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Marco Caldara
28 January 2018

Cilic: il «tennis fenomenale» dura troppo poco

PAROLA AL FINALISTA - Nonostante la sconfitta di misura contro Federer, Marin Cilic è felice comunque. "Nel quarto set ho giocato un tennis fenomenale - dice - e se avessi tenuto quel livello... Però non ho rimpianti". I 1.200 punti raccolti lo portano al numero 3 ATP, dietro solo a Federer e Nadal: "si tratta di un tragardo importante, ma il mio vero obiettivo è il numero uno".
Per lunghi tratti, specie nel finale del quarto set, Marin Cilic ha giocato a un livello impressionante, degno dello Us Open 2014, quando aveva sorpreso il mondo tirando fuori un tennis che pochi credevano potesse avere. Da allora l’ha mostrato solo a intermittenza, ed è per quello che il titolo di New York è rimasto un caso isolato, ma pian piano il croato si sta facendo notare sempre più spesso. Era arrivato in finale a Wimbledon, fermato dalle vesciche, e ci è tornato a Melbourne, stoppato solo da un Federer che nel finale ha avuto qualcosa in più. Ma lui ha buone ragioni per essere soddisfatto comunque. “Sono comunque molto contento del mio torneo – ha detto in conferenza stampa – perché ho giocato un ottimo tennis per due settimane. C’è un po’ di rammarico per come è andata oggi, ma in generale ho vinto delle belle partite, ho battuto Nadal e sono arrivato in finale, che è un risultato importante. Se guardo solamente al mio gioco sono migliorato un sacco, e questo è molto importante. Oggi sono stato vicino a girare la partita, il game sul 2-3 del quarto set mi ha dato una grande fiducia, aiutandomi ad alzare il livello. Da quel momento in poi ho giocato un ottimo tennis, direi fenomenale. Colpivo la palla alla grande, e mi sentivo benissimo, ma il primo game del quinto set è stato cruciale”. Ha avuto due palle (non quattro, come ha detto un paio di volte, ndr) per strappare la battuta a Federer per la terza volta di fila, ma le ha mancate entrambe e poi ha subito il prepotente ritorno del n.2 ATP. “Ci ho provato, ho fatto la cosa giusta, ma non è andata bene. Però sono contento di quanto fatto. Le condizioni erano abbastanza difficili, e giocare col tetto chiuso ha reso necessari degli aggiustamenti. Specialmente all’inizio: mi aspettavo delle condizioni molto più calde”.
“FELICE, MA PUNTO AL NUMERO UNO”
Secondo Cilic, una delle grandi differenze l’ha fatta il suo rendimento al servizio: contro Nadal era riuscito a raccogliere di più, ma il merito è anche di un Fededer che per i primi tre set ha risposto quasi sempre, leggendo benissimo le sue traiettorie. “Giocare contro di lui – ha continuato Cilic – è sempre diverso rispetto a tutti gli altri, perché ha un tennis differente e varia tanto con il rovescio. Ma me l’aspettavo, l’ho affrontato molto spesso. Purtroppo nei primi tre set non sono riuscito a colpire la palla al massimo delle mie possibilità, e solo nel quarto ho trovato il ritmo ideale. Credo che se avessi continuato su quel passo le cose sarebbero potute andare diversamente, perché l’inerzia era dalla mia parte”. Ha ragione, ma la risposta che Federer gli ha dato è chiara: per batterlo nella lotta serve di più. “Lo animano – l’ha applaudito il croato – la passione per la competizione, immutata stagione dopo stagione, la capacità di sfidare sé stesso fisicamente e mentalmente settimana dopo settimana, e la voglia di lavorare e migliorarsi. Cose che sappiamo sta continuando a fare molto bene”. Con la finale Cilic salirà al numero 3 della classifica ATP per la prima volta, alle spalle di Nadal e Federer. “Essere dietro soltanto a loro due è qualcosa di magnifico, ma il mio vero obiettivo è diventare numero uno, ed è per quello che sto lavorando. In questi ultimi anni ho fatto grandi progressi, nel 2017 sono migliorato molto in tanti settori del mio gioco, e i match giocati qui mi danno fiducia. Ho battuto Nadal, anche se si è ritirato, e ho lottato per cinque set con Federer: sono migliorato tanto e sto continuando a migliorare. So quanto sarà difficile salire ancora, ma quello è il mio obiettivo”. Ambizioso, ma giusto. Dove altro può puntare uno che ha già i piedi sul podio?
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