"Oggi ho giocato benissimo, lui no. Però non mi aspettavo che potesse andare tanto velocemente. Era un terzo turno difficile, non potrei essere più felice. Non avevo grandi aspettative per questo torneo, i primi due turni ho faticato, ma oggi ho servito e giocato benissimo e sì, sono davvero sorpreso”. E' sorpreso Roger Federer, così come è sorpreso Jim Courier che lo intervista a bordo campo. E son sorpresi, oltre che entusiasti, anche i tifosi. Il terzo turno contro Tomas Berdych era un banco di prova importante, se non difficoltoso, per lo svizzero. Nei primi due turni, Federer aveva dato l'impressione di essere ancora troppo lento, nei movimenti e nelle soluzioni, per poter davvero impensierire i più forti. Ma i de profundis dovranno rimanere chiusi nel cassetto, almeno per altri due giorni, fino alla sfida con Kei Nishikori. Una partita perfetta, quella contro Berdych. Una lezione di tennis veloce quanto severa, un 6-2 6-4 6-4 in poco più di un'ora e mezza. Lezione impartita ad un Tomas Berdych relegato al ruolo di mero comprimario, se non sparring partner, entrato in campo con il piglio di chi ha perso in partenza. Dovevano suonare profetiche le parole spese dal ceco ancor prima dell'inizio del torneo, dopo il sorteggio del tabellone: "Da qualche parte doveva andare, purtroppo è toccato a me". Già, purtroppo. Quanto visto nel primo set toglierà il sonno a Goran Ivanisevic per i prossimi mesi. Dimenticate le lezioni del nuovo maestro, Berdych mette il 41% di prime e sulla seconda si immola alla mercè di un Federer che senza alcun timore disegna, insegna e dipinge il campo mostrando il meglio del suo repertorio. I due break strappati nel primo parziale vengono facili facili, con il sottofondo di un pubblico in bilico tra estasi e stupore, lo sguardo incredulo di Tomas e l'impercettibile ma eloquente sorriso dello stesso Roger, che si rende conto che oggi può disporre come vuole dell'avversario.