Eccolo lì, il protagonista che non ti aspetti. Nel 2017 l’ATP 250 di Casablanca aveva regalato la prima vittoria nel circuito maggiore a Gianluigi Quinzi, mentre dodici mesi dopo
il grande protagonista sulla terra battuta del Gran Prix Hassan II è Andrea Arnaboldi. Passato dalla porta sul retro delle qualificazioni, con due ottime vittorie contro Salvatore Caruso e lo statunitense Noah Rubin, il 30enne di Cantù è stato l’unico dei quattro azzurri in gara nelle prime due giornate del torneo marocchino (aspettando Seppi, all’esordio mercoledì contro Radu Albot) capaci di agguantare un posto al secondo turno. E l’ha fatto prendendosi una delle migliori vittorie in carriera,
rifilando un facile 6-2 6-3 a un ottimo giocatore come Alexandr Dolgopolov, che non sarà più quello capace di arrivare al numero 13 del mondo e ai quarti all’Australian Open, ma è pur sempre numero 52 ATP. Va detto che era al rientro dopo quasi tre mesi di stop per un problema al polso, che l’aveva frenato dopo un buon avvio di stagione in Australia, ma i “se”, in certe situazioni, contano poco. Arnaboldi, numero 221 della classifica mondiale, ha visto una chance e sul piccolo Campo 2 l’ha sfruttata alla grande,
dominando il duello sin dalle prime battute e prendendosi un successo nel Tour che gli mancava dal luglio del 2016, quando arrivò ai quarti di finale allo Swedish Open di Bastad. Un traguardo che potrà provare a replicare domani, nel terzo match sul Court Central, quando dall’altra parte della rete troverà Pablo Andujar, che sta finalmente ritrovando un po’ di pace dopo un calvario lungo oltre due anni, con ben tre operazioni al gomito. Lo spagnolo ha sconfitto all’esordio il lucky loser Ilya Ivashka, ma potrebbe accusare le fatiche della scorsa settimana, quando ha trionfato nel Challenger di Alicante. Comunque andrà,
dal punto di vista psicologico la vittoria su Dolgopolov può fare all’azzurro un po’ delle conferme che cerca, verso quell’obiettivo top-100 che un paio di stagioni fa sembrava alla portata, mentre per ora è rimasto a distanza. Anche se
Arnaboldi non ha affatto perso la speranza.