Marco Caldara
20 January 2018

Zverev crolla, e sa di avere un problema

Continua la fobia Slam di Alexander Zverev: a Melbourne il n.4 ATP crolla al quinto set contro Hyeon Chung, e anche stavolta non riesce a raggiungere la seconda settimana. Ce l'ha fatta una sola volta in undici Slam, e l'età non è una giustificazione: ha 20 anni anche quando vince i Masters 1000. "Devo capire cosa mi succede".
Caro Sascha, abbiamo un problema. E invece di avvicinarsi, la soluzione si allontana Slam dopo Slam. Anche in questo Australian Open il tedesco era fra i favoriti, e anche stavolta non è riuscito nemmeno ad arrivare alla seconda settimana, confermando un’allergia ai Major che inizia a farsi preoccupante. Era riuscito a mascherarla per un paio di incontri, battendo Thomas Fabbiano e Peter Gojowczyk ma è venuta fuori di nuovo non appena sulla sua strada si è presentato Hyeon Chung, il primo avversario con le armi per batterlo e la capacità di fare gioco anche contro di lui. Sulla Rod Laver Arena il coreano ha visto una possibilità e non si è fatto pregare, ha messo in piedi una bella rimonta e l’ha spedito a fare le valigie con largo anticipo sulla tabella di marcia, imponendosi per 5-7 7-6 2-6 6-3 6-0. Nella sua carriera Zverev ha giocato undici Slam e ha raggiunto la seconda settimana solamente in uno, Wimbledon della passata stagione, e il discorso dell’età non regge più, o almeno non può essere una scusante. Zverev ha 20 anni anche quando vince due Masters 1000 di fila, battendo Djokovic in finale nel primo e Federer in finale nel secondo, e anche se negli Slam ci sono sicuramente delle differenze a livello di aspettative e sforzo richiesto, non sono così ampie da giustificare una differenza di rendimento tanto netta. Negli Slam il tedesco ha un bilancio di 14 vittorie e 11 sconfitte, e non ha mai battuto un top-50: una miseria per uno che viaggia già di pari passo coi grandissimi e ha dimostrato di poter battere regolarmente. Vuol dire che c’è qualcosa di più, qualche aspetto sul quale dovrà lavorare con attenzione. Per sua fortuna, Zverev l’ha capito e stavolta in conferenza stampa ha ammesso il problema, parlando con una maturità mai vista prima. “Sicuramente il problema non è fisico – ha spiegato – e devo cercare di capire cosa mi succede nei momenti importanti dei tornei del Grande Slam. È accaduto a Wimbledon, a New York e anche qui. Sono ancora giovane e avrò tempo, ma c’è qualcosa su cui ragionare”.
"IN POCHI POSSONO BATTERE CHUNG"
Il modo in cui è sparito dal campo nel quarto set è preoccupante. Chung gli ha strappato il secondo set con un tie-break magistrale, ma lui sembrava aver messo le cose a posto dominando il terzo. Invece le vere difficoltà dovevano ancora arrivare, nel suo tennis ma anche nella sua testa, vera causa della sconfitta. Si è indispettito perché malgrado le sue ripetute richieste le luci della Rod Laver Arena non sono state accese (“era nuvoloso, c’era un po’ di oscurità, ma ho dovuto chiederlo sette volte”), poi se l’è presa col giudice di sedia, con una telecamera, col mondo. Finendo per fare del male a sé stesso. Il vero problema era lui, o se proprio il coreano dall’altra parte della rete, col suo tennis che non fa impazzire chi guarda, ma è dannatamente efficace. Di solito, quelli che arrivano in alto hanno buona parte delle sue qualità. Il coreano ha dominato quarto e quinto set lasciato appena tre game, contro uno Zverev via via sempre più rassegnato, incapace di spingere e di reagire. Ha sfondato una racchetta sul Plexicushion, ma per scuotersi non basta un gesto a favore di telecamera (“il quinto set è andato così veloce che non ho realizzato cosa stesse succedendo”), e Chung ha passeggiato fino alla fine, conquistando il primo ottavo Slam di una lunga serie. “Penso che entrambi abbiamo giocato bene per quattro set – ha aggiunto Zverev – ed è per questo che rispetto a New York (dove perse con Borna Coric, ndr) sono molto meno deluso. Allo Us Open avevo giocato malissimo per tutto il match, qui no. Il livello è stato buono. Credo che avrei potuto vincere in quattro set, ma il match è stato molto molto intenso e battere Chung è difficile”. Gli hanno chiesto se il coreano sia fra i più forti da affrontare per la sua forza mentale, e lui ha dato una risposta importante: “è uno dei più forti, punto. Non voglio dargli un numero, ma se gioca a questi livelli ci sono davvero pochissimi giocatori in grado di batterlo. Una discreta investitura…

AUSTRALIAN OPEN – Terzo turno uomini
Hyeon Chung (KOR) b. Alexander Zverev (GER) 5-7 7-6 2-6 6-3 6-0
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