, mancando tre match-point in risposta (con qualche rammarico solamente sul secondo), sul 6-5 è andato a segno, dando il tutto per tutto per evitare un tie-break potenzialmente pericoloso. Un Lopez un po’ frettoloso, come se avesse capito che non c’era modo di venirne a capo, ha detto no (con merito) ad altre quattro palle match, ma sulla quinta Fognini ha preso l’iniziativa dalla risposta, l’ha messo all’angolo col dritto e ne ha raccolto il gratuito numero 51, stringendo il pugno verso Davin. Battendo una testa di serie, si è regalato un secondo turno abbordabile contro il suo grande amico Benoit Paire, che dopo due set ha approfittato del ritiro di Tommy Haas. I tifosi di Fognini hanno ancora in mente il 4-6 6-4 7-6 delle Olimpiadi, con match-point cancellato. Uno spettacolo che, fra due dei giocatori più folli del Tour, è sempre una garanzia. Prepariamo i pop-corn.

AUSTRALIAN OPEN – Primo turno uomini
Fabio Fognini (ITA) b. Feliciano Lopez (ESP) 7-5 6-3 7-5
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