AVEVA RAGIONE MOYA?
Dal 4-4 al 6-4 6-1 è stata una passeggiata: l’ennesima, solita, imperiosa, dimostrazione di forza. Consistenza, continuità, solidità, e chi più ne ha più ne metta. Quando inserisce il pilota automatico, fargli il punto diventa impossibile.
Thiem ci ha provato: ha spinto, spinto, spinto, ma ha raccolto oltre il doppio degli errori (36) rispetto ai vincenti (17), ed è sembrato addirittura senza particolari armi per fronteggiare “Rafa”. Lui che è uno dei più forti giocatori emergenti, e sulla terra è il primo alle spalle dei Fab Five. Nadal l’ha costretto a cercare soluzioni diverse, ma quando esce dai suoi classici schemi i risultati non sempre sono soddisfacenti, e per il momento il sorpasso (ammesso che mai arriverà) è ancora molto molto lontano. Il Re della terra resta Nadal, che in tutto il torneo ha perso il servizio solamente due volte e non cede un set da dieci incontri. Va detto che l’unico top-10 affrontato fra Monte Carlo e Barcellona è proprio Thiem, e la situazione potrebbe cambiare se dovesse fronteggiarli con continuità.
Ma ciò che è certo è che l’equilibrio si è spostato di nuovo: non è più lui ad avere paura degli avversari, ma sono di nuovo loro a sperare di non incontrarlo. Un fattore che spesso ha la sua bella importanza. Completate due “decime”, a Nadal resta la terza e più importante, a quel Roland Garros che gli manca dal 2014. Ha visto vincere Wawrinka, ha guardato vincere Djokovic, ma sembrerebbe abbia deciso che tocchi di nuovo a lui.
Quando a fine 2016 Carlos Moya scelse di dargli una mano per tornare grande, disse che su una cosa non aveva dubbi: “Rafa” sarebbe tornato a vincere uno Slam. Solo qualche mese fa pareva soltanto un’illusione, invece ora sono tutti concordi: il favorito è di nuovo lui. E non solo perché il livello degli altri non è lo stesso del 2016.
ATP 500 BARCELLONA – Finale
Rafael Nadal (ESP) b. Dominic Thiem (AUT) 6-4 6-1
NADAL-THIEM: GLI HIGHLIGHTS DELLA FINALE
IL TRADIZIONALE TUFFO IN PISCINA DI "RAFA"