Marco Caldara
06 March 2017

Sao Pablo d’Uruguay

Terzo titolo consecutivo a San Paolo per Pablo Cuevas, che cancella il terribile avvio di stagione con l’ennesima settimana magica in Brasile. Nemmeno una finale interrotta varie volte per pioggia riesce a fermarlo: supera Albert Ramos-Vinolas in rimonta e chiude servendo… dal basso!
Con la sua tripletta consecutiva a Quito, Victor Estrella Burgos ha portato l’asticella molto in alto, ma Pablo Cuevas non vuole essere da meno. Se il dominicano ha fatto tris a Quito, nel torneo che apre la Golden Swing sudamericana, l’uruguaiano l’ha imitato a San Paolo, nell’appuntamento conclusivo, quest’anno protratto fino alla serata di lunedì a causa di una pioggia incessante. I casi di Estrella e Cuevas non sono uguali, visto che il primo ha giocato in carriera solo tre finali, tutte in Ecuador e tutte vinte, mentre il secondo ne ha disputate nove e ha un livello decisamente superiore. Ma c’è la grossa similitudine del feeling che si è creato con uno specifico appuntamento. Basti pensare che, fino a sette giorni fa, il 2017 dell’uruguaiano era stato terribile: da gennaio aveva vinto un solo incontro, cadendo all’esordio nelle prime due uscite sul rosso, ma appena ha messo piede al Brasil Open tutto è tornato alla normalità. I problemi sono spariti, servizio e rovescio hanno ripreso a fare il loro dovere e nemmeno il meteo pazzo è riuscito a rovinargli i piani, rendendolo il primo capace di vincere per tre anni di fila il torneo brasiliano. La finale contro Albert Ramos-Vinolas è iniziata nel pomeriggio di domenica e finita oltre 24 ore più tardi, fra sospensioni, rinvii e un 6-7 6-4 6-4 che ha fermato il cronometro ad appena cinque secondi dallo scoccare delle tre ore, quando l’ultimo rovescio di Ramos è terminato lungo e il sudamericano ha potuto finalmente inginocchiarsi sulla terra battuta dell’Esporte Club Pinheiros, con le braccia al cielo, ovviamente sotto una leggera pioggerellina che ha accompagnato anche la premiazione.
SUL MATCH-POINT SERVE DA SOTTO
Delle sue finali a San Paolo quella di quest’anno è stata la più complicata, non tanto per il punteggio (nel 2015, quando ancora si giocava indoor, dovette ricorrere al tie-break del terzo per superare Luca Vanni), quanto perché il 31enne di Concordia ha dovuto rimontare un set, e la parte di match disputata sabato (fino al 7-6 3-3 40/40) aveva dato l’impressione che il rivale avesse qualcosa in più. Ma all’indomani è iniziato un nuovo match, e Cuevas l’ha interpretato molto meglio fin dall’inizio: è partito in quarta vincendo i primi due punti, che gli hanno consegnato il break decisivo del secondo set, e sul 2-2 al terzo ha allungato di nuovo, non lasciandosi più riprendere. Ha fallito due match-point in risposta sul 5-3, poi un terzo sul 5-4, prima di inventarsi addirittura un servizio dal basso sul quarto. “Stavo commettendo troppi doppi falli – ha detto in conferenza stampa – così ho cercato la soluzione meno rischiosa”. Non gli è bastata a vincere il punto, ma gli ha permesso di comandare lo scambio fino all’errore di Ramos, che gli ha consegnato il sesto titolo ATP in carriera, il quarto (!) consecutivo in Brasile, dove nel 2016 ha centrato addirittura la doppietta Rio-San Paolo. Un amore che gli permette di conservare un posto a ridosso dei primi 30, ma soprattutto di guardare con fiducia ai prossimi mesi. Ora che la crisi è superata, si può mettere al lavoro per riconquistare la top-20.

ATP 250 SAN PAOLO – Finale
Pablo Cuevas (URU) b. Albert Ramos (ESP) 6-7 6-4 6-4
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