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Riccardo Bisti
12 December 2017

ATP World Tour: le cinque grandi sorprese del 2017

Slam esclusi, ecco i principali “upset” della stagione appena terminata. Curiosamente, un paio sono avvenuti a Dubai. Pur protagonista di un paio di scivoloni, Roger Federer avrebbe messo la firma per vivere una stagione così. Ma l'exploit più bello l'ha infilato Denis Shapovalov a Montreal.

Per ragioni “sindacali”, l'articolo si è limitato al circuito ATP. Per questo, non stupitevi se in questa lista non trovate match come Djokovic-Istomin e Murray-M.Zverev (Australian Open), oppure Wawrinka-Medvedev (Wimbledon). Tra i vari articoli di fine anno, il sito ATP ha elencato le cinque più grandi sorprese del 2017 tennistico, limitandosi – appunto – al circuito "regolare". Ecco i match prescelti.

INDIAN WELLS – Vasek Pospisil b. Andy Murray 6-4 7-6
Il canadese può esprimere un buon tennis, visto il suo passato da top-25 (è ancora più forte in doppio, con tanto di un successo a Wimbledon). Ma contro Murray sembrava spacciato: pur non avendo mai vinto a Indian Wells, voleva riscattarsi dopo un brutto avvio di stagione. Tuttavia, avanti 4-2, si è fatto sorprendere dal tennis aggressivo di Pospisil, allenato dall'ex leggenda del doppio Mark Woodforde. Persi quattro game di fila, si è trovato in svantaggio di un break anche nel secondo set. Ha trovato la forza di arrampicarsi al tie-break, ma quella sera il braccio di Vasek non ha tremato. Con un dritto vincente, ha chiuso in bellezza: è stata la sua più bella vittoria, almeno in singolare.

DUBAI – Damir Dzumhur b. Stan Wawrinka 7-6 6-3
Campione in carica negli Emirati, Stan Wawrinka era reduce da una splendida semifinale in Australia, dove aveva battagliato per cinque set contro Federer. Il match contro il piccolo bosniaco sembrava perfetto per adattarsi alle condizioni, specie dopo aver intascato i primi tre game in otto minuti. Ma appena Dzumhur ha preso a tenere la palla in campo, Wawrinka ha capito che sarebbe stata dura. Contro un avversario che non sbagliava più, difendendosi alla grande, è stato il primo a squagliarsi in appena due set. Sarebbe stato l'inizio di una grande stagione per il bosniaco: a inizio anno era n.82, ha chiuso in 30esima posizione con due titoli ATP in bacheca: San Pietroburgo e Mosca.

ATP FINALS – David Goffin b. Roger Federer 2-6 6-3 6-4
Prima della semifinale del Masters, il bilancio tra i due parlava di sei vittorie a zero per Federer, compreso un netto 6-1 6-2 un paio di settimane prima, a Basilea. “Sinceramente, non so cosa dovrò fare di diverso” aveva detto Goffin prima della sfida, peraltro iniziata come tutte le altre. Un secco 6-2 che aveva fatto pensare a una rapida conclusione. Invece il belga ha trovato il ritmo giusto e ha allungato il match al terzo. Nonostante la tradizione negativa, ha tenuto i nervi saldi: break al terzo gioco e conservato fino alla fine, prima di stringere la mano a Federer da vincitore: era più incredulo che esaltato. “La chiave? Spingere non appena ne avevo la possibilità, sia dopo il servizio che con la risposta” ha detto Goffin: non capitava da otto anni che un giocatore non superasse sia il n.1 che il n.2 alle ATP Finals.

MONTREAL – Denis Shapovalov b. Rafael Nadal 3-6 6-4 7-6
Al primo turno della Rogers Cup (anzi, Coupe Rogers, visto che si giocava nel Canada francofono), il baby canadese aveva dovuto annullare quattro matchpoint a Rogerio Dutra Silva. Tra l'altro, con un piazzamento in semifinale, Nadal si sarebbe assicurato il numero 1 ATP a sei anni dall'ultima volta. Perso un primo set di routine, Shapovalov ha preso a giocare a braccio sciolto, attaccando a volontà con il dritto. Il match è diventato improvvisamente bellissimo, prolungandosi fino al tie-break del terzo. Lo spagnolo è salito 3-0, ma uno Shapovalov in erezione agonistica ha girato il match, chiudendo con un dritto vincente prima di buttarsi per terra e mandare baci a tutti: prima al suolo, poi a un pubblico in estasi. Con quel successo, è diventato il più giovane nei quarti di un Masters 1000, nonché il peggio classificato (allora era n.239), dopo parecchi anni. La sua avventura sarebbe terminata in semifinale contro Alexander Zverev.

DUBAI – Evgeny Donskoy b. Roger Federer 3-6 7-6 7-6
Roger Federer avrebbe messo decine di firme in cambio di una stagione come questa. E ha pagato volentieri il dazio di una brutta sconfitta laddove possiede una casa e trascorre molto tempo. Reduce da sette titoli negli Emirati (gli ultimi due consecutivi) ha battuto Benoit Paire prima di trovare Evgeny Donskoy, numero 116 ATP. Vinto il primo set, si è issato a tre matchpoint nel tie-break del secondo set, ma non è riuscito a chiudere. Niente paura: break nel sesto game del terzo e possibilità di servire sul 5-4. Di solito è implacabile, specie contro avversari di secondo piano. Niente da fare, ma neanche sul 5-5 si credeva al possibile exploit. Nel tie-break decisivo, Federer è piombato sul 5-2 e due servizi a disposizione. Eppure, quasi senza rendersene conto, Donskoy ha portato a casa cinque punti consecutivi. “Non so come abbia fatto a scapparmi via, ho avuto moltissime chance. È folle” esalò Federer. Si sarebbe ripreso alla grande, oltre ogni aspettativa. Dimenticando in fretta questo scivolone.

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