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Cosimo Mongelli
22 January 2018

Battere Djokovic facendo Djokovic. Chung può

Prestazione mostruosa di Hyeon Chung, che fa provare a Novak Djokovic tutto ciò che l'ex numero uno ha fatto provare per anni ai suoi avversari. Alza un muro di consistenza da fondo campo, vince tutti i punti importanti, e firma in tre set la vittoria più prestigiosa della sua carriera. "Nole" non è al 100%, ma il 21enne coreano ha giocato un tennis impressionante.
Fenomenale. Non ci sono e non potrebbero esserci altri aggettivi per descrivere Hyeon Chung, che ha acceso la serata della Rod Laver Arena con una prestazione a dir poco straordinaria al cospetto di Novak Djokovic. L’uomo che su quello stesso campo ha conquistato sei tornei del Grande Slam, liquidato in tre set, 7-6 7-5 7-6. Non è solo un'impresa, quella del 21enne coreano con gli occhiali vincitore della prima edizione del Next Gen ATP Finals di Milano. È anche una promessa, che è sempre più vicina al mantenersi. È il primo coerano nella storia di questo sport a giungere ai quarti di finale di un Major, e la sensazione che non sia finita qui. Perché se per il pur ottimo ed entusiasmante Tennys Sandgren, suo prossimo avversario e giustiziere di un Dominic Thiem che lascia sempre più perplessi, sembra “solo” essere l'occasione della vita, per il ragazzino miope di Suwon potrebbe essere il primo dei tanti risultati di spessore che si troverà a inanellare nel corso di una carriera che è ancora all’inizio. Djokovic non ha potuto davvero nulla. L’ex numero uno al mondo è stato generosissimo, ci ha messo tanto cuore e altrettanta abnegazione, sino all'ultimo scambio. Ma è ancora ben lontano dalla sua migliore versione e la differenza di potenza tra i due è stata evidente. “Nole” ha provato a metterci una pezza correndo e lottando come un dannato, ma né gli dei, né la condizione, né gli ancora latenti problemi al gomito, l'hanno aiutato ad arginare la prepotenza fisica e atletica del suo avversario. “Se Chung gioca in questo modo – aveva detto “Sascha” Zverev dopo averci perso due giorni fa – sono in pochissimi in grado di batterlo”. Sembrava una frase dettata dalla sconfitta, come a volersi prendere una giustificazione. Invece si è rivelata in fretta una grande realtà.
MURO CHUNG: CONTINUO E CONSISTENTE
Sono passati due anni, da quel primo turno sempre su questi campi, quando “Nole” fece di un sol boccone un ancora acerbissimo Chung, e stavolta i ruoli si sono invertiti. A giocare come la migliore versione del serbo è stato proprio Hyeon. Mai scalfito minimamente dal dubbio o dalla paura, anche nel finale del terzo set, di poter non vincere questa partita. “Sul 3-3 nel tie-break del terzo set (dopo essere stato avanti 3-0, ndr), ho pensato che anche se l'avessi perso avrei avuto a disposizione il set successivo”. Un approccio positivo che l’ha aiutato a restare attaccato a Djokovic e a batterlo con serenità, senza nemmeno esultare troppo. Neanche nell'intervista a fine partita Chung lascia trasparire chissà quale stupore. Come se fosse una vittoria qualunque. “Questa notte, per me, è veramente un sogno che si avvera. Ma ora voglio solo riposare e dormire bene e prepararmi per i quarti di finale”. Il match ha recitato lo stesso copione per tutti e tre i set. Che hanno visto sempre il ragazzino coreano in fuga. 4-0 nel primo, 4-1 nel secondo e 3-1 nel terzo. Set che si sono prolungati più del dovuto per la generosità di Nole. Che onora il gioco, il campo e l'avversario, cercando più volte di venire a rete, per abbreviare lo scambio e scombussolare l'avversario. Ma riesce solo a tratti nell'intento, perché dall’altra parte c'è un muro, che fa rimanda indietro ancora più forte i suoi colpi. Un indemoniato che nei palleggi sopra i tre colpi diventa ingiocabile. Recupera in tutti e tre i set, il buon Nole, ma finisce sempre con il cedere. Troppo pesanti e penetranti, i colpi di Hyeon, nei momenti decisivi. Troppa poca forza nelle gambe e nelle braccia di Djokovic, per poter rimettere minimamente in discussione il tutto. Scuote la testa più volte Andre Agassi in tribuna, ma per il suo assistito c'è comunque del buono anche in questa sconfitta, e dopo sei mesi lontano dal campo può essere soddisfatto del suo torneo. Il giudizio su di lui è rimandato, mentre quello su Chung diventa sempre più interessante. Il coreano ha le stigmate del predestinato, e uno dei quarti di finale più inattesi della storia ci dirà molto sulla sua capacità di resettare tutto e ripartire. Anche dopo un’impresa del genere.

AUSTRALIAN OPEN UOMINI – Ottavi di finale
Hyeon Chung (KOR) b. Novak Djokovic (SRB) 7-6 7-5 7-6
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